A rischio i soldi degli azionisti della Popolare di Bari, ore di trattativa per vendere CariOrvieto - Tuttoggi.info

A rischio i soldi degli azionisti della Popolare di Bari, ore di trattativa per vendere CariOrvieto

Massimo Sbardella

A rischio i soldi degli azionisti della Popolare di Bari, ore di trattativa per vendere CariOrvieto

I bond della Popolare di Bari venduti anche a Orvieto e nel resto dell'Umbria, preoccupazione sul territorio e i sindaci pensano ad un incontro
Lun, 16/12/2019 - 11:44

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Tra i brividi per chi ha acquistato le azioni della Banca Popolare di Bari e le speranze che possa finalmente concretizzarsi il passaggio di mano del pacchetto di maggioranza della CariOrvieto, all’ombra della Rupe si osserva quanto sta avvenendo a Bari, dopo il commissariamento deciso venerdì dalla Banca d’Italia ed il salvataggio pubblico dell’istituto pugliese approvato dal Consiglio dei ministri domenica sera.

Ore di trattative con la Sri Group

In queste ore sono in corso riunioni, anche col soggetto che ha formulato la proposta vincolante di acquisto (la Sri Group, ndr) al fine di valutare i prossimi passi“. La Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto confida che si concludano positivamente e in tempi rapidi le trattative perché banca Popolare di Bari (nel frattempo commissariata e salvata attraverso un’azione pubblica con il decreto approvato domenica sera dal Governo) ceda il suo pacchetto di maggioranza (poco meno del 74%). E conferma, appunto, che le trattative iniziate lo scorso giugno per l’acquisizione del controllo della CariOrvieto proseguono e anzi stanno accelerando.

Caso Pop Bari, la Fondazione CariOrvieto: discontinuità nella direzione aziendale

Del resto, il commissariamento della controllante Popolare di Bari non si applica alla CariOrvieto ed anzi il provvedimento assunto dalla Banca d’Italia potrebbe accelerare la vendita, visto il mandato dei commissari per patrimonializzare l’istituto.

CariOrvieto: banca in salute

La Fondazione ricorda ovviamente che il Cda della Cassa di Risparmio di Orvieto, nominato il 27 aprile 2017, continua la sua attività “di tutela del patrimonio e, conseguentemente, dei soci e dei clienti”.

I dati finanziari confermano il buono stato di salute della banca. Tant’è che il gruppo pronto ad investire non ha fatto venir meno il proprio interesse, con l’offerta di acquisto fissata a 55,5 milioni di euro per il 73,57% delle azioni ancora detenute dalla Popolare di Bari. Cifra che porta a quotare il valore complessivo di CariOrvieto a 74 milioni di euro.

Si auspica una rapida vendita

Siamo confidenti – è la nota diramata dalla Fondazione lunedì mattina, all’indomani del salvataggio pubblico della Popolare di Bari – che, in considerazione, dell’offerta irrevocabile di acquisto della partecipazione di Banca Popolare di Bari in CRO, formalizzata prima dell’apertura dell’Amministrazione Straordinaria, consenta una rapida definizione di questa posizione“.

La patrimonializzazione promessa

Si tenga presente – evidenzia la Fondazione – che la Società Offerente ha, altresì, formalizzato la volontà di patrimonializzare ulteriormente CRO, al fine di portare il cet1 sino al 18%“.

A rischio i soldi degli azionisti della Popolare di Bari

Se il commissariamento della Popolare di Bari non riguarda la CariOrvieto (ma gli interlocutori per la vendita del pacchetto di maggioranza) tocca però anche il territorio orvietano ed umbro il problema dei soldi persi dagli azionisti dell’istututo pugliese.

Perché se il salvataggio pubblico ha messo in salvo i conti correnti dei clienti della Popolare di Bari, i piccoli azionisti che hanno acquistato le azioni e sottoscritto il bond subordinato da 213 milioni rischiano di perdere i loro risparmi. E tra i circa 69mila obbligazionisti e più di 15mila azionisti che si trovano in questa situazione, per lo più piccoli risparmiatori, in gran parte del sud, ci sono anche orvietani ed umbri. Perché la controllata CariOrvieto ha collocato alcuni prodotti della propria controllante Popolare di Bari.

Azionisti e obbligazionisti

I piccoli risparmiatori che hanno investito nella Popolare di Bari sono dunque con il fiato sospeso. Perché la tipologia adottata per il salvataggio pubblico non ha precedenti e quindi si devono valutare i possibili scenari. Gli azionisti si ritrovano con in mano titoli invendibili. La loro speranza è che la Popolare di Bari venga trasformata in tempi brevi in società per azioni, così da sperare di recuperare sul mercato qualcosa dei loro soldi.

Diversa la situazione degli obbligazionisti, che devono attendere il 2021 per ottenere la restituzione di quanto investito nel bond. E chissà se la gestione commissariale basterà a restituire loro i soldi investiti.

La critica della Fondazione

La Fondazione, comunque – scrivono a questo proposito da Palazzo Coelli – non ha dimenticato che la CRO avrebbe dovuto astenersi dal collocare azioni della Capogruppo. Circostanza, questa, che l’Ente già da tempo ha criticato e posto sotto osservazione”.

Rinnovamento delle posizioni apicali

Ma le critiche della Fondazione, che ha già chiesto discontinuità nella direzione generale, non si fermano qui. “Parimenti – si legge ancora – è indubitabile che l’Istituto poteva e può far di più in termini di attività tipica. Di qui la necessità di un rapido cambio di passo, accompagnato da un sostanziale rinnovamento nelle posizioni apicali“.

“Ordinata e rapida collocazione fuori dalle procedure straordinarie”

Ma da Orvieto assicurano che la situazione viene monitorata, finché CariOrvieto non sarà fuori dal pantano della Popolare di Bari. “Sempre la Fondazione, che segue la situazione da vicino – prosegue la nota – intende sostenere la CRO in ogni sua attività ed iniziativa sul territorio, così come in ogni sua comunicazione con i propri clienti.

Allo stesso tempo, si confronterà e coordinerà con tutti gli Organi competenti, affinché la CRO abbia una sua ordinata e rapida collocazione al di fuori delle procedure straordinarie in corso che, si ribadisce, riguardano esclusivamente la sua controllante. In breve, la Fondazione – si conclude la nota di Palazzo Coelli – è certa della buona salute della sua partecipata e sicura che possa continuare ad offrire ai suoi clienti i quotidiani servizi. Da ultimo, si segnala che, in queste ore, sono in corso riunioni, anche col soggetto che ha formulato la proposta vincolante di acquisto, al fine di valutare i prossimi passi“.

Sindaci dell’Orvietano pensano ad un incontro

Intanto la politica si muove. Ed in particolare il sindaco di Parrano, Valentino Filippetti, evidenzia i “gravi riflessi anche sul territorio” che avrà la crisi della Banca popolare di Bari, ha chiesto ufficialmente al sindaco di Orvieto, Francesca Tardani la convocazione di una riunione dei sindaci dell’Area Interna e dei parlamentari umbri per parlare del commissariamento della banca.

Da una parte – sostiene Filippetti – è necessario un intervento urgente e diretto del governo a tutela degli azionisti e dei risparmiatori, dall’altro occorre invece capire le responsabilità di chi ha condotto un istituto così importante in questa situazione”.

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