E’ una comunità ancora sconvolta, quella eugubina, all’indomani della tragedia che ha visto la morte di un 28enne precipitato dal muro di Piazza Grande. Una scena che in molti, presenti al momento del fatto, si ricorderanno a lungo, soprattutto il passante sfiorato dal giovane caduto in via Baldassini. Sono ancora sconosciuti i motivi del gesto che, da quanto emerge, non sarebbe stato accidentale.
A tutti gli eugubini, inevitabilmente, è tornata alla memoria la morte di Riccardo Monacelli, anch’esso precipitato dal muro nel giugno 2011. Da allora, l’associazione “Insieme”, nata in onore del giovane (allora 20enne), ha sempre lottato per mettere in sicurezza il muro che si affaccia sulla città. Tra le soluzioni vagliate vi era l’installazione di una rete in fibra di carbonio sul lato di via Baldassini, progetto che, nel 2014, fu addirittura presentato al pubblico e approvato in maniera definitiva, e a cui seguì anche la procedura di affidamento dei lavori. Sfortunatamente la gara d’appalto, nonostante un’aggiudicazione provvisoria ad una ditta eugubina, andò a vuoto e fu annullata.
Nonostante un’altra tragedia sfiorata nell’agosto 2015, solo oggi, dunque, dopo un’altra morte e a distanza di 3 anni dall’approvazione del progetto di messa in sicurezza (rivelatosi un “tentativo” non andato a buon fine), il dibattito intorno al muro di Piazza Grande sembra riaccendersi ancora una volta. Lo stesso consigliere regionale Pd Andrea Smacchi, eugubino doc, ha così commentato: “Si tratta dell’ennesimo triste episodio che coinvolge una città nel suo cuore più vivo. Ed è in queste occasioni che le istituzioni devono fare di tutto per evitare il ripetersi di tali tragici eventi. È necessario che ogni livello istituzionale lavori per far sì che il muro di piazza Grande possa essere messo in sicurezza senza alterare o compromettere la struttura architettonica o l’impatto visivo che da secoli caratterizzano la città”.