UMBRIA IN DANZA, "TRISTI TROPICI" AL SECCI DI TERNI (foto) - Tuttoggi.info

UMBRIA IN DANZA, “TRISTI TROPICI” AL SECCI DI TERNI (foto)

Redazione

UMBRIA IN DANZA, “TRISTI TROPICI” AL SECCI DI TERNI (foto)

Mar, 01/02/2011 - 13:54

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Il secondo appuntamento della stagione di Umbria in Danza è con Tristi tropici, la piéce della Compagnia Virgilio Sieni liberamente ispirata all'omonimo testo di Claude Lévi-Strauss. in scena due coppie di donne (le danzatrici Simona Bertozzi, Michela Minguzzi, Ramona Cia, Elsa De Fanti) e una ragazza non vedente (Filippa Tolaro). Figure che appaiono da lontano come aloni non definiti, visione opache, figure vicine e dipendenti, coppie che “si stringono nella nostalgia di un'unità perduta”. Lo spettacolo di sviluppa in tre parti in cui le apparizioni femminili sono individuate come una presenza “penultima”, secondo un percorso tripartito tra vicinanza animale, tenerezza trasmessa, nostalgia rimasta che alimentano il senso di quello che l'etnologo definisce “l'opportunità perduta dell'Occidente di restare femmina”.

Ideazione, coreografia, scene e luci: Virgilio Sieni

Musiche originali: Francesco Giomi

Tristi Tropici – In scena due coppie di donne, le danzatrici Simona Bertozzi, Michela Minguzzi, Ramona Caia e la danzatrice settantenne Elsa De Fanti e una ragazza non vedente, Dorina Meta. Figure che appaiono da lontano come aloni non definiti, visione opache, figure vicine e dipendenti, coppie che “si stringono nella nostalgia di un'unità perduta”. Lo spettacolo di sviluppa in tre parti in cui le apparizioni femminili sono individuate come una presenza “penultima”, secondo un percorso tripartito tra vicinanza animale, tenerezza trasmessa, nostalgia rimasta che alimentano il senso di quello che l'etnologo definisce “l'opportunità perduta dell'Occidente di restare femmina”. Tristi tropici apre all'agonia e al richiamo abbagliandoci di eterna nostalgia, lasciandoci intravedere la sedimentazione del rito nel suo divenire gesto tra animalità e umanità. “Nell'estate 2008 ad Avignone, – racconta Virgilio Sieni – dopo aver discusso con Giorgio Agamben di danza, cous cous e inoperosità del corpo, ripresi in mano un suo saggio sul bricolage dedicato al settantacinquesimo compleanno di Claude Lévi-Strauss. Fu li che decisi di lavorare su quegli “straccioni sperduti in fondo alla loro palude” e come il loro abbrutimento aveva tuttavia preservato certi aspetti del passato: aspetti riflessi in decorazioni corporali e facciali di carattere ancestrale e rapporti di parentela tra gerarchie cosmiche e miti. Corpi e popoli che mostrano un possibile legame con l'inaccessibile indicandoci un barlume di speranza. E ancora una volta ho sentito un forte desiderio rivolto alla danza, non tanto come forma metrica, simbolica, poetica, ma come esperienza dell'inerzia, come esercizio di rianimazione lungo il processo di disintegrazione dell'uomo. Non possono esserci racconti ma deiezioni fisicamente fraseggiate dei racconti sui gruppi dei Tupi-kawahib, Nambikwara, Caduvei, Bororo fatti da Lévi-Strauss nel suo viaggio intorno agli anni ‘40 nelle terre del Mato Grosso (grande Macchia) in Brasile. Popoli già alla deriva ma ancora vivi dove le “donne nobili” ci richiamano a quella che Lévi-Strauss definisce l'occasione perduta che era stata offerta all'Occidente di scegliere la sua missione.”

Virgilio Sieni – Virgilio Sieni, coreografo e danzatore, è protagonista della danza contemporanea italiana a partire dai primi anni '80. Nato a Firenze, si è formato nella danza classica e contemporanea ad Amsterdam, New York e Tokyo; il suo percorso comprende inoltre studi di arti visive, architettura, arti marziali. Nell'83 ha fondato la compagnia Parco Butterfly, poi trasformata nel 1992 nella Compagnia Virgilio Sieni: attualmente una delle principali realtà coreografiche italiane, legata con solidi rapporti produttivi ai più importanti teatri e festival europei, tra i quali Festival d'Avignon, Biennale de la Danse de Lyon, Charleroi Danse di Bruxelles e Theatre du Merlan, Scène Nationale di Marsiglia, oltre che a tutte le principali realtà produttive italiane. In qualità di coreografo ospite, a partire dai primi anni '90, Sieni ha creato coreografie per i principali Enti Lirici ed istituzioni teatrali italiane, tra i quali: il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Comunale di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di Palermo, il Balletto di Toscana. Per la creazione dei suoi lavori si è spesso avvalso della collaborazioni di artisti visivi, musicisti e compositori di rilievo internazionale. Tra i musicisti si ricordano Alexander Balanescu, Giorgio Battistelli, Ennio Morricone, Steve Lacy, Francesco Giomi/Tempo Reale, Evan Parker, Stefano Scodanibbio. Tra gli artisti visivi Grazia Toderi, Liliana Moro, Maurizio Nannucci, Flavio Favelli. Per i costumi Miuccia Prada. La Compagnia Virgilio Sieni ha ricevuto diversi riconoscimenti: dopo due premi Ubu (nel 2000 e nel 2003), lo spettacolo Sonate Bach_di fronte al dolore degli altri (prod. 2007) ha vinto il premio Danza&Danza come “migliore novità italiana dell'anno” e compare nel libro di Marinella Guatterini L'ABC della danza, dedicato alle 16 coreografie più significative degli ultimi 100 anni. Nel 2008 Virgilio Sieni è stato invitato al Festival d'Avignon con due lavori: Osso (prod. 2005) e una nuova creazione coprodotta dal Festival, Interrogazioni alle vertebre. Sempre nel 2008, in coproduzione con il Teatro Metastasio Stabile della Toscana, ha creato La natura della cose, tratto dal De Rerum Natura di Lucrezio, avvalendosi della prestigiosa collaborazione del filosofo Giorgio Agamben per la drammaturgia. Lo spettacolo ha riscosso grande consenso di pubblico e critica ed è stato presentato nei maggiori teatri italiani e europei, tra gli altri: Roma, Barcellona, Lisbona, Dro, Torino, Lione, Ginevra, Marsiglia, Parigi. Virgilio Sieni è autore e interprete dell'assolo Solo Goldberg Improvisation (prod. 2001) e dello spettacolo Osso (prod. 2005), pièce che vede in scena il coreografo e suo padre ottantenne, in un dialogo gestuale, fisico e sonoro intimo e trasfigurato. Entrambi questi lavori sono stati e sono tuttora programmati nelle più importanti città europee quali Parigi, Bruxelles, Avignone, Marsiglia, Stoccarda, Istanbul. Nel 2009 con Oro e nel 2010 con la produzione l'Ultimo giorno per noi porta a termine la trilogia lucreziana continuando l'approfondimento dei temi inaugurati con La natura delle cose. Nel giugno 2010 un nuovo spettacolo sarà prodotto dalla Biennale Danza di Venezia e dalla Biennale de Danse de Lyon, dal Festival Bitef di Belgrado e dal Festpiele di Berlino. Sempre nel 2010 la Compagnia inizierà un progetto quadriennale, su proposta del Theatre du Merlan Scène Nationale à Marseille e da Marseille 2013 Capitale europea della cultura, dal titolo l'Arte del gesto nel Mediterraneo, un percorso che avrà inizio proprio dalla città francese per investire alcuni luoghi simbolici del bacino del Mediterraneo. Un viaggio nell'identità dei territori e nell'età dell'uomo verso la scoperta e la creazione del gesto poetico come forma d' incontro e di conoscenza. Dal 2003 Virgilio Sieni dirige a Firenze CANGO Cantieri Goldonetta: uno spazio da lui ideato, all'interno di in un edificio storico dell'Oltrarno, attrezzato per le pratiche del corpo, l'ospitalità di artisti, la frequentazione e la visione, la ricerca sui linguaggi contemporanei dell'arte. A partire dalle esperienze della Compagnia e di CANGO, nel 2007 Virgilio Sieni ha fondato l'Accademia sull'arte del gesto: un contesto innovativo finalizzato alla trasmissione delle pratiche artistiche e alla definizione di un nuovo rapporto tra formazione e produzione, rivolto sia a professionisti che a gruppi di neofiti della danza, dall'infanzia alla terza età.


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