Umbria Jazz, Pino Daniele e Mario Biondi "neri bianchi" nella serata Italiana del Santa Giuliana/ Ft e Video - Tuttoggi.info

Umbria Jazz, Pino Daniele e Mario Biondi “neri bianchi” nella serata Italiana del Santa Giuliana/ Ft e Video

Redazione

Umbria Jazz, Pino Daniele e Mario Biondi “neri bianchi” nella serata Italiana del Santa Giuliana/ Ft e Video

Mer, 10/07/2013 - 12:13

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Carlo Vantaggioli

Italiana o no, quella di ieri sera (9 luglio ndr.) all’Arena Santa Giuliana è stata di sicuro la serata dei “neri bianchi”. Solo così possono essere definiti due artisti come Pino Daniele e Mario Biondi, diversi per anagrafe ma così simili nelle loro carriere musicali, per gusto, stile e genere. Stiamo parlando di Soul, ma anche di Jazz, Blues e Funky, persino Rock.
Arena pienissima (più di 3mila persone ndr.), come si conviene per le grandi occasioni, a testimoniare che il fascino dei due artisti è maturo e consolidato.
Daniele e Biondi poi hanno già avuto modo di collaborare insieme in altre occasioni ed anche se i concerti in programma ieri erano separati, c’è stato il tempo per un duetto imprevisto, durante l’esibizione di Pino Daniele, sulle note di Je so’ pazzo (nel Video di Nicola Palumbo).
Daniele è ormai di casa a Perugia, e ieri si è esibito con una formazione che rappresentava la metà esatta di quel famoso mega-gruppo degli anni ’80 che lanciò l’artista alla ribalta internazionale e che diede vita a quello che fu definito “Neapolitan power”. C’erano con lui ieri, Tullio De Piscopo alla batteria e Rino Zurzolo al contrabasso elettrico. Mancavano del gruppone, Tony Esposito (percussioni), Joe Amoruso (tastiere) e James Senese (sax) . Una macchina da guerra, nata dall’esperienza della celeberrima band Napoli Centrale
I loro concerti duravano più di due ore di musica tirata e di altissimo livello tecnico, come si usava allora, con arrangiamenti così fuori dagli schemi per quell’epoca che l’unico riferimento possibile era la Black Music americana.
Tanto “neri bianchi”, Biondi e Daniele, che si capisce anche perché hanno duettato sulle note di Je so’ pazzo. Ad un certo punto il testo recita :” E non sono menomato sono pure diplomato e la faccia nera l'ho dipinta per essere notato…”. Ecco, i due si notano, eccome, anche senza faccia dipinta.
Pino Daniele, ormai saggio capotribù, lancia alla ribalta musicisti giovani e molti di origine africana come la cantante Awa Ly e Kadija Benjamin, sassofonista, presenti ieri sul palco di Umbria Jazz. Tutti i suoi ultimi lavori risentono di questa influenza, correggendo il tiro rispetto alla giovanile voglia di America. Ieri in programma alcuni nuovi pezzi ma anche cavalli di battaglia come Tu dimmi quando o Napul’è, con il pubblico che si scalda e lo invoca quando riconosce i brani più famosi. Del resto a ben vedere, mezza platea del Santa Giuliana era adolescente ai tempi degli esordi di Daniele e con le sue musiche ci è cresciuta. Un capitolo a parte andrebbe scritto per tutte le collaborazioni fatte con artisti di fama internazionale e che hanno suonato con lui. Solo un paio di nomi noti agli affezionati di UJ: Peter Erskine, Wayne Shorter, Omar Hakim, Trilok Gurtu, Eddie Gomez, Chick Corea, Pat Metheny, Gato Barbieri etc.
Sono proprio le collaborazioni infatti, quelle che segnano sempre di più, il livello della reputazione artistica raggiunta. Collaborazioni che non mancano nemmeno nel curriculum di Mario Biondi, detto anche il “Barry White” italiano.
Di cosa sia stato il successo enorme di This is what you are, è ormai inutile parlare. Quello è lo spartiacque della carriera di Biondi. Da li è iniziato un grande lavoro per valorizzare al meglio questa voce incredibile fatta di bassi profondi, cavernosi, e scale vertiginose che fanno dell’artista un specie di “satanasso” vocale del tutto particolare.

Biondi è assolutamente uno showman e sa come comportarsi con il pubblico. A Perugia sale sul palco con 38 di febbre e la bronchite, ma si mette la sciarpetta, beve qualche succo rossastro miracoloso, e sforna un concerto di quasi due ore serratissime, saltando e ballando come un matto, tirando la voce a più non posso fregandosene di star male. Gli scappa anche una battuta salutando il pubblico, che forse la platea però non afferra fino in fondo, riferendosi al concerto di Keith Jarrett, “Noi le luci le accendiamo…vogliamo vedervi tutti”, tornando alla vicenda vergognosa del concerto tenuto al buio dal pianista americano.
Dello show del Santa Giuliana, rimarrà impresso crediamo a tutti, la possente sezione ritmica e la perfezione del gruppo di musicisti, tutti italiani e di una bravura pazzesca. In evidenza tra loro Daniele Scannapieco che regge la sezione fiati del gruppo e che ha partecipato a tutti i dischi di Biondi, Tommaso Scannapieco al Basso Fretless, Lorenzo Tucci alla batteria.
Lo show presenta tutte le ultime novità del disco appena uscito a gennaio, Sun, dove alla fine c’è anche un brano cantato in Italiano, La voglia la pazzia l’idea, “Sono riusciti a convincermi…”, chiosa Biondi quasi scettico, manco fosse il pezzo di un altro artista. A dirla tutta, forse dovrebbe provare a cantarne qualcuno in più di brano con testo in italiano, perché la riuscita non è proprio male.
Ma la grandissima novità di Mario Biondi, che ha portato alla realizzazione dell’ultimo lavoro, è la collaborazione, decisiva aggiungiamo, con Jean Paul Maunick, alias Bluey, leader della storica band jazz britannica Incognito dopo due anni di lavoro tra Milano, Los Angeles, New York e Londra

Il respiro musicale dei brani, gli arrangiamenti fantastici, e la voce di Biondi, sono un lavoro talmente buono che segnano un secondo punto di svolta nella carriera dell’artista siciliano. Ormai Biondi fa il tutto esaurito in Inghilterra, come se niente fosse, come se avesse la faccia dipinta di nero per farsi notare, come il protagonista di Je so’ pazzo.
Nel caso di Mario Biondi- “satanasso”, è la voce che è dipinta di nero, con corde vocali quasi più potenti del basso fretless di Scannapieco, una voce che entra e scava dentro senza sosta. E meno male che ieri aveva anche la febbre, altrimenti non possiamo immaginare come sarebbe finita.
Sappiamo invece che il pubblico di Perugia non ha potuto fare a meno di farsi cantare This is what you are, elargita generosamente da Biondi con una potenza di “fuoco” adatta alla situazione.
A concerto finito, intervistato da Radio Montecarlo, radio ufficiale di Umbria Jazz, Biondi ha anche annunciato un suo duetto nel nuovo lavoro in uscita degli Earth Wind &Fire, mentre il patron Carlo Pagnotta presente all’intervista, ha svelato che ieri sera al posto di Pino Daniele e Biondi ci dovevano essere proprio gli Earth W&F. Appuntamento saltato quando c’è stata la conferma sia di Biondi che di Daniele per la stessa data.
In verità Pagnotta ha anche promesso che farà il possibile per portare il prossimo anno sia Mario Biondi che gli Earth W&F, con la speranza che ci sia un nuovo duetto fantastico come quello di ierisera e, magari per Biondi, anche senza febbre.

Riproduzione riservata

Video: Nicola Palumbo

Foto: Carlo Vantaggioli e Sara Minciaroni

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