Trasimeno, a Isola Maggiore cerimonia commemorativa per Don Ottavio Posta nominato “Giusto fra le Nazioni” - Tuttoggi.info

Trasimeno, a Isola Maggiore cerimonia commemorativa per Don Ottavio Posta nominato “Giusto fra le Nazioni”

Redazione

Trasimeno, a Isola Maggiore cerimonia commemorativa per Don Ottavio Posta nominato “Giusto fra le Nazioni”

Gio, 15/09/2011 - 18:10

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Un momento atteso da 60 anni. Questo il significato assunto dalla giornata di oggi al Trasimeno, vissuta nel ricordo di don Ottavio Posta, che da oggi è “Giusto fra le Nazioni”. Alla memoria del parroco di origini passignanesi che nel 1944, con l’aiuto di alcuni pescatori di Isola Maggiore, salvò dalla morte 30 ebrei confinati nel Castello Guglielmi è stata conferita dall’Ambasciata di Israele l’alta onorificenza, a nome della Yad Vashem – Centro di ricerca internazionale sulla Shoah. Titolo ufficiale che viene attribuito a coloro che hanno salvato gli ebrei dalla deportazione. Un riconoscimento che indirettamente va anche alla popolazione isolana, che in questa vicenda dimostra un particolare spirito di solidarietà e fratellanza. Per questo motivo in molti hanno voluto prendere parte oggi alla giornata di celebrazioni: autorità civili e religiose, gente comune, studenti e pescatori del luogo. La giornata ha avuto inizio all’antico molto di Sant’Arcangelo dove è stata scoperta la lapide a ricordo dell’eroico gesto. Fu proprio presso questo molo che Don Ottavio Posta consegnò alle truppe alleate, in due notti e con cinque barche, gli ebrei, salvando loro la vita. Successivamente i partecipanti si sono trasferiti ad Isola Maggiore dove si è tenuta la cerimonia vera e propria di consegna della speciale medaglia del “Giusto fra le Nazioni” ai familiari di don Ottavio Posta da parte del Consigliere dell’Ambasciata d’Israele a Roma, Livia Link. “Il caso di Don Ottavio Posta e di 15 pescatori, della comunità tutta di Isola Maggiore, è un emblema quanto mai splendente della forza assoluta che prendono, nella storia, le decisioni più semplici, gli atti compiuti nel più totale anonimato, le azioni nelle quali la generosità non ha altro fine che se stessa, i comportamenti ai quali basta, per ripagarsi dell’eroismo compiuto, lo sguardo grato di chi è stato salvato, la sua stretta di mano, il suo abbraccio mentre ancora fugge per mettersi in salvo definitivamente”, questo il pensiero espresso dall’assessore provinciale alle attività culturali Donatella Porzi anche a nome del presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi. A suo avviso è altrettanto significativo e generoso verso la storia il fatto che un grande Stato come Israele, dopo che le generazioni dei protagonisti hanno terminato la loro parabola terrena, riconosca ancora un attestato di riconoscenza e gratitudine al valore assoluto delle persone e alla consistenza dei loro gesti. “L’opera delle istituzioni locali – ha proseguito Porzi – e il lavoro dei ricercatori locali hanno prodotto, anche se per vie separate, è un’assunzione di coscienza dell’impresa di Don Ottavio che tutta la comunità di Isola Maggiore e di Tuoro ha fatto di nuovo propria, trasmettendola ai figli dei figli, facendone un elemento importante della propria identità culturale e dei presupposti di civiltà sui quali vive la comunità”. Per l’arcivescovo di Perugia mons. Gualtiero Bassetti quello di don Posta è stato un gesto significativo, ma non raro poiché all’epoca ci furono molti sacerdoti che si impegnarono a fare del bene anche a costo della loro vita. “La Chiesa – ha commentato Bassetti – continui a spendere la vita per gli ultimi come ha saputo fare in quel periodo”. “La Shoah – ha riferito Livia Link prima di assegnare l’onorificenza – è stata la prova più difficile che ha dovuto subire il popolo israeliano. In quel periodo buio tuttavia ci sono state persone rette e di animo nobile che hanno riportato la luce e non sono rimaste indifferenti al dolore. Hanno dimostrato che anche un solo essere umano può fare la differenza”. Anche l’Ambasciata inglese ha Roma ha voluto prendere parte alla cerimonia odierna attraverso il rappresentate Carl West. La Regione dell’Umbria è stata rappresentata dal vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Lignani Marchesani secondo il quale anche questi piccoli contributi possono concorrere a stabilire una pacifica convivenza tra i popoli. Le comunità locali sono state rappresentate invece dal presidente della conferenza dei sindaci Massimo Alunni Proietti e dal vicesindaco di Tuoro Lorenzo Borgia che hanno sottolineato come il senso di solidarietà sia nel patrimonio genetico degli abitanti di Isola Maggiore, da sempre luogo di pace. Ha portato il proprio contributo alla cerimonia anche mons. Giuseppe Chiaretti, già arcivescovo di Perugia-Città della Pieve che ha ricordato come analoga onorificenza fosse stata conferita nel 1998 ad un altro sacerdote perugino, don Federico Vincenti. Commovente infine la presenza dell’ultraottantenne Agostino Piazzesi, ultimo pescatore ancora in vita tra coloro che presero parte alla indimenticata impresa del ’44. L’Istituto per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto Yad Vashem è stato istituito dal Parlamento Israeliano nel 1953 per commemorare i sei milioni di ebrei assassinati dai nazisti.

“Giusto tra le Nazioni” – Le ragioni dell’alta onorificenza
“Giusto tra le Nazioni”: l’Ambasciata di Israele conferisce l’alta onorificenza, a nome della Yad Vashem – Centro di ricerca internazionale sulla Shoah – ai familiari di Don Ottavio Posta. I fatti per i quali il titolo viene riconosciuto al parroco e alla comunità locale di Isola Maggiore sono i seguenti. Nel mese di marzo del 1944, i circa trenta ebrei confinati nel Castello Guglielmi di Isola Maggiore vennero a trovarsi in pericolo imminente di vita a causa della ritirata tedesca. Per sottrarli ai militari tedeschi che ancora controllavano l’Isola, il parroco Don Ottavio Posta, con l’aiuto di 15 pescatori, li traghettò a Sant’Arcangelo e li mise al sicuro nelle mani dei militari inglesi. Tutto avvenne nelle ore notturne del 19 e del 20 giugno 1944. Conferme e testimonianze dirette circa l’atto di coraggio e di azbnegazione del parroco e dei suoi pescatori arrivarono ben presto alle autorità religiose. Così scrivevano gli ebrei messi in salvo Bice Ottolenghi, Giuliano Coen, Albertina Coen e Livio Coen in una lettera indirizzata al Vescovo di Perugia il 23 agosto 1944: “Desideriamo rendere noto a Vostra eccellenza che Don Ottavio Posta, parroco dell’Isola Maggiore sul Trasimeno, durante il periodo della nostra prigionia nell’isola per le leggi razziali, fu di grande aiuto e conforto. Quando il pericolo maggiormente incalzava per le minacce dei tedeschi contro di noi, egli con atto veramente paterno e generoso, non solo indusse gli isolani a trasportarci nella riva ove erano già gli inglesi, ma lui stesso affrontò con noi il pericolo della traversata del lago”. E così ribadiva in Tribunale Livia Coen il 3 settembre 1945: “Al Castello Guglielmi, al momento della ritirata, vennero 45 tedeschi per arrestarci, ma l’Agente della Questura cercò di metterci in salvo e ci nascose nel fitto bosco ove stemmo tre giorni e tre notti e poi, insieme al parroco don Ottavio Posta, ci portarono all’altra sponda del lago che era stato liberato dagli inglesi”. La vicenda è rimasta pressoché sconosciuta per più di sessant’anni, soprattutto perché il protagonista ha protetto la verità nel pudore della sua anima. La ricerca storica, però, ha voluto rendere ragione dei fatti accaduti ed è riuscita, grazie al lavoro di storici puntigliosi, a ricostruire l’intera vicenda del marzo 1944. Ne sono seguiti: su richiesta del Comune di Tuoro, il conferimento, da parte del Presidente della Repubblica in data 18 gennaio 2008, della medaglia d’oro al merito civile a Don Ottavio Posta; su richiesta del Comune di Passignano e su incarico del Presidente della Repubblica in data 2 giugno 2010, il conferimento ad Agostino Piazzesi (l’unico ancora in vita dei quindici pescatori che presero parte al salvataggio degli ebrei) del titolo di Cavaliere della Repubblica. Il riconoscimento odierno del titolo di “Giusto tra le Nazioni” suggella questo percorso ufficiale ed è in perfetta sintonia col pudore manifestato in ogni occasione da Don Ottavio nei confronti di un atto altamente eroico e ricco di umanità.

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