Città di Castello

Accampata alla stazione, operatore Fcu “Già avvisata proprietà”. Post alimenta polemiche

Continua a far discutere la vicenda della signora accampata alla stazione di Città di Castello, rimasta a dormire nella sala d’attesa della struttura anche nella notte appena trascorsa.

Lettera aperta

Ad oltre un mese dalla sua permanenza su quella panca, ormai diventata il suo letto ma anche la sua casa, e dopo gli “scoppiettanti” botta e risposta tra Lega e sindaco, ora a parlare, tramite una lettera aperta rivolta proprio al primo cittadino, è Enrico Veschi, operatore dell’area commerciale Fcu, temporaneamente in servizio presso l’Agenzia tifernate.

La frase infelice sui social

Veschi esordisce riportando una dichiarazione apparsa sui social da parte di un consigliere di maggioranza:

…ex Fcu, che a poco serve, se non a tenere in vita un pessimo e costosissimo servizio, garantendo lauti stipendi ai propri dipendenti…

Un attacco che tratta con disprezzo l’azienda per cui lavoriamo ormai da decenni – scrive Veschi nella missiva – e che proviene da chi ha raccolto centinaia di firme a sostegno della nostra storica ferrovia. Un fatto che stupisce e addolora me e i colleghi“.

“Abbiamo già avvertito proprietà competente”

L’autore della lettera aperta entra poi nel vivo della questione: “Noi agenti, vista l’indebita occupazione della sala d’aspetto ferroviaria, abbiamo agito come nostro dovere avvertendo la proprietà competente. Va ricordato che la stazione, a causa di questo fatto, rimane aperta anche di notte ed è esposta a possibili atti vandalici, come più volte successo, oltre a rappresentare un notevole elemento critico per la fase di quarantena imposta dal governo. Ormai la situazione va avanti da molti giorni, senza che l’occupante possa nemmeno accedere ad un pasto caldo e ai minimi servizi igienici

“Ci arrivano tante contestazioni”

Riceviamo decine di telefonate e contestazioni da parte degli utenti che non possono usufruire della sala d’aspetto – continua il dipendente Fcu – nonché segnalazioni di persone preoccupate per la salute della disperata. A quanto riferitoci la signora era stata cacciata dalle Logge del centro storico e ci chiediamo cosa sarebbe successo se si fosse rifugiata all’interno della sala del Consiglio comunale…

Come mai dei ragazzi stranieri che avevano occupato la stessa sala d’aspetto sono stati prontamente allontanati mentre non si riesce ad intervenire su un singola persona ormai da un mese?

“Vogliamo parere del sindaco”

Siamo del tutto consapevoli – conclude Veschi – che il sindaco non è responsabile delle affermazioni di altri ma in qualità di primo cittadino vorremmo conoscere il suo pensiero riguardo alla vicenda e se ritiene che la stessa sia stata adeguatamente gestita da chi di dovere e da noi, che possiamo senz’altro aver sbagliato ma non per mera ottusità o peggio per il bieco razzismo o l’arrogante disumanità con cui siamo stati descritti”