Città di Castello

Bilancio approvato con polemiche sull’Irpef “Non c’è equità fiscale” | Introdotta tassa di soggiorno

Il Consiglio comunale di Città di Castello ha approvato con i 15 voti favorevoli della maggioranza (PD, Psi, Lista Secondi Sindaco) e i 6 voti contrari delle minoranze (Castello Cambia, Gruppo Misto-Azione, FI, Fd’I e Castello Civica) il bilancio di previsione finanziario 2024-2026, che comprende anche l’introduzione della tassa di soggiorno (approvazione del regolamento) e la rimodulazione dell’Irpef.

Bocciati emendamenti Castello Cambia e Fd’I su tassa di soggiorno

Il bilancio di previsione 2024 prevede entrate e uscite in equilibrio per oltre 154 milioni di euro. Sull’applicazione della tassa di soggiorno sono stati respinti gli emendamenti presentati da Emanuela Arcaleni (Castello Cambia) – che chiedeva di esentare completamente i minori di 18 anni di età, gruppi scolastici con accompagnatori e sportivi minorenni di gruppi partecipanti a manifestazioni organizzate con il Comune – e da Elda Rossi e Riccardo Leveque (Fd’I), che chiedevano di modificare le previsioni relative all’utilizzo del gettito dell’imposta e alle fasce di prezzo riferite ai costi di pernottamento, oltre che esentare tutti i minori di 18 anni.

Sulla tassa di soggiorno, il sindaco Luca Secondi ha spiegato che i criteri applicati rispecchiano le linee guida del Ministero dell’Economia e Finanze e che “Città di Castello è un unicum in Umbria con la scelta di esentare il mondo del lavoro. Nonostante il parere contrario agli emendamenti, dovuto alla necessità di rispettare la sintesi raggiunta nel confronto con gli operatori di settore e non alterare l’equilibrio tariffario ottenuto, c’è tutta la disponibilità politica dell’amministrazione comunale a valutare correttivi e miglioramenti nel tavolo di confronto che entro ogni 31 ottobre dell’anno è chiamato a una verifica sull’applicazione della tassa”.

“Tariffe e servizi invariati, cambia solo addizionale Irpef”

Manteniamo inalterate tutte le tariffe dai proventi dei servizi a domanda, quali mense, trasporti scolastici ed asili nido, cosa tutt’altro che scontata”, ha detto l’assessore al Bilancio Mauro Mariangeli L’unica entrata sulla quale agiamo è l’addizionale Irpef, per la quale andiamo ad adeguare l’aliquota, portandola in linea con la stragrande maggioranza dei Comuni allo 0,8%, e riusciamo ad alzare la soglia di esenzione da 13.400 a 13.600, senz’altro sopra la media regionale. Quello che chiediamo ai cittadini lo restituiamo in servizi e investimenti in tutte le realtà del territorio comunale”.

Secondi ha sottolineato come la manovra finanziaria poggi sui pilastri fondamentali del “mantenimento di tutti i servizi per i cittadini a tariffe invariate” e sulla “conferma di tutti gli investimenti per interventi di riqualificazione su città, centro storico ed edilizia scolastica. Pur nelle difficoltà di una gestione finanziaria con tagli dal governo centrale, aumento di costi e inflazione, questo è un bilancio che guarda al futuro con un’amministrazione che ha saputo investire su scelte strategiche e una visione di crescita della città”, ha detto il sindaco, che sull’Irpef ha evidenziato l’ulteriore aumento della soglia di esenzione del pagamento a fronte di una revisione con l’applicazione di un’aliquota unica, “che tutela realmente le fasce deboli facendo pagare meno i cittadini con minori possibilità“.

“Non c’è equità fiscale”

I gruppi di minoranza hanno invece parlato di un’aliquota unica per l’addizionale Irpef “che non garantisce equità, stigmatizzando l’aumento dell’indebitamento dell’ente e delle entrate tributarie. Le opposizioni si sono mostrate molto critiche in linea con i sindacati Cgil, Cisl e Uil che, qualche giorno fa, si erano rifiutati di sottoscrivere l’accordo con il Comune sul bilancio, contestando la scelta dell’amministrazione di superare la progressività negli scaglioni dell’addizionale comunale Irpef – la cosiddetta “tassa piatta” – che “seppur aumentando la soglia di esenzione, non ottempera al dettato costituzionale in ambito di equità fiscale”.