Categorie: Economia & Lavoro Perugia

Abusivismo e contraffazione, giro d'affari da 20mld di euro. Mencaroni: giusto il contrasto fatto a Città di Castello

“Abusivismo e contraffazione – soprattutto in certi settori economici come il commercio su aree pubbliche, e specie in tempi di crisi come l’attuale – sono fenomeni allarmanti.

Si stima che l’abusivismo commerciale generi un volume d’affari di 13 miliardi di euro l’anno a livello nazionale. Il fenomeno della contraffazione, diventato un vero e proprio “sistema” dagli effetti economici e sociali devastanti, ha un giro d’affari valutato in 7 miliardi di euro, che si trasferiscono dalle tasche degli italiani ad organizzazioni criminali che gestiscono questa economia “in nero”.

Per questo motivo – secondo Giorgio Mencaroni, presidente Confcommercio della provincia di Perugia – sono estremamente positive, e certamente da ripetere nelle altre aree del territorio umbro, le iniziative di controllo come quella effettuata dalle Forze dell’Ordine Città di Castello, in occasione delle fiere di San Florido, che ha portato anche al sequestro, da parte della Guardia di Finanza, dei mezzi utilizzati per il trasporto delle merci contraffatte”.

“Il sequestro di autovetture e furgoni nel corso della maxi operazione condotta a Città di Castello, secondo quanto prevede la norma anti-contraffazione voluta da Confcommercio nella legge regionale di pochi anni fa – aggiunge Mauro Smacchia, presidente della Confcommercio Altotiberina – è una misura che può contribuire attivamente ad arginare questo fenomeno. Il solo sequestro delle merci, per di più dal valore modestissimo, ha infatti un potere dissuasivo molto minore”.

“Abusivismo e contraffazione sono il nostro problema numero uno, per questo chiediamo da sempre maggiori controlli”, sottolinea Massimiliano Baccari, presidente della Fiva Umbria – Confcommercio, la federazione degli operatori commerciali su aree pubbliche. “Noi sosteniamo da tempo che gli oggetti falsi producono danni veri. E che l’acquisto di merce abusiva ha conseguenze che vanno ben oltre il danno immediato per gli imprenditori che lavorano nel rispetto delle regole, vittime di concorrenza sleale”.

Bisogna infatti calcolare i costi per lo Stato in termini di evasione, stimati in 2-3 miliardi di euro di l’Iva, 3-3,5 miliardi di imposte sul reddito, senza contare i mancati introiti per Inps o Tosap. Inoltre, abusivismo e contraffazione costituiscono, qualche volta, un problema per il tranquillo svolgimento dei mercati. Dove, se si inseriscono gruppi, anche ben organizzati, di venditori abusivi, c’è il rischio che luoghi di socialità e aggregazione diventino luoghi da evitare, fonte di pericolo e di confusione.

In estrema sintesi, abusivismo e contraffazione provocano, secondo Confcommercio, un danno economico per le imprese regolari connesso alle mancate vendite, alla riduzione del fatturato, perdita di immagine e credibilità; un danno e un pericolo per il consumatore finale; un danno sociale connesso allo sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati, cittadini extracomunitari); un danno all’Erario attraverso l’evasione dell’IVA e delle imposte dirette ed indirette, visto che la commercializzazione avviene su un circuito parallelo al convenzionale; un danno per la sicurezza e la qualità della vita, poiché la criminalità reinveste gli ingenti profitti in altre attività illecite.