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ANCHE L'UMBRIA DENTRO I PARAMETRI DI KYOTO

“Il rispetto dei parametri fissati dal Protocollo di Kyoto dovrebbe essere una priorità assoluta di qualsiasi amministrazione locale e regionale, ed è preoccupante verificare che l'Umbria registra un significativo ritardo relativamente al raggiungimento degli obiettivi stabiliti”. E' quanto sottolinea, in una nota, il capogruppo dei Verdi e Civici Oliviero Dottorini, illustrando i contenuti di una interrogazione presentata alla Giunta regionale con la quale chiede di sapere quali siano le strategie che la Regione intende porre in essere al fine di ristabilire un livello di emissioni coerente con i limiti stabiliti dal Protocollo di Kyoto.”Ci troviamo a commentare – afferma l'esponente del Sole che ride – un dato molto preoccupante, che emerge da una ricerca condotta da Eco-way, società italiana leader nel settore dei cambiamenti climatici, su dati Carbon Market Data aggiornati a Maggio 2007, secondo la quale, in Umbria, il livello di emissioni prodotte ha raggiunto i 4 milioni 524 mila 918 tonnellate di Co2 pari al 5,95 per cento in più rispetto alla quota massima di emissioni allocate alla regione Umbria dal Piano nazionale di allocazione sulla base degli impianti presenti sul territorio. Per completezza di informazione – puntualizza – c'è da dire che l'Umbria non è la peggiore delle regioni d'Italia. Tuttavia – spiega – questi dati ci indicano che la nostra regione è ancora lontana da un comportamento virtuoso, fatto di strategie e politiche ambientali moderne e allo stesso tempo rigorose”.”L'interrogazione presentata alla Giunta regionale, quindi – fa notare Dottorini – ha come primo obiettivo quello di conoscere quali siano state le cause che hanno portato al mancato raggiungimento dei risultati stabiliti in termini di contenimento delle emissioni di gas serra. Bisogna correre subito ai ripari – aggiunge il presidente della I Commissione consiliare – individuando strategie finalizzate a riportare la nostra regione entro i parametri fissati. Il persistere di questa situazione – dice – può essere infatti molto dannosa per le stesse aziende presenti sul nostro territorio. In vista della seconda fase del Protocollo di Kyoto (2008-2012) – spiega – in cui gli impegnativi obiettivi di riduzione delle emissioni graveranno pesantemente sulle aziende coinvolte, potrebbero crearsi delle disparità tra aziende dello stesso settore, ma di paesi diversi, magari più virtuosi del nostro, con preoccupanti riflessi sulla competitività del nostro sistema”.”L'Umbria – osserva Dottorini – deve fare la propria parte, attrezzandosi con azioni in grado di favorire un sistema produttivo in linea con gli impegni presi a livello internazionale. Per questi motivi – conclude – auspichiamo che il tema delle politiche efficaci e mirate ad una radicale riduzione delle emissioni di Co2 in atmosfera, entri in maniera forte nell'agenda politica della nostra Regione”.