Categorie: Dolce vita Spoleto

AAA CATTEDRALE AFFITTASI: NOZZE AUTIERI-GRISELLI, LETTERA CHOC DI DON FORMENTON

di don Gianfranco Formenton

Eppure provo una grande tristezza a leggere oggi le locandine dei giornali locali e i giornali on line sul tanto annunciato matrimonio evento di Spoleto l’11 settembre in Duomo. Le espressioni “duomo blindato”, “delusione per i vip nascosti” non mi farebbero né caldo né freddo se fossero riferite a qualunque stupido evento della mondanità alla quale questo povero mondo fatto di nulla ci ha purtroppo abituati.

Ma sentire che tutto ciò riguarda la Chiesa Madre di una Comunità Cristiana che dovrebbe risplendere per decoro e per esemplarità fa male a me, parroco “rurale” e a tanti che non comprendono questo sfoggio mondano in un luogo dove tutto dovrebbe testimoniare l’essenziale, la sobrietà, la fedeltà alle norme liturgiche e il decoro della fede.

“…un segnale di come la Chiesa locale, sul tema dei matrimoni, abbia cambiato idea. O quanto meno si sia mostrata disposta a cedere… Sta di fatto che il ravvedimento… consente di tirare un sospiro di sollievo a quanti, nei mesi scorsi, avevano reagito con disappunto al monito del nuovo arcivescovo che escludeva l’utilizzo delle chiese locali come “matrimonifici” scrive Il Messaggero che arriva ad auspicare una Spoleto “capitale dei matrimoni”.

La Cattedrale addobbata come una bomboniera: energumeni e body-guard che regolano l’accesso alla Cattedrale solo alle persone incluse nella “lista-nozze”; i potenti e i famosi o quasi famosi che distribuiscono sorrisi alla plebe; il servizio fotografico venduto al settimanale “Chi” e la necessità di nascondere la sposa con ombrellini bianchi: Marcie nuziali di Wagner e Ave Maria di Shubert e canzoncine dedicate al Papa al posto dei canti liturgici… Che tristezza e che vergogna vedere la Chiesa ridotta ad un set cinematografico!

E che tristezza vedere duemila poveri lazzari moderni assiepati per poter godere anche solo delle briciole della festa di Epulone. Ormai poter guardare la fortuna degli altri è l’unica cosa che è rimasta ad una folla che non ha altro di cui consolarsi, come gli ebrei nel deserto che si costruiscono come possono un piccolo vitello d’oro non potendo competere in grandezza con gli idoli d’Egitto.

Questo non è ciò che noi raccontiamo ai nostri giovani quando vengono a chiederci il senso del matrimonio cristiano. Questo, se mai è ciò che gli raccontiamo che il matrimonio cristiano non è: l’ostentazione della ricchezza, del potere, della volgarità del mondo televisivo, dell’edonismo. Ai miei ragazzi gliel’ho detto questa mattina che la Chiesa è un popolo di persone libere e liberate dalla necessità di una triste esibizione della potenza anche quando l’esibizione viene fatta nella Chiesa Madre e diventa scandalo.

Si sa, nella Santa Chiesa siamo tutti uguali ma qualcuno è più uguale degli altri.

Io spero con tutte le mie forze che la profezia de Il Messaggero non si avveri, che non ci sia nessun sospiro di sollievo da parte dei registi di queste volgari cerimonie, che non ci sia nessun “ravvedimento” da parte della Chiesa che è in Spoleto-Norcia sicuro, come dice il profeta, che un giorno “terminerà l’orgia dei buontemponi”. Spero che i cristiani di questa città si rifiutino sempre di “affittare” i luoghi santi per spettacoli mondani e siano sale e lievito e mai sacrestani e body-guard dei potenti e delle attrici.

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Alla luce dei contenuti particolarmente delicati della lettera di don Gianfranco, la Redazione di Tuttoggi.info informa che valuterà con particolare attenzione eventuali Commenti o repliche.