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Un “Distretto del cibo” per rilanciare lo sviluppo dell’Umbria

Redazione

Un “Distretto del cibo” per rilanciare lo sviluppo dell’Umbria

Se ne è parlato durante il convegno inaugurale di Fior di Cacio 2018 | Tanti eventi in programma domani, dallo show cooking sulla pasta alla Norcina alla maxi ricotta
Sab, 09/06/2018 - 17:56

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Il tempo incerto non ha scoraggiato i numerosi visitatori che oggi (sabato 9 giugno) hanno visitato Vallo di Nera per la giornata inaugurale di Fior di Cacio 2018. Nel “paese castello”, infatti, fino a domani sarà possibile assaporare le produzioni casearie umbre, ma non solo, scoprendo un territorio incantato dove le tradizioni tornano protagoniste e creano nuovo sviluppo. E proprio di un tema così importante si è parlato questa mattina nell’ex convento di Santa Maria per il convegno su “I distretti del cibo, nuovi strumenti di valorizzazione del territorio”.

Ad aprire l’incontro, moderato dal direttore del Corriere dell’Umbria Franco Bechis, che ha pungolato relatori e presenti, è stata il sindaco di Vallo di Nera, Agnese Benedetti. Il primo cittadino, ricordando l’importanza di eventi come Fior di Cacio per accendere un faro sui piccoli borghi, ha osservato come dalle difficoltà nascono le opportunità. Come avvenuto a Vallo dopo il drammatico terremoto del 1979, che però ha rappresentato una svolta per il territorio. “I problemi ci sono – ha detto – ma tutto quello che facciamo mira a far rimanere le persone qui”.

Nell’opera di riqualificazione dei luoghi, propedeutica al loro rilancio, è stato ricordato come grande è stato l’impegno in Umbria dei Gal (gruppo di azione locale). E quello locale, il Gal “Valle Umbra e Sibillini” continua ad adoperarsi fortemente per il territorio, come dimostra l’attenzione dimostrata nei confronti di Fior di Cacio. “Abbiamo ritenuto opportuno non solo sostenere questa manifestazione – ha spiegato il presidente Gianpiero Fusaroma più in generale Vallo, che credo sia il paese più bello della Valnerina. Grazie alle azioni intraprese dalla Regione, sono arrivate dal Psr risorse importanti per il Gal da investire nel territorio. Ma va portata avanti una politica strategica, affinché queste risorse possano portare, da qui a una scadenza non lontanissima, dei risultati”.

Ed in Valnerina ci sono persone, anche donne, che hanno riscoperto – con successo – la pastorizia. Come ha documentato Anna Kauber, che nel 2015 ha intrapreso un viaggio lungo l’Italia per incontrare e conoscere le donne pastore e che è arrivata anche in Valnerina (alle donne pastore del territorio è dedicata una mostra promossa dal Comune di Vallo di Nera e dal Cedrav, inaugurata oggi). “Qui – ha raccontato Kauber – ho vissuto la marginalità di questi luoghi, che però è una risorsa o può diventarlo, economica ma anche di qualità della vita. Chi sceglie la pastorizia, e ho incontrato anche persone laureate, lo fa per tornare a dei rapporti di comunità di un certo tipo, perché è in cerca di paradigmi diversi”.

E della strada per arrivare ad uno sviluppo sostenibile, come prevede una risoluzione dell’Onu del 2015, ha parlato il professor Andrea Marchini, dell’Università degli Studi di Perugia. La parola ‘cibo’, ha osservato, comprende qualcosa di molto più complesso del termine ‘alimento’, comprendendo al suo interno l’alimentazione, che è un atto culturale, e la nutrizione, che è un processo di tipo biologico –scientifico. Così come parlare di cibo vuol dire parlare anche di agricoltura, sviluppo rurale e sicurezza alimentare. “Tutti gli studi sul consumatore – ha detto – ci confermano che in realtà quando ci avviciniamo al cibo siamo tutti in cerca di un senso che non è semplicemente una preferenza ma un legame identitario forte, e su cui investire nel prossimo futuro”.

Uno strumento di investimento, da questo punto di vista, lo offrono i ‘Distretti del cibo’, strumenti innovativi riconosciuti dal Governo di recente che sono “l’ultima evoluzione di un’esperienza nata negli anni ’90 ma oggetto di normative regionali disperate. Ora, invece, si è voluto dotare questi distretti di uno strumento finanziario costante e per farlo è stato necessario inquadrarli normativamente” ha spiegato Daniela Toccaceli, che ha lavorato attivamente per il ministero delle Politiche agricole per arrivare a questo risultato. “Da un punto di vista tecnico – ha osservato – i distretti del cibo sono un modo di reintegrare in un unico punto di vista tante tipologie di distretti diversi che esistono, quelli rurali, biologici, alcuni di prossimità. La grande forza di questo strumento è quella di riuscire a fare una sintesi di soggetti, progetti e risorse attorno ad una volontà che guarda al futuro”.

Un esempio concreto lo ha portato Giovanni Francesco Malanchini, consigliere regionale della Lombardia e fino a pochi giorni fa sindaco di Spirano, tra i promotori del distretto agricolo Bassa Bergamasca. Il contesto è ovviamente differente, ma quello che 43 comuni e 130 aziende hanno realizzato dopo oltre 2 anni di lavoro è un modello da seguire. Una sinergia che si basa sul mondo agricolo e zootecnico nel suo complesso, dalla produzione di prodotti a km0 alle tecnologie e ricerca fino al turismo ed ai servizi correlati. Il piano operativo ha previsto la riconversione produttiva del vasto patrimonio immobiliare, quindi l’attenzione a filiere e commercializzazione, la riqualificazione ambientale ed infine la comunicazione, fatta puntando molto anche su scuole e open day.

In Umbria qualcosa si sta muovendo, come ha spiegato il presidente di Coldiretti Albano Agabiti, mirando ad un distretto del cibo che coinvolga l’intera regione. “Siamo pronti a partire con un gruppo di sindaci nutrito, – ha annunciato Agabiti – abbiamo un nucleo di imprese molto interessate: l’idea è di creare un distretto del cibo dell’Umbria, non di una parte di territorio. Come Coldiretti, riteniamo che se abbiamo un valore dell’Umbria, è l’Umbria stessa”. Il concetto è quello che le filiere più forti possano trainare quelle più deboli ed idem vale per le aziende. Agabiti ha lanciato però anche un appello alle imprese che in questi anni sono state in grado di svilupparsi fortemente, che “devono rilasciare qualcosa al territorio: è grazie ad esso se sono cresciute, quindi devono prendere ma anche ridare”. “Entro pochi giorni – ha quindi annunciato – presenteremo ufficialmente il comitato promotore del distretto del cibo, vogliamo coinvolgere tutto il territorio e tutte le imprese possibili di questa nostra grande terra che è l’Umbria”.

A raccogliere l’appello il Consiglio regionale, rappresentato dalla presidente Donatella Porzi e dal vice Valerio Mancini. “Una sinergia è imprescindibile – ha detto Porzi – a maggior ragione su questi temi. Il distretto ci consentirà di portare a sistema realtà già esistenti”.

Al termine del convegno, il taglio del nastro ufficiale della sedicesima edizione di Fior di Cacio (alla presenza anche di diversi sindaci della Valnerina e degli assessori provinciali Erika Borghesi e Roberto Bertini) e della mostra sulle donne pastore.

Fino a domani sera Vallo di Nera sarà un contenitore di tantissime iniziative. Oltre a poter visitare gli stand di prodotti tipici tra le vie e le cantine del borgo, ci saranno degustazioni gratuite, educational, escursioni, canti popolari, animazioni e spettacoli per bambini, laboratori sulle produzioni casearie e molto altro. Alle ore 13 lo show cooking al chiostro di Santa Maria sulla vera pasta alla Norcina a cura dello chef Andrea Battilocchi, alle 18 torneranno a Vallo i “Cavalieri della tavola apparecchiata” che accompagneranno la maxi ricotta di Fior di Cacio, che sarà offerta a tutti i presenti. A concludere la giornata il concerto “Tratturo zero” e gli educational gratuiti “I mille matrimoni del formaggio”.

Programma e informazioni su www.fiordicacio.com

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