Umbertide e "la moschea della discordia" / Polemiche sul progetto in zona Madonna del Moro - Tuttoggi.info

Umbertide e “la moschea della discordia” / Polemiche sul progetto in zona Madonna del Moro

Redazione

Umbertide e “la moschea della discordia” / Polemiche sul progetto in zona Madonna del Moro

Ven, 11/04/2014 - 17:02

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Da.Bac.

Moschea sì, moschea no, moschea forse. In questi giorni, a Umbertide, ha fatto parlare la notizia della vendita di un terreno di proprietà comunale all'Associazione Islamica locale, sul quale probabilmente potrebbe sorgere una moschea.
Tutto è cominciato dall’interrogazione del consigliere comunale Luigino Orazi di Umbertide Cambia, presentata alla Giunta comunale giovedì 10 aprile. Questi ha chiesto un chiarimento, e un'ipotetica conferma, riguardante l' impegno preso tra Amministrazione Comunale e Centro Culturale Islamico locale, per la vendita di un lotto di terreno ubicato nella zona industriale Madonna del Moro e l’eventuale costruzione di una moschea. Orazi, infine, si è chiesto anche perché su tale iniziativa “non sia mai trapelato nulla”.
La risposta dell'Amministrazione all’interrogazione di Orazi e, successivamente, del consigliere di centrodestra Monni, è arrivata immediata proprio in sede di Consiglio Comunale.

Dall'Asta alla proposta – Nel corso del 2011 il Comune avviò un progetto finalizzato alla delocalizzazione della struttura denominata “ex serra comunale” in via Madonna del Moro, adiacente al mattatoio. Tale progetto prevedeva lo spostamento di tale struttura aggregativa su un’area maggiormente idonea e consona ed ha contestualmente previsto la variante urbanistica dei terreni circostanti. La variante, approvata, consentì poi la trasformazione dell’area in questione da zona servizi a tessuto di completamento produttivo TCP (art. 33 NTA del PRG parte operativa), prevedendo una zona destinata a spazi ludico/ricreativi/culturali.

Successivamente l’area fu divisa in lotti, messi in vendita tramite un bando. L'Associazione Culturale Islamica di Umbertide, dopo l’asta pubblica per la vendita dei terreni edificabili ricadenti nell’area denominata “ex serra comunale” del luglio 2011, risultò assegnataria del lotto “L3”, l’unico con indice di edificabilità ridotto (0,51 mq./mq.) e in cui era consentito realizzare strutture di tipo culturale e ricreativo e non dedicate al culto.

Le ragioni dell'Amministrazione – In data 28/01/2013, l’Associazione Islamica Umbertide avrebbe poi inoltrato istanza all’Amministrazione Comunale per l’acquisizione di un’ulteriore rata di terreno, in ampliamento a quella del lotto L3. Tale domanda fu accolta perchè: nel corso dei mesi intercorsi dalla pubblicazione del bando di vendita si era riscontrata una stasi del mercato immobiliare, che ha determinato la mancata vendita dei terreni limitrofi e l’Amministrazione Comunale non era in possesso di una graduatoria di soggetti interessati all’acquisto degli stessi. Per queste motivazioni la richiesta dell’Associazione Islamica Umbertide risultò del tutto accettabile senza previa pubblicazione di un nuovo avviso d’asta, trattandosi di una richiesta di ampliamento di un lotto già assegnato a seguito di esperimento di asta pubblica in data 22.7.2011.

I numeri – L’Associazione Islamica Umbertide, trasformatasi poi in “Centro Culturale Islamico di Umbertide”, ottenne l’assegnazione di un’area di 1.849 mq in parte edificabile ed in parte destinata a parcheggio. Con atto segretario comunale Rep. 4568 del 17 dicembre 2013 il Comune di Umbertide perfezionò quindi la cessione del terreno a favore del Centro, per l’importo complessivo di € 105.900,00.

Oggi – Il contratto, ora, prevede la possibilità di utilizzo, a titolo gratuito, dell’area da parte del Comune fino al 30 giugno 2015. Ad oggi però non sarebbero stati presentati né progetti da parte del soggetto proprietario dell’area né rilasciati titoli abilitativi. In questo momento il “Centro Culturale Islamico” utilizza, per le proprie attività, alcuni locali posti all’interno dell’immobile “ex manifattura tabacchi” in via Battisti. Per questo la comunità Islamica avrebbe manifestato più volte al Comune l’esigenza di individuare uno spazio più adeguato e dignitoso.
La soluzione prospettata con l’area di Via Madonna del Moro intenderebbe far fronte proprio a questa necessità, trattandosi di un terreno edificabile all’interno di una zona facilmente accessibile ed idonea alla realizzazione di una struttura ricreativa/culturale, ben distinta da un edificio di culto.

La critica del M5S – La notizia ha fatto storcere il naso anche al Movimento 5 Stelle locale. I pentastellati criticano soprattutto sia il fatto che la cittadinanza non sia stata adeguatamente informata, sia le modalità di gestione della cosa pubblica. “Quello che è pubblico – recita la nota del partito – non è a disposizione di chi detiene il potere politico amministrativo ma dei cittadini, i quali hanno il diritto di essere informati, in maniera trasparente e facilmente consultabile sulle iniziative intraprese, soprattutto quando si tratta di alienare dei terreni pubblici”. Il M5S non accetta, dunque, neanche le giustificazioni date dall'amministrazione sulla gestione della vendita del lotto di terreno in questione, “dettate da analisi di mercato che niente hanno a che vedere con l'alienazione di un bene pubblico”. Si aggiunge nella nota: “Sostenere che ‘un particolare momento congiunturale, una stasi del mercato immobiliare, che ha determinato la mancata vendita dei terreni limitrofi’ possa essere una giustificazione per ritenere che ‘la richiesta dell’Associazione Islamica Umbertide è risultata del tutto accoglibile senza previa pubblicazione di un nuovo avviso d’asta’ è una giustificazione che offende l'intelligenza dei cittadini e che porta ancora una volta alla luce la mediocrità dei nostri amministratori nel trovare scuse a comportamenti per niente trasparenti”. Il Movimento 5 Stelle di Umbertide propone dunque, e “pretende”, una garanzia dell’informazione, soprattutto preventiva, del diritto di accesso a tutti i documenti amministrativi da parte di tutti i cittadini tramite il sito web del comune, oltre che l’istituzione di un ufficio per la trasparenza.

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