Città di Castello

Addio a monsignor Ivo Baldi Gaburri, il “vescovo missionario” tifernate

E’ deceduto ieri (11 giugno) alla clinica San Paolo di Huaraz (Perù), dopo un periodo di ricovero causa Covid, il vescovo della diocesi peruviana di Huari, mons. Ivo Baldi Gaburri, classe ’47, originario di Città di Castello.

Mons. Baldi era stato ordinato sacerdote nell’ottobre del 1971 dal vescovo Diego Parodi, allora amministratore apostolico di Città di Castello, nella cattedrale diocesana. Si è occupato in Italia per qualche anno dei giovani dell’Operazione Mato Grosso, prima di partire per il Perù nel 1975 come missionario. Nel 1999 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Huaraz.

Una notizia sconvolgente e triste – ha dichiarato il sindaco di Città di Castello Luciano BacchettaMonsignor Ivo Baldi Gaburri era un tifernate ‘doc’ come tutta la la sua famiglia. Nonostante le migliaia di chilometri di distanza e le lunghe assenze da Città di Castello, ha mantenuto sempre vivi i contatti con familiari, diocesi, comunità tifernate, parrocchie e associazioni di volontariato”.

Una persona straordinaria, un nostro concittadino speciale, un alto rappresentante della chiesa mondiale, che rimarrà per sempre nei cuori e nel ricordo di tutti noi per quello che è stato, per il sorriso, la mitezza d’animo, la gentilezza e orgoglio di appartenere a questa comunità che amava tanto”.

La messa in suffragio di mons. Ivo Baldi Gaburri è prevista lunedì 14 giugno, alle 16, nella Cattedrale tifernate. Sarà presieduta, salvo imprevisti, dal cardinale Gualtiero Bassetti.

Anche i Vescovi dell’Umbria hanno appreso con tristezza la morte mons. Ivo Baldi, esprimendo partecipazione al lutto: “In terra peruviana si è contraddistinto per l’attenzione ai più bisognosi, prima da sacerdote e parroco nei gruppi dell’operazione ‘Mato Grosso’ e poi da vescovo, rendendo ovunque una feconda testimonianza di zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo. I Vescovi umbri elevano fervide preghiere al Signore affinché, per intercessione dei Santi peruviani Toribio de Mogrovejo e Rosa da Lima e di quelli tifernati Florido e Amanzio, doni al defunto confratello il premio promesso ai suoi fedeli servitori”