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Autovelox Terni, ‘Caporetto’ per automobilisti / Le multe sono legittime

Dopo serpentoni, battaglie e contestazioni, il ‘popolo delle macchinette’ deve alzare bandiera bianca, almeno per il momento. Dopo la provvisoria ‘vittoria’ ottenuta con il parere favorevole del Prefetto (allora era in carica Vittorio Saladino) e l’accoglimento dei ricorsi da parte del giudice di pace sui presunti autovelox illegali, molti altri cittadini si erano convinti a fare ricorso, puntando anche sulla perizia svolta dalla Polizia Stradale, che aveva individuato alcune anomalie nell’installazione, tenendo conto della normativa Maroni dell’agosto 2009 che disciplina la materia.

Marco Lotti, giudice di pace di Terni, aveva accolto dunque tutti i ricorsi dei cittadini ternani che a partire dal 2011 erano stati multati dalle postazioni fisse di Viale Dello Stadio; ricordiamo che in poco tempo erano state elevate circa 40mila multe.

Ma il Tribunale di Terni ha ribaltato l’opinione del giudice di pace: le multe sono legittime secondo la sentenza d’appello. Non devono sicuramente averla presa bene tutti i cittadini che erano stati convinti a presentare ricorso, visto che ora, oltre alla multa, dovranno pagare anche le spese legali di 700 euro. Una vera ‘disfatta civile’.

Il comune di Terni, infatti, ha fatto ricorso, ottenendo dal giudice Mario Montanaro un giudizio favorevole. Nella motivazione si legge il motivo fondamentale del ‘ribaltone’: “disapplicato il decreto del prefetto di Terni (n. 19740 del 26 maggio 2011) che ha consentito l’installazione del sistema di rilevamento elettronico in viale dello Stadio, ritenendo l’illegittimità di tale provvedimento senza alcuna indicazione, tuttavia, di quali sarebbero i requisiti richiesti dal codice della strada che difetterebbero nel tratto viario” – come anticipato dalle colonne di U24 da Fabio Toni

In questi giorni sono uscite le prime sentenze e ora tremano tutti gli automobilisti rischiano di essere condannati al pagamento di quasi mille euro, a meno che non decidano di ricorrere alla Corte di Cassazione, con costi decisamente più elevati.