Da alcuni studi molto recenti si è dedotto che la discalculia ha una base neurologica diversa dalla dislessia e che questo problema interessa una parte molto inferiore della popolazione.
La discalculia è una difficoltà specifica nell'apprendimento del calcolo che si manifesta nel riconoscimento e nella denominazione dei simboli numerici, nella scrittura dei numeri, nell'associazione del simbolo numerico alla quantità corrispondente, nella numerazione in ordine crescente e decrescente, nella risoluzione di situazioni problematiche.
Spesso alla base ci sono difficoltà di orientamento spaziale e di organizzazione sequenziale che si evidenziano sia nella lettura che nella scrittura dei numeri (il numero 9 viene confuso con il 6; il numero 21 con il 12; il 3 viene scritto al contrario così come altri numeri…).
Oltre a questo esistono coppie di numeri che hanno tra loro una lieve somiglianza, come ad esempio il numero 1 e il numero 7; il 3 e l'8; il 3 e il 5. Confondere queste cifre significa anche non attribuirle alla giusta quantità, per cui non è raro che anche semplici esercizi vengano svolti in modo errato.
Chiediamoci allora: “Il soggetto non sa contare oppure non distingue adeguatamente i simboli numerici?”
Di solito è presente la capacità di numerare in senso progressivo, cioè di procedere da zero in poi (1-2-3-4-5…), ma non quella di numerare in senso regressivo, partendo cioè da una determinata cifra e andando indietro ( 6-5-4-3-2-1-0).
Un altro ostacolo che crea al soggetto situazioni di disagio è la difficoltà a memorizzare la tavola pitagorica con conseguente impossibilità ad eseguire correttamente moltiplicazioni e divisioni.
Date queste premesse, il Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno ha organizzato in collaborazione con la Asl 3, l'Università di Perugia, l'Associazione dislessici e con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, dei corsi specifici per gli insegnati e per tutti i bambini afflitti da questo disturbo.
La grande adesione all'iniziativa, 156 insegnanti umbri e 19 del Liceo Pedagogico di Foligno, hanno messo in evidenza la diffusione di questo tipo di disturbo.La sperimentazione consiste nell'aver creato degli oggetti che aiutano l'apprendimento delle nozioni matematiche.
Essendo la matematica una disciplina profondamente astratta, è abbastanza frequente che i bambini e i ragazzi delle scuole incontrino delle difficoltà, che se non riescono ad essere sormontate, possono diventare dei veri i propri blocchi psicologici.
Proprio per questo motivo questi corsi, con l'ausilio di questa nuova sperimentazioni, sono di profonda utilità, sia per i discalculici, sia per tutti coloro che incontrano degli ostacoli in matematica, magari perché bisognosi di tempi differenti dagli altri.
L'assessore alle politiche sociali, Rita Zampolini, presente alla conferenza di presentazione dell'iniziativa ha dichiarato “sono molto soddisfatta. L'adesione rivela l'esistenza, anche consistente, di un problema di cui quasi nessuno si occupa, quindi per me è un orgoglio aver potuto coinvolgere diversi enti che tutti, con la loro professionalità, hanno contribuito alla realizzazione di questo importante il progetto”.
(Valentina Ballarani)