Sorpresi a cacciare avifauna protetta, nei guai 3 bracconieri - Tuttoggi.info

Sorpresi a cacciare avifauna protetta, nei guai 3 bracconieri

Redazione

Sorpresi a cacciare avifauna protetta, nei guai 3 bracconieri

Operazione notturna del Corpo Forestale dello Stato nell'Appennino gualdese | Sequestrati 3 fucili, oltre 2.500 munizioni e 500 g. di polvere da sparo non denunciate
Ven, 27/11/2015 - 11:53

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Nei giorni scorsi, il personale del Corpo Forestale dello Stato di Gualdo Tadino, congiuntamente a quello di Sassoferrato (AN) ed al NIPAF di Ancona ha denunciato tre bracconieri di Gualdo Tadino nell’ambito di una complessa operazione antibracconaggio condotta a cavallo tra le regioni Umbria e Marche.

Nascosti sul valico montano, a partire dalle ore notturne, in località Valmare di Montemaggio, i forestali sono intervenuti all’alba per evitare la mattanza di uccelli protetti iniziata dai tre, sorpresi con 7 esemplari di avifauna particolarmente protetta appena abbattuti.

Successivamente sono scattate le perquisizioni presso le abitazioni dei tre bracconieri residenti a Gualdo Tadino, dove i forestali hanno rinvenuto un vero e proprio arsenale, con oltre 2.500 munizioni e 0,5 kg di polvere da sparo non denunciati. Oltre a questi sono stati sequestrati anche 3 fucili, un richiamo elettronico illecito e i 7 esemplari di fringillidi abbattuti illegalmente.

I bracconieri, denunciati alle competenti Procure della Repubblica di Perugia ed Ancona, rischiano pene fino a 12 mesi di arresto, previste per l’omessa denuncia di munizioni e per l’abbattimento di specie particolarmente protette, oltre al ritiro della licenza di caccia da parte della competente autorità di Pubblica Sicurezza.

L’operazione è stata svolta nell’ambito di una vasta campagna incentrata al contrasto del bracconaggio alle specie migratorie perpetrato da decenni nei principali valichi montani tra Umbria e Marche. Numerose specie particolarmente protette dalla normativa nazionale e comunitaria vengono ogni anno abbattute dai bracconieri e nascoste all’interno della vegetazione per eludere i controlli. Tale pratica è stata riscontrata in numerosi valichi montani della regione anche nelle passate stagioni venatorie. Questi piccoli uccelli protetti sono molto ricercati perché costituiscono ingrediente pregiato di alcuni piatti tipici della tradizione venatoria, ormai non più compatibili con le esigenze di tutela ambientale.

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