Assisi

Assisi, il ritorno dell’Università nel centro storico non piace al centrodestra: “Locali inadeguati e scomodi, mancano aule e servizi”

Il ritorno dell’università di Perugia nel centro storico di Assisi (con il corso di laurea in economia del turismo) non piace al centrodestra assisano, che – alla guida della città nel 1997, quando ci fu il terremoto – decise, a causa dell’impossibilità di usare Palazzo Bernabei, di spostare la sede dell’Università a Santa Maria degli Angeli.

Sotto la guida di Stefania Proietti, anche grazie all’accordo trovato con il rettore Franco Moriconi, a seguito di numerosi incontri, Comune e Università avevano definito molti degli elementi che permetteranno agli studenti e al corpo docente la piena vivibilità e lo sfruttamento degli spazi per le diverse attività: dalla segreteria alle aule docenti, dall’aula studio alla sala computer fino al parcheggio, adeguando la vecchia sede universitaria di venti anni fa alle nuove e più moderne esigenze del mondo accademico contemporaneo, rendendola in grado di attrarre anche studenti fuori sede nell’offrire loro infrastrutture all’avanguardia.

Proietti (secondo cui in realtà il ritorno sarebbe dovuto avvenire a marzo, ma è stato poi slittato a settembre) aveva parlato di servizi a misura di studenti, aule confortevoli e dotate di moderne tecnologie didattiche ma anche aule studio e servizi quali parcheggi, convenzioni per la mensa universitaria e trasporti pubblici.

Ma per il centrodestra non è così: “Ad oggi – e quindi a sole due settimane dall’apertura ufficiale dei corsi – i locali della nuova sede cittadina non sono ancora pronti perché i lavori sono restati indietro. Le sole due aule didattiche sono poste sottoterra, a dire poco scomode, ma soprattutto non adatte allo studio né tantomeno ad attività accademiche e manca persino un’aula informatica.

Sempre per il centrodestra assisano, “ad oggi non risulta attivato nessun servizio agli studenti. Nulla si sa, ad esempio, della mensa, servizio indispensabile, finora sempre garantito con convenzione, né di spazi studio per gli studenti che dovranno trattenersi un’intera giornata per le lezioni. Spazi anch’essi garantiti finora nella sede angelana che ha alle spalle una storia”. Il rischio è insomma quello di svilire un’istituzione che, negli anni d’oro, vantava anche milleduecento studenti: Oggi, invece, si viaggia all’indietro. L’iniziativa di sgomberare l’Università dall’attuale sede – secondo il centrodestra – è della sindaca di Assisi Proietti, non certo del Rettore che, nel corso di una recente visita alla sede angelana, ha espresso meraviglia per la bellezza e adeguatezza dei locali. La realtà è sconcertante: questa amministrazione lascia dei locali adatti per altri non adatti, nei sotterranei, per di più non ancora pronti e, sembra, ancora occupati da alcune associazioni. Più improvvisazione di così! L’unica realtà – conclude la nota – è che oggi gli studenti, ridotti a centoventi, non hanno punti di riferimento certi.

Tra i primi a commentare, il consigliere M5S Fabrizio Leggio (minoranza): “Palazzo Bernabei non è piu inagibile, è giusto che l’Università torni a casa sua. Se manca la mensa che a Santa Maria è in convenzione basta fare una nuova convenzione, le strutture non mancano.  Con Bartolini al governo – scrive il consigliere – abbiamo assistito alla diaspora della maggior parte delle istituzioni e dei servizi dal centro storico verso Santa Maria degli Angeli; il centro si è spopolato, e se il problema è complesso, riportare in centro almeno l’Università e qualche scuola superiore è uno dei rimedi più facili e veloci da mettere in campo. Che almeno tornino i giovani e i ragazzi a vivere la città in alcune ore della giornata, è la prima cosa da fare”.