La scuola rischia di finire in anticipo per centinaia di bambini umbri. Stanno arrivando infatti in questi giorni le raccomandate da parte delle direzioni scolastiche a quelle famiglie i cui figli non sono in regola con le disposizioni vaccinali previste dalla legge 73/2017, che impone l’obbligo di 9 vaccinazioni per i nati fino al 2016 (esavalente + morbillo/parotite/rosolia) e 10 vaccinazioni per i nati dal 2017 (esavalente + morbillo/parotite/rosolia + varicella).
Le comunicazioni sono successive alla scadenza del 10 marzo, data entro la quale sarebbe stato necessario adeguarsi alla normativa, e lasciano un ultimo spazio di manovra: presentare la documentazione che attesti l’immunizzazione del bambino o le gravi motivazioni per cui il vaccino non può essere effettuato o, ancora, che comprovi l’avvio di un percorso di messa in regola. Mancando uno di questi elementi, trascorso un ulteriore termine di dieci giorni, scatterà la sanzione amministrativa (la legge prevede multe da 100 a 500 euro) e, per i bambini della scuola dell’infanzia, l’esclusione dalle lezioni.
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Di fatto, per molti bimbi il prossimo 28 marzo potrebbe essere l’ultimo giorno di scuola a patto che il consiglio regionale del 4 aprile non faccia propria la mozione presentata dalla Lega con la quale si chiede una “moratoria della legge in vigore – spiega il consigliere regionale del Carroccio, Valerio Mancini – e la possibilità di riammettere i bambini a scuola, approfittando della pausa estiva per riflettere sull’intera questione e ricostruire un percorso che riesca a coniugare il tema della protezione vaccinale e della sicurezza sanitaria con l’evidenza che non tutti i bambini possono essere vaccinati”.
In occasione del consiglio regionale si potrebbe anche tenere una manifestazione di fronte a palazzo Cesaroni con decine di genitori pronti a far sentire le loro ragioni. Compresa quella per cui “così si sta facendo un danno psicologico al bambino, che si vede escluso, discriminato rispetto agli altri suoi compagni”, sottolinea Mancini.