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“AZIONE GIOVANI” PERPLESSA DALLE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO BOSSI

di Alessio Cao

Da alcune settimane, probabilmente per carenza di argomenti politici significativi, il Ministro delle Riforme Umberto Bossi ha proposto lo studio dei dialetti, gli esami per gli insegnanti meridionali che lavorano al nord e la sostituzione dell' Inno di Mameli con il Va' pensiero di Verdi.

Queste provocazioni, perché solo in questo modo si possono classificare, hanno tutta la nostra disapprovazione e ci chiediamo come sia possibile che un Ministro della Repubblica, con degli obblighi fortissimi verso le Istituzioni, possa perpetrare queste proposte inutili, che creano solo problemi ad un Governo che sta lavorando bene e nell'interesse di tutti i cittadini, da nord a sud.

L' Inno di una Nazione rappresenta molteplici fattori e non si sceglie in base a quanto è conosciuto da un gruppo ristretto di militanti di partito, perché possiamo e vogliamo ricordare al Ministro che il nostro Inno è perfettamente conosciuto e cantato da tutti i nostri ragazzi, dai militanti e simpatizzanti di centro-destra, da tutto un Paese che in esso si riconosce ed a cui è legato storicamente e sentimentalmente.

La richiesta di dedicare ore scolastiche allo studio dei dialetti è invece la proposta più insensata e insignificante che abbia mai sentito. Gli studenti, purtroppo, non sempre conoscono bene la nostra lingua madre e ancor meno l'inglese, oggi di fondamentale importanza in tutti i settori lavorativi, ricordiamo che l'Italia è agli ultimi posti in Europa per conoscenza dell'inglese.

Visto ciò e visto che andiamo verso una società globalizzata, non sarebbe più utile dedicare queste fantomatiche ore di “dialetto” all' approfondimento dell' italiano ed allo studio delle lingue straniere?

O ancor meglio all' educazione civica e alla conoscenza delle Istituzioni?

In questo modo anche il Ministro sarebbe accontentato, tutti conoscerebbero l'Inno, avendolo studiato nelle suddette ore.

Azione Giovani oggi e sempre si schiererà a difesa dei valori e delle tradizioni nazionali, anche contro esponenti di Governo, in un'azione di critica seria e costruttiva per il bene delle nuove generazioni.