Ha parlato a lungo, sotto dei tendoni, agli orti Orfini di Foligno, mentre la pioggia e il vento non hanno scoraggiato nessuno degli spettatori. Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, con entusiasmo e convinzione ha largamente illustrato i motivi di sconfitta alle ultime politiche, e il grande bisogno di riformare un vero partito comunista in Italia.
L'occasione è stata data dalla presentazione a Foligno del Manifesto per la Rifondazione.
“Il prossimo che mi dice che voglio sciogliere il partito, lo querelo. Sono 38 anni che milito nel comunismo e l'unica cosa che voglio sciogliere è l'imbecillità” ha detto con foga Vendola. “Dobbiamo occuparci di ridare un senso al ‘fare politica', – ha spiegato – prima dei voti ci si deve occupare dei volti. Quella subita alle ultime elezioni, è stata una grandissima sconfitta, perché la gente che ha votato a destra si sentiva veramente di destra. Non siamo stati in grado di ascoltarla la gente, non c'è più dialogo, non c'è più confronto. Niente ci sostiene, la società sta pian piano degradandosi. Non c'è attenzione per i giovani, dalla famiglia numerosa, fatta anche di nonni e zii, siamo passati a dei genitori che demandano a programmi televisivi di assoluta demenzialità l'educazione dei propri figli. Anche la scuola non aiuta più le masse. Nel '68 – ha aggiunto il governatore della Puglia – tutti i cambiamenti sono stati covati nelle scuole, oggi le scuole sono agenzie educative di second'ordine. Il lavoro è in una fase assolutamente drammatica. Dopo tante lotte per i diritti dei lavoratori, si sta tornando indietro. Il lavoratore è tornato ad essere pura manodopera. Sempre più sporadici i confronti la rivendicazione dei propri diritti, dei propri spazi. I lavoratori sono una pietra angolare, non una pietra di scarto.‘La Sinistra l'Arcobaleno', è stato un mettere insieme diversi partiti che non avevano di base le stesse idee, gli stessi obiettivi, gli stessi mezzi, così la gente non si è più riconosciuta in noi e non ci ha votato”.
“E poi diciamola tutta, – ha proseguito Vendola – il nome e il simbolo della Sinistra l'Arcobaleno erano veramente brutti. La cecità della cultura politica del centro sinistra, di Prodi e Padoa Schioppa, è stata nel non rendersi conto che da 10-15 anni, i ceti medi, hanno perso ogni sicurezza, non hanno più punti di riferimento, ma il loro unico impegno è stato di tentare di risanare la situazione economica del paese”.
Avviandosi verso la conclusione, il presidente della regione Puglia ha esortato i presenti: “l'identità comunista non è un pezzo da museo che va contemplato, ma è un corpo vivo, un qualcosa da costruire; deve essere un cantiere aperto, altrimenti non ha alcun senso. Dobbiamo costruire una sinistra di popolo. Nelle fabbriche c'è gente livida, rancorosa; ho provato a distribuire dei volanti alla FIAT, e nessun operaio l'ha preso, perché guardato dai 'capetti', per paura. Gli operai del nord votano per la Lega, ci rendiamo conto!?”
“Dobbiamo riaprire il cantiere delle proposte. Oggi il comunismo può essere presentato come modello, o come una risposta, – ha concluso Vendola – ma in realtà deve essere una domanda su tutti i problemi che affliggono il mondo un'apertura agli altri per confrontarsi e andare avanti”.
(Valentina Ballarani)
