Terremoto, Vittorio Sgarbi a Preci, culla culturale devastata della Valle Castoriana - Tuttoggi.info

Terremoto, Vittorio Sgarbi a Preci, culla culturale devastata della Valle Castoriana

Carlo Vantaggioli

Terremoto, Vittorio Sgarbi a Preci, culla culturale devastata della Valle Castoriana

Il noto critico d'arte effettua un sopralluogo nei luoghi distrutti dal sisma, S.Eutizio in testa | "Sono ottimista"
Lun, 31/10/2016 - 17:09

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Per avere una minima idea della devastazione che il sisma del 30 ottobre ha prodotto nelle tracce materiali e tangibili della cultura spirituale e secolare umbra, basta leggere con attenzione uno degli itinerari preferiti da tantissimi dei turisti che invadono in tutti i periodi dell’anno la Valnerina centrale, nei pressi della Valle Castoriana.

Entrando nella valle, la strada segue il corso del fiume Campiano e, a poca distanza da Piedivalle, antico centro commerciale, giunge all’Abbazia di Sant’Eutizio. Qui, quando il lupo e l’orso s’aggiravano nelle selve e le orde gotiche desolavano campagne e borghi, l’abate Spes fondò nella Valle Castoriana uno dei più antichi centri anacoretici d’Europa. Benedetto da Norcia era appena fanciullo ma quell’intensa esperienza spirituale guiderà i primi anni della sua solitaria ascesi tra le rupi di Subiaco, prima dell’esperienza di Cassino.
Spes viveva in una grotta scavata nella roccia sulla quale, agli inizi del Seicento, sarà costruito il campanile dell’Abbazia. Con l’abate Eutizio, successo a Spes, la Regola di Benedetto ancora fresca d’inchiostro fu adottata dalla comunità monastica della Valle Castoriana: l’allievo era divenuto maestro. Prima dell’anno Mille, sul primitivo oratorio fu fondata l’Abbazia.

La lunetta del portale scolpito da magister Petrus ricorda il rifacimento operato, nel 1190, dall’abate Teodino I. L’armonioso merletto del rosone in stile gotico spoletino interrompe l’austera cortina della facciata scandendo con le sue colonnine il numero mistico del Cristo, l’otto, e quello del mistero della Trinità (le tre serie di otto colonnine) di cui Cristo è Persona e che in Cristo si manifesta. Nella chiesa è custodita la grande croce del ‘400 sagomata dipinta da Nicola da Siena e la tela della Crocifissione tra i santi Spes ed Eutizio del “Pomarancio” (1602). Ai benedettini si deve l’istituzione della prima farmacia e della schola medica della Valle Castoriana attiva fino al 1215, anno in cui i monaci infirmarii cedettero la loro funzione a laici che, nutriti alla loro scuola, perfezionarono l’arte rendendo celebre la Scuola Chirurgica di Preci nelle corti più illustri d’Europa. Vocazione antica, quella del medico, nella Valle Castoriana che deriva il suo nome dai divini gemelli Castore e Polluce protettori della salute cui, nel patronato della schola medica preciana, succedettero i santi Cosma e Damiano.

I celebri medici di Preci, tra di essi i Mensurati e gli Scacchi, edificarono all’interno dell’antico castello le loro ricche dimore. Durante Scacchi si vantava di aver costruito la sua magione «con tre sole pietre», ossia coi proventi di tre estrazioni di calcoli eseguite su pazienti facoltosi. Il locale Museo della Chirurgia, continguo al Palazzo Comunale di Preci, conserva gli antichi strumenti dell’arte; nel Museo dell’Abbazia di S. Eutizio è stato ricostruito l’antico laboratorio farmaceutico benedettino.

A poca distanza dal castello di Preci, che conclude l’itinerario; il fiume Campiano, dopo aver attraversato tutta la Valle Castoriana, confluisce nel Nera, il sacro Nahar degli Umbri e dei Sabini. La strada si biforca: ad est, attraversando le Gole della Valnerina, si dirige a Visso ed alle sorgenti del Nera; ad ovest, correndo parallela al percorso del Nera, raggiunge Triponzo dove le terme romane sfruttavano le calde acque albule del sulphureus Nar che dopo settanta chilometri, ad Orte, termina il suo lungo viaggio nel Tevere. (lavalnerina.it)

Oggi, nel day after della modificazione, anche violenta, ma naturale che la Terra si porta dietro nel corso della sua vita, si prende atto che  quelle testimonianze di civiltà sono state distrutte o segnate per sempre da una forza devastatrice con la quale ancora l’umanità, non è riuscita a trovare un modo di convivere. Si pensa ancora oggi di dover “lottare contro” il terremoto senza capire che non è il terremoto che uccide le persone o distrugge la nostra memoria materiale, le nostre tracce visibili, ma è proprio l’uomo incapace di costruire luoghi sicuri.

Ed è proprio a partire dal piccolo comune di Preci, distrutto come e quanto Norcia, che il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha effettuato un sopralluogo che ha toccato i luoghi  significativi della Valnerina e specificamente della Valle Castoriana. Il critico d’arte è arrivato nella notte a Spoleto e dopo aver chiesto notizie sui danni della città del Festival, si è recato in mattinata a Preci (dove era già stato dopo il sisma del 24 agosto ndr.) dove ha incontrato il sindaco Pietro Bellini e parte della popolazione rimasta. Dopo una visita al centro storico, al Museo della Scuola Chirurgica e all’Abazia di S. Eutizio, Sgarbi si è detto fiducioso e ottimista per una concreta  e soddisfacente ricostruzione. Indubbiamente al momento non è più il caso di parlare di prevenzione, ma certamente di buona ricostruzione. Rapida visita anche a Campi per osservare dall’alto, a bordo di un cestello sollevato da una gru presente sul posto, la devastazione provocata dal terremoto. Da Campi, Sgarbi è poi ripartito in direzione Loreto nelle  Marche. Nel suo sopralluogo umbro Sgarbi era accompagnato dal Consigliere comunale di Spoleto, Stefano Proietti (Presidente della Commissione Bilancio).

Redazione riservata

Foto: pagina Facebook Stefano Proietti

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