Il peggiore degli epiloghi. Manca ancora la certezza formale ma il corpo senza vita recuperato dalla squadra fluviale dei vigili del fuoco è quasi sicuramente quello del giovane di Città di Castello scomparso nella notte tra sabato e domenica nel Tevere dopo aver messo in atto con un amico un furto in un bar.
La conferma definitiva arriverà dagli esami medico legali, ma le condizioni del copro sono del tutto compatibili con quelle di una permanenza in acqua di questo numero di giorni. A spiegare che il ventunenne di origini albanesi, residente a Città di Castello, si era gettato in acqua era stato proprio l’amico, presentatosi con i familiari dagli inquirenti.
Ha detto che per sfuggire alle pattuglie si sono buttati in acqua, sia lui che l’amico, e che lui stesso si è salvato aggrappandosi ai rami sul greto del fiume. Cosa che forse il 21enne non è riuscito a fare. Così una bravata si trasforma in tragedia.
I familiari non vedendolo rientrare hanno fatto scattare le ricerche andate avanti per giorni. Il corpo è stato trovato a un paio di chilometri dal punto indicato dal diciannovenne come quello in cui si erano tuffati nelle gelide acque del Tevere.