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Ast, Altoforno sociale / Renzi, se ci sei, batti un colpo / Terni sull’orlo del collasso

Tutti contro tutti, a discapito in primis dei lavoratori. Quelli che dovevano essere gli Stati Generali della città si sono trasformati in una sorta di processo collettivo, con la pedana dello speaker trasformata in uno scranno da tribunale, usata per lanciare accuse, più che soluzioni.

Sindacati contro M5S, M5S e FI contro PD (guarda il video del duro scontro tra Attilio Romanelli ed Angelica Trenta), un gioco al massacro che lascia quasi in secondo piano l’accusa contro la Ast. In questo momento la città è sull’orlo di una crisi di nervi e non era certo necessario convocare un’assemblea pubblica per mostrare la fragilità di un “sistema” che si è rivelato di fatto inerme davanti a una questione che non può essere risolta con la (discutibile) richiesta delle dimissioni del sindaco.

Terni ha sempre risposto “presente” a ogni appello lanciato dagli operai: intorno agli operai si sono stretti tutti, le Istituzioni (non escluso il prefetto, cui la Morselli mancò pure di rispetto), i politici, le associazioni di categoria, i cittadini, i commercianti, gli studenti, la squadra di calcio cittadina, la Ternana, il pubblico sportivo, quello non sportivo; la città ha dato quello che poteva, non si può chiedere di più. E se c’è da chiedere di più Terni saprebbe darlo.

Non è più solo qui, in una città ormai svuotata’, quasi esaurita per le energie spese, che si può sperare di individuare la ‘carta vincente’ per il futuro delle maestranze dell’Ast; Roma e l’Europa devono essere gli interlocutori ai quali rivolgersi, cui chiedere il conto.

Questo non significa che il confronto tra le forze in causa non sia necessario a livello locale, ma se dopo mesi e mesi di atti di indirizzo, iniziative, proposte, consigli straordinari, il risultato è l’incontro di oggi, significa che le parole sono finite e il rischio di dividersi per sempre è altissimo. Con buona soddisfazione di chi probabilmente ha saputo attuare il divide et impera.

Più che partecipare ai vari vertici, tavoli, incontri, le istituzioni locali non possono fare, coscienti di aver ben poco potere contrattuale dalla loro.

È il Governo che ha il compito di trovare soluzioni, all’Europa vigilare. Sono le vie di Roma a dover vedere sfilare gli operai in corteo, magari Via Veneto, dove si trova il Mise, più che via Fratini, la via della movida ternana. E se c’è bisogno anche per le vie di Bruxelles, magari con in testa il sindaco e il Gonfalone della città.

Il presidio delle portinerie, lo sciopero provinciale, sembrano armi ‘spuntate’, non più efficaci di fronte alla determinazione e insensibilità tedesca, che ha spolpato e inquinato Terni salvo andarsene al momento più conveniente. A questa fa da contraltare la debolezza del Governo italiano. Forse non è un caso che il Premier ha evitato di fermarsi a Terni, proseguendo per la più tranquilla Assisi (magari lo stesso Francesco, Santo e non, avrebbe preferito essere ricordati nella città dell’acciaio, nel giorno del Patrono d’Italia). Lo dimostri Renzi e il ministro Guidi che non è così, indichino loro la strada da percorrere, che questo semestre di presidenza europea non è una favola.