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Vinci il bullismo con la via della cedevolezza (il Judo) – presentato il progetto all”Istituto Comprensivo Felice Fatati di Terni

Redazione

Vinci il bullismo con la via della cedevolezza (il Judo) – presentato il progetto all”Istituto Comprensivo Felice Fatati di Terni

Promosso dalla Fondazione Moveo in collaborazione con la Fijlkam Umbria.
Mer, 10/05/2017 - 17:40

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Si è svolta questa mattina, presso auditorium dell’Istituto Comprensivo Felice Fatati di Terni, la conferenza stampa di presentazione di: “Vinci il bullismo con la via della cedevolezza (il Judo)”, un progetto promosso dalla Fondazione Moveo in collaborazione con la Fijlkam Umbria.

Alla presentazione del progetto, che a partire dal mese di ottobre coinvolgerà più di 100 ragazzi della prima media, erano presenti: Paolo Arcelli Direttore Tecnico della Fondazione Moveo, Andrea Arena, presidente regionale della Fijlkam, Leonardo Perini, vicepresidente del settore Judo, Mirco Diarena coordinatore del progetto e l’ex Campione del Mondo Militare e vincitore di due medaglie alle Universiadi Alessandro Bruyere.

A dargli il benvenuto la direttrice del prestigioso istituto ternano, Paola Cannavale, che ha voluto ringraziare la Fondazione Moveo per aver scelto l’Istituto Felice Fatati come trampolino di lancio di questo importante progetto rivolto agli adolescenti

La parola è poi passata a Paolo Arcelli che ha spiegato a un auditorium gremito di studenti quali sono gli obiettivi della neonata Fondazione: “Moveo – dice Arcelli – nasce nell’estate del 2016 grazie all’idea di un gruppo di imprenditori che hanno voluto riscoprire il valore della disciplina sportiva a qualsiasi livello come scuola di vita e fondamentale strumento per fronteggiare e ridurre l’illegalità, la violenza, la prevaricazione, l’isolamento, il disagio e l’emarginazione, con particolare riferimento alle giovani generazioni e al mondo della disabilità. Nell’articolo 2 del suo Statuto fondativo – ha proseguito Arcelli – Moveo indica quali finalità da perseguire la valorizzazione dello sport come strumento di educazione e formazione personale e sociale e la diffusione e lo sviluppo dell’attività motoria”. Arcelli ha poi ricordato i progetti che la fondazione nata ad Umbertide ha già al suo attivo: Progetto Baskin, rivolto a giovani disabili e normodotati, la ricerca sull’abbandono dell’attività sportiva in età scolare, la promozione dell’attività motoria nelle scuole elementari, gli incontri e le conferenze sull’etica e la legalità nello sport.

L’intervento del Direttore Tecnico della Moveo è stato seguito da quello dei rappresentanti della Fijlkam. Arena ha ricordato come l’iniziativa rientri nel progetto “Scuola Fijlkam sale in cattedra” e come le arti marziali favoriscano il rispetto delle regole e delle persone. Perini ha invece voluto ringraziare il campione Bruyere per essere nuovamente in Umbria per promuovere il judo e i suoi valori.

A questo punto la parola è passata all’autore del libro “Igei, storia di un drago che faceva judo”: Alessandro Bruyere. L’ex campione ha sottolineato come il bullo non è solo chi compie atti violenti o chi sistematicamente se la prende con qualcuno per una diversità o un difetto ma anche coloro i quali si rendono complici di questi atteggiamenti non condannandoli o avallandoli, magari, con una fragorosa risata.

Gli alunni del Felice Fedeli hanno incalzato di domande il campione torinese dimostrando grande attenzione e interesse per il tema trattato.

A concluso gli interventi l’istruttore di judo Mirco Diarena che ha spiegato che i corsi antibullismo partiranno nel mese di ottobre : “Il bullismo – ha detto Diarena – è spesso un nemico invisibile, un’ombra spaventosa che segue i bambini o i ragazzi in ogni angolo e che compromette la loro crescita e la loro serenità. Attraverso il metodo ju-do (letteralmente, via della cedevolezza) si offre ai ragazzi la possibilità di uscire dall’incubo. I corsi antibullismo non sono orientati all’insegnamento di tecniche di difesa per consentire ai praticanti di rivolgerle contro il bullo di turno ma si sviluppano su due direttrici che alla fine convergono in un’unica parola: rispetto.

I corsi sono strutturati in modo tale da permettere al bullo (persona che comunque vive un disagio) di sfogare la sua aggressività, imparare il rispetto delle regole e delle persone attraverso la pratica del judo. Nel judo si proietta a terra l’avversario ma lo si accompagna tenendo saldamente le prese per evitare che si faccia male. Il contatto continuo corpo a corpo serve ad abbattere le barriere e le diversità e favorisce l’apertura e il dialogo tra i ragazzi.

Ovviamente i corsi sono rivolti anche alle vittime del bullismo. Grazie al metodo judo i bambini acquisiscono una maggiore consapevolezza di sé, maggiore sicurezza e maggiore apertura verso gli altri. L’uscita dall’isolamento – ha concluso – è il primo passo verso la vittoria contro il bullismo”. 


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