Una casa di accoglienza per i malati di alzheimer è il segno di carità che l'arcidiocesi di Spoleto-Norcia realizzerà nel settecentenario della morte di S. Chiara da Montefalco. ” La Santa che portava nel cuore i segni della passione di Cristo – dice l'arcivescovo mons. Riccardo Fontana – ci invita a scrutare le sofferenze del nostro tempo”. Il presule ha annunziato al popolo – al termine della processione di ieri sera per le vie di Montefalco, alla quale hanno partecipato migliaia di fedeli – che la Chiesa spoletina venderà un bene per costruire la nuova opera; lo stesso faranno gli agostiniani; il comune di Montefalco ha offerto alla nuova fondazione “S. Chiara da Montefalco” il terreno per realizzare l'opera, che sorgerà in via Leopardi, non lontano dal centro storico. L'opera sarà sostenuta dalla Caritas, con la collaborazione di tutti i volontari. L'arcivescovo ha invitato i fedeli, in particolare i devoti di S. Chiara, a contribuire alla realizzazione della nuova casa di accoglienza.
Mons. Fontana al termine della processione si è soffermato sulle attuali, drammatiche vicende che hanno colpito la Georgia, ricordando che tutta l'Umbria è solidale con la comunità del Caucaso. Il vescovo di Spoleto ha raggiunto telefonicamente il Rappresentate Pontificio in Georgia, mons. Claudio Gugerotti, e il Patriarca Ortodosso Elia II: entrambi ringraziano il popolo umbro per la solidarietà dimostrata a favore dei profughi della Georgia con la grande colletta dell'Assunta. Infatti, tutti i soldi raccolti nelle chiese dell'Umbria il giorno di ferragosto verranno inviati alla Caritas di Tbilisi.
Anche il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace , da Montefalco, dove ha presieduto questo pomeriggio il pontificale in memoria di S. Chiara, ha pregato per le vittime della guerra in Georgia, per le vittime di tutte le guerre, ribadendo che nei conflitti perde di più chi ha meno. “La certezza della pace possibile – ha detto il porporato – genera negli altri la pace e dà concretezza all'esperienza dell'amor di Dio”. Martino nella sua omelia ha parlato anche dell'attuale civiltà che onora l'effimero e l'apparenza di un momento. “Ma la gente come sta? Vogliamo chiedercelo? Oggi la gente perché vive? Ci riempiamo la bocca di parole: dei nostri ragazzi diciamo che sono in una crisi valoriale. Ma di quali valori? Quali sono i nostri valori?”, si è chiesto il cardinale. “Siamo venuti da Chiara della Croce per chiederci insieme quali sono le ragioni per cui vale la pena vivere. Vogliamo sapere, prima di tornare alla nostre case, alle nostre occupazioni, se la libertà è ancora un valore; se la sapienza è un tesoro da ricercare. La Chiesa ha la sua dottrina per l'ordine sociale e le relazioni che devono esistere al mondo, tra le persone. Tu puoi avere il mondo intero, possedere il mondo intero, ma ciò che conta è chi sei tu, cosa vali dentro, quale il tuo modo di esprimere la vita, quale il modo con cui riesci a cambiare questo mondo, a renderlo più giusto, a renderlo più buono. Di fronte a questo processo interiore, che è privilegio di ogni adulto, non ti è dato di bluffare: vi è un campo comune, dove non contano gli ammennicoli inutili, dove sono vane e antiquate tutte le ideologie. La sapienza è l'unico bene pregevole per tutti: l'unica alternativa alla fatuità, a cui talvolta ci rassegniamo”.
