Durante la parte della seduta odierna dell’Assemblea legislativa dell’Umbria riservata alla discussione delle interrogazioni a risposta immediata, i consiglieri Andrea liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S) hanno presentato un atto ispettivo riferito alla crisi occupazionale umbra “che interessa, secondo la Cgil, 150 vertenze, con tagli dei posti di lavoro che solo per quanto riguarda Nestlè-Perugina, Colussi, Gruppo Novelli e altre imprese nel settore agroalimentare assommano a oltre 500 lavoratori”.
I due consiglieri pentastellati quindi, nel “pretendere il rispetto dei patti siglati e dei diritti sanciti dalla Costituzione e dallo Statuto della Regione, conformemente ai più elementari principi di giustizia sociale” chiedono alla Giunta regionale “aldilà di fumosi memorandum e protocolli senza seguito e mentre i lavoratori vengono messi gli uni contro gli altri, quale sia lo stato di tutela delle maestranze e delle produzioni su Perugina, Colussi ed ex Novelli”.
Rispetto alla crisi della Perugina Liberati e Carbonari chiedono che si sostenga “tangibilmente il progetto di ‘workers by out’ tramite costituzione di cooperativa voluto da ex dirigenti dell’azienda e legato alla possibile produzione dei prodotti storici e non più realizzati. Un progetto volto anche a riassumere eventuali lavoratori in esubero. Sembrerebbe che Nestlè voglia ridurre il personale con 200 part time, 150 lavoratori al 50 per cento e 50 al 75 per cento, 30 esuberi, 30 pensionamenti e 80 da ricollocare non si sa dove e a quali condizioni. Ad Assisi sarebbero partite lettere di licenziamento e c’è un accordo con i sindacati che prevede 59 esuberi. La Novelli, dopo il fallimento di Alimentitaliani, ne licenzia 6 a Spoleto, dopo i 30 di Terni, con altri lavoratori in cassa integrazione a zero ore. Vorremmo sapere come la Giunta sta procedendo alla tutela delle maestranze e per il rispetto dei patti siglati”.
La presidente della Regione Catiuscia Marini ha risposto che “non si può fare un quadro comune per queste tre distinte situazioni: Colussi e Nestlé non sono aziende in crisi ma gruppi che hanno mercato e capacità produttiva”.
Colussi, la governatrice ha ricordato che “i lavoratori hanno svolto un referendum aziendale e sottoscritto un accordo con la proprietà, condividendo il percorso di investimento. Questo non nasconde l’impatto sociale che c’è. Il tema è quello delle ristrutturazioni aziendali, della loro trasformazione tecnologica e degli investimenti sul digitale evitando che l’impatto della modernizzazione si traduca in impatto sociale a carico dei lavoratori. Alla Colussi parte dei lavoratori ha sottoscritto un accordo di fuoriuscita volontaria e con incentivo economico. L’azienda ha messo a disposizione un soggetto per ricollocare i lavoratori non più impiegati all’interno della fabbrica”.
“Su Nestlé – ha ripercorso – è aperto un tavolo nazionale e abbiamo sempre ritenuto che la sede ministeriale fosse adeguata al confronto con la multinazionale. C’è stato un incontro la settimana scorsa e si è aperto uno spazio di confronto fra sindacati e azienda non tanto sugli esuberi, ma sull’organizzazione del lavoro, per ridurre impatto sociale. Anche qui, niente crisi, ma riorganizzazione tecnologica. Il tema è la ricollocazione dei lavoratori. Importanti saranno gli strumenti incentivanti per far rimanere il maggior numero di lavoratori in fabbrica”. Marini ha aggiunto che “il tavolo è ricollocato a metà febbraio e le istituzioni stanno accompagnando il confronto con obiettivo la salvaguardia dei posti di lavoro e le prospettive industriali della fabbrica. Si tratta di un grande sito produttivo che occupa più di mille persone e avrà una prospettiva di futuro se dietro c’è un grosso gruppo industriale, con una rete commerciale di scala globale, non può essere affidata a soggetti privi di finanza, non è una piccola aziendina, senza contare che il tema della proprietà non è mai stato posto. Il nostro interesse è che Nestlè continui, siamo interessati a capire se San Sisto possa essere punto di riferimento per produzioni che attualmente vengono fatte altrove”.
Quanto alla vertenza Novelli, “la vicenda viene gestita direttamente dal tavolo nazionale. La Regione la segue con molta attenzione e il 24 gennaio ci sarà un nuovo incontro al Mise. Qualora la decisione non sia l’unitarietà del gruppo, ci sono soggetti interessati, in modo particolare panifici e zootecnico in Umbria, una prospettiva che abbiamo sempre rappresentato”.
Nella replica, il consigliere Liberati ha ringraziato al presidente per l’esposizione perché “ha consentito di fare maggiore chiarezza. Sulla Colussi ci sono 19 esuberi volontari ma 40 sono veri licenziamenti, con o senza scivolo. Su Perugina sembra che non si creda ad ipotesi alternative, ma il grande gruppo di cui parla Marini sta procedendo in un modo che non pare confortante. Credo che sarebbe bene pensare ad altre forme di approccio con le multinazionali, che dovrebbero rispettare delle regole di civiltà minima ma sono sempre più sub juris. Novelli: la famiglia è sparita dai radar e la vicenda sembra lontana dall’essere risolta”.