Umbricellum, altro rinvio da Tribunale | Giudice si pronuncerà su competenza - Tuttoggi.info

Umbricellum, altro rinvio da Tribunale | Giudice si pronuncerà su competenza

Alessia Chiriatti

Umbricellum, altro rinvio da Tribunale | Giudice si pronuncerà su competenza

Il Comitato, "Regione Umbria si difende dal processo. Spesi soldi pubblici"
Gio, 18/02/2016 - 17:10

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La Regione Umbria si sta difendendo dal processo e non nel processo”. A dirlo è l’avvocato Ricciardi, tra i professionisti del pool per la difesa del Comitato per la democrazia in Umbria per l’affaire Umbricellum, la legge elettorale attualmente in vigore con la quale è stata eletta l’Assemblea Regionale a Palazzo Cesaroni a maggio 2o15. Una frase pronunciata alla vigilia della nuova udienza, dopo quella di novembre ed un rinvio tecnico utile per poter consentire agli avvocati di studiare le carte, tenutasi questa mattina.

Gli avvocati si sono trovati nuovamente di fronte al magistrato del Tribunale Civile di Perugia, Fabrizio Pieschi: quest’ultimo ha nello specifico deciso di dare sei giorni in più sia al Comitato che alla Regione Umbria per poter depositare tutte le complesse e articolate memorie. Il termine ultimo è fissato per il 24 febbraio. Poi il giudice Pieschi si prenderà il suo tempo per decidere. Il nodo centrale del dibattimento si è sviluppato attorno al ricorso preventivo di giurisdizione presentato dalla Regione con il quale si chiede che la palla passi alle sezioni unite della Cassazione affinché decida se sulla questione debba pronunciarsi il giudice civile o quello amministrativo. Al termine, l’avvocato della Regione ha chiesto un breve termine per controbattere alle deduzioni presentate dagli avvocati del Comitato in merito al ricorso e il giudice ha concesso 6 giorni di tempo a entrambe le parti per il deposito di ulteriori memorie, dopodiché si riserverà di decidere senza ulteriori udienze.

Ritardi e rinvii. Di questi potrebbe essere così vittima l’Umbricellum, secondo il Comitato. Tutto di fronte ad una “spesa inutile di affrontata dalla Regione Umbria, nonostante disponga già dei mezzi per poter affrontare il processo. La Regione ha speso 15mila euro di parcelle, di soldi pubblici”. Il tutto considerando il fatto che, anche qualora il ricorso fosse vinto dal Comitato, il giudice dichiarerà l’inapplicabilità della legge, ma non farà decadere né i consiglieri né il presidente.

L’iter dunque al momento è il seguente: con il regolamento preventivo di giurisdizione, la Regione Umbria chiede, come detto, che siano le Corti di Cassazione riunite a pronunciarsi, non il Tribunale Civile. Ma in questo modo, i tempi sulla decisione potrebbero dilatarsi, tanto che la Cassazione potrebbe impiegare almeno due anni prima di pronunciarsi. Tra un rimpallo e un altro, si arriverebbe, in base alla previsione del pool di avvocati del Comitato, composto da Besostri, Ricciardi e Pennino, alla sentenza nel 2020, anno in cui i cittadini dovrebbero ritornare alle urne.

Diritti fondamentali – Per il Comitato è dunque il Tribunale Civile, essendo il voto un diritto fondamentale garantito dall’art. 48 della nostra Costituzione, a doversi pronunciare, quando invece la Regione è convinta che non ci siano profili di incostituzionalità. Gli elementi invece contestati dal Comitato e dagli avvocati Besostri, Ricciardi e Pennino sono bene noti: a loro avviso, non viene messo limite, nella legge, per ottenere premio di maggioranza. Inoltre, il candidato che prende un voto in più dell’altro ottiene la maggioranza di 13 su 21 consiglieri. Infine, gli eletti in consiglio sono eletti in base ai voti ricevuti dal candidato presidente.

L’avvocato Michele Ricciardi, in conferenza stampa, questa mattina, prima dell’udienza, ha inoltre voluto ricordare che “la recente sentenza del Tar dell’Umbria con la quale è stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato da alcuni candidati del centrodestra alle ultime elezioni si corre il rischio di avere una situazione di cortocircuito per la quale da un lato si dirà che bisogna ricorrere al giudice amministrativo e dall’altro che il giudice amministrativo decida che se non ci sono difetti nel procedimento elettorale e di nomina degli eletti il ricorso è inammissibile”. Dal canto suo, l’avvocato Besostri ha ribadito come debba essere “interesse principalmente dell’istituzione regionale sapere se la legge elettorale è buona oppure no. Tanto più che anche qualora la legge elettorale venga dichiarata incostituzionale non si avrebbero effetti immediati nell’attuale consiliatura come dimostra il Parlamento che pur eletto con una legge elettorale poi dichiarata incostituzionale è rimasto in vigore e sta addirittura modificando la costituzione”.

Inoltre il ricorso per regolamento preventivo di giurisdizione, stabilendo un quasi automatismo di rinvio alla cassazione, “viola il diritto costituzionale di avere un giudice terzo in condizioni di parità tra le parti. Quindi si chiederà al giudice di rinviare pregiudizialmente la questione del ricorso alla Corte Costituzionale o alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea“.

A margine della conferenza, è intervenuto anche il professor Mauro Volpi, il quale ha parlato di “iperpresidenzialismo, senza contrappesi del presidenzialismo americano. La battaglia potrebbe anche essere referendaria, e potrebbe essere collegata alla richiesta del referendum per abolire l’Italicum, perché si tratta di leggi gemelle”. Intanto per la legge elettorale in Toscana, lo scorso 11 febbraio l tribunale si è assunto la competenza, fatto avvenuto anche in sardegna. L’Umbria sarebbe al momento l’unico caso per cui il Tribunale potrebbe decidere di “spostare” la competenza dal civile all’amministrativo, fatta salava la decisione della Cassazione.

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