Terni

Aborto in Umbria, anche Terni si mobilita

Una questione annosa quella dell’autodeterminazione della donna e, di conseguenza, dell’aborto che sempre più spesso negli ultimi tempi ha visto l’Umbria al centro di polemiche e dibattiti. Quale sia il pensiero della Giunta regionale e della Tesei è ormai abbastanza chiaro: nonostante l’aggiornamento delle linee guida del Ministero della Salute negli ospedali di Terni e Perugia è a tutt’oggi negato l’accesso all’aborto farmacologico e vige il divieto di somministrazione della RU486 nei consultori e nei poliambulatori.

Ostacoli alla IVG chirurgica

A peggiorare una situazione non proprio rosea, sono i sempre maggiori ostacoli che le donne umbre si trovano ad affrontare nel tentativo di usufruire di quello che è a tutti gli effetti un diritto sancito dalla legge. Risulta ad alcune forze di opposizione in consiglio comunale , oltre all’impossibilità di ricevere IGV farmacologiche, da marzo 2021 nell’ospedale di Terni non vengano più effettuate nemmeno le IGV chirurgiche.

La politica

“Una situazione che comporta il congestionamento dell’Ospedale di Narni, dove il personale è ridotto e che già si trova a dover garantire altri servizi, nonché la mancata formazione di generazioni di professionisti” – ha sottolineato nei giorni scorsi il consigliere Alessandro Gentiletti in un post sulla sua pagina Facebook.

RU2020 – Rete Umbra per l’Autodeterminazione

“Come consigliere e consiglieri di opposizione del Comune di Terni aderiamo alla mobilitazione della RU2020 – Rete Umbra per l’Autodeterminazione e invitiamo tutte le altre consigliere e tutti gli altri consiglieri a fare altrettanto.

La Rete Umbria per l’Autodeterminazione chiede il rispetto della legge n. 194 e dei diritti sessuali e riproduttivi – continua Gentiletti – Va incentivata la libera diffusione dei metodi contraccettivi, che devono essere agevolati a livello fiscale e contributivo. Va garantito che l’Ospedale di Terni pratichi l’interruzione volontaria di gravidanza chirurgica e attraverso la somministrazione di RU. È necessario che anche i consultori possano attendere alla somministrazione di RU.

Per questo abbiamo aderito alla campagna regionale di tanti comuni e per questo abbiamo protocollato un atto di indirizzo che impegna l’amministrazione a liberarsi dall’ideologia – conclude – a rivendicare servizi per il territorio e a tutelare effettivamente la libertà di autodeterminazione di ogni donna, cosi come prescritto dalla legge 194″.

A firmare l’atto di indirizzo i consiglieri comunali di Terni di Senso civico, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Terni Immagina.

Non solo Terni

Ad aderire all’iniziativa non solo Terni, ma una quindicina di comuni Umbri i cui consiglieri (sia di maggioranza che di opposizione) lo scorso 15 luglio hanno presentato, in alcuni casi per la seconda volta, un Ordine del Giorno per chiedere a Sindaci e Giunte di sollecitare la Regione Umbria alla piena applicazione della 194 e delle Linee di Indirizzo del Ministero della Salute.

Tra questi ricordiamo Narni, Perugia, Gubbio, Foligno e Orvieto.

Riforme sanitarie e obiezioni di coscienza

Tra i nodi più ostici da districare ci sarebbe l’intento da parte della regione di riformare il welfare e la sanità umbra: infatti mentre l’associazione RU2020, ha lanciato una campagna mediatica pro aborto libero e sicuro, una proposta di legge leghista, atto n.584, vuole modificare il Testo unico regionale in materia di Sanita e Servizi sociali, privatizzando i consultori, prediligendo un personale antiabortista al loro interno e consentendo l’ingresso delle associazioni Pro Life all’interno delle strutture pubbliche.

Rete Umbra Autodeterminazione

“Oggi non parliamo di obiezione, ma presto lo faremo poiché interrogate, le aziende sanitarie, non forniscono i dati, che invece dovrebbero essere pubblici, del numero degli obiettori ed obiettrici presenti nei vari reparti e consultori” scrive Rete Umbra per l’Autodeterminazione.

La campagna iniziata questo 15 luglio sta riscuotendo un notevole successo tra cittadini e personaggi politici locali e proseguirà per il resto dell’estate concludendosi il 2 ottobre in occasione della Giornata Internazionale per l’aborto libero e sicuro.

di Alessia Marchetti