TERREMOTO SANITA’: D’INGECCO “NON SONO INDAGATO”, BARBERINI “PRONTO A DIMETTERMI SE…”. VERTICI A PERUGIA E FOLIGNO. PDL ALL’ATTACCO - Tuttoggi.info

TERREMOTO SANITA’: D’INGECCO “NON SONO INDAGATO”, BARBERINI “PRONTO A DIMETTERMI SE…”. VERTICI A PERUGIA E FOLIGNO. PDL ALL’ATTACCO

Redazione

TERREMOTO SANITA’: D’INGECCO “NON SONO INDAGATO”, BARBERINI “PRONTO A DIMETTERMI SE…”. VERTICI A PERUGIA E FOLIGNO. PDL ALL’ATTACCO

Mer, 06/10/2010 - 16:53

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(Carlo Ceraso) – Sembra quasi di vedere il gatto che gioca con il topo. Lo lascia stare, tranquillo, aspettando una sua mossa falsa. Zac! Se Asl3, vertici comunali ed ex regionali hanno fatto mosse false, primo o poi lo sapremo. Perché dall’inchiesta avviata dal pm di Perugia Sergio Sottani, alla quale lavorano da 2 anni i carabinieri del nucleo operativo del capoluogo di regione, ancora non trapela nulla di certo. Se non una sfilza di indagati, carte sequestrate, pc passati al setaccio con la lente di ingrandimento. Si parla di facili assunzioni ma non si dice quali. Di appalti facili, ma non si conoscono quali gare e, soprattutto, i beneficiari. Di 'buchi' nei bilanci delle municipalizzate e alla loro copertura, ma non si sanno quali voci e per quali importi.

Tutto resta avvolto nel massimo riserbo. In attesa della deflagrazione o della ben più soffice fine della bolla di sapone.

D’Ingecco – Sul fronte per così dire istituzionale, arriva però la netta presa di posizione di Alessandro D’Ingecco, presidente dell’Afam (l’azienda delle farmacie), che esclude in maniera categorico di essere indagato dalla Procura della Repubblica.

Barberini – Chi invece è indagato (insieme ad altri 12, fra cui la d.g. Rosignoli, la portavoce della Asl3 Santoni e il sindaco di Foligno Mismetti) è il consigliere regionale e presidente della Vus, Luca Barberini. In una lunga nota, in risposta alle richieste di dimissioni dalla carica di presidente della VUS (avanzate da Ronconi dell’Udc e Cirignoni della Lega nord), l’esponente del Pd si dice pronto a rimettere il proprio mandato se glielo chiederanno i soci dell’azienda, praticamente i sindaci dell’Area Vasta. ''Da tempo ho comunicato anche in forma scritta ai principali soci della Valle Umbria Servizi, in particolare ai sindaci di Foligno e Spoleto, che detengono la pressoche' totalita' delle azioni della societa', la mia piena e totale disponibilita' a dimettermi dalla carica di Presidente del Consiglio di amministrazione prima della scadenza statutaria. Una scelta, dettata da motivazioni di tipo personale e di sensibilità politica, mirata ad evitare una sovrapposizione di incarichi tra ruolo e tecnico e politico, conseguente alla mia elezione a consigliere regionale. Tranquillizzo, quindi, sia il senatore Ronconi che il collega Cirignoni sul fatto che non è mia intenzione restare 'saldamente' al comando della Vus per molto tempo, ma solo garantire una piena funzionalità, convinto che l’assemblea dei soci saprà presto trovare una nuova governance aziendale per proseguire il percorso avviato da alcuni anni e che ha visto l’azienda crescere significativamente, conseguendo sempre ottimi risultati economici anche a vantaggio dei Comuni soci ed innalzando il livello qualitativo dei servizi nel territorio. Poiché le dimissioni sic et simpliciter – aggiunge Barberini – avrebbero reso priva di governo un'impresa di grande importanza per il territorio della Valle umbra Sud e della Valnerina, ed essendo il consiglio di amministrazione della Vus spa composto da soli tre componenti (scelta questa che ha permesso di risparmiare notevolmente anche sui costi di gestione aziendale), quindi nell'impossibilità di fatto di poter garantire un'ordinaria operatività gestionale, ho ritenuto opportuno dichiarare la mia disponibilità in attesa delle necessarie decisioni prima in sede politica e poi in sede assembleare. Le dimissioni verranno immediatamente formalizzate non appena si sarà definito il necessario confronto politico, pur non sussistendo alcun elemento d'incompatibilità giuridica, ma solo di sensibilità politica, anche per permettermi di poter esercitare al meglio il ruolo di consigliere della Regione Umbria”. In merito all’inchiesta – che lo vedrebbe coinvolto per attività precedenti alla elezione nel parlamento regionale – Barberini si dice “sereno e disponibile a fornire all’autorità giudiziaria tutti i chiarimenti utili a dimostrare la correttezza del mio operato. Confermo la piena fiducia nell’operato della magistratura”.

Vertici – se la governatrice Catiuscia Marini (che rientrerà stasera da Bruxelles) ha convocato per domani una Giunta sulla vicenda già ribattezzata da più parti “sanitopoli”, a Foligno, sempre domani, si terrà un vertice staordinario deelle segreterie di Partito che sostengono la Giunta Mismetti. Certo che si affronterà anche il problema dell’inchiesta che sta tenendo sulle spine, e da più di una settimana, l’intera politica della provincia di Perugia.

Pdl all’attacco – il consigliere regionale Lignani Marchesani ha già chiesto ufficialmente alla Giunta di chiarire “quali incarichi apicali all’interno delle Asl siano stati conferiti dall’entrata in vigore della Legge Bindi e per quali professionalità”. Non tace neanche il centrodestra folignate che stamani ha diramato una lunga nota con la quale pur credendo alla “innocenza degli indagati fino a prova contraria”, punta l’indice contro quel centro sinistra che “a Foligno in particolare, da 60 anni “gestisce in modo inaccettabile la gestione di posti di lavoro, appalti pubblici e aree edificabili”.

“Esprime forte preoccupazione – scrivono i gruppi consigliari di Pdl, Rinnovamento e Cambiare Foligno – per una situazione che mai prima ad ora si era verificata nella nostra città. Le pesanti accuse mosse dalla procura dopo oltre due anni di indagini e di intercettazioni, la conseguente iscrizione nel registro degli indagati, il sequestro di alcuni personal computer fa pensare ad una inchiesta di notevole importanza. Non possiamo, tuttavia, non ribadire il convincimento che già mille volte abbiamo espresso: il centro-sinistra, in Umbria e in particolare a Foligno, da 60 anni ha istaurato un regime consolidato di convivenza politico economica che si fonda su inaccettabili metodi di gestione dei posti di lavoro, degli appalti di opere pubbliche e delle aree edificabili. Indipendentemente dall’accertamento giudiziario di eventuali responsabilità penali, questo sistema va combattuto, perché ostacola pesantemente l’efficienza amministrativa, lo sviluppo economico dei territori e la stessa libertà dei cittadini. Nella coerenza che da sempre ci contraddistingue, siamo e rimaniamo garantisti e pertanto crediamo nell’innocenza fino a prova contraria. Ci auguriamo che tutti gli indagati possano con rapidità chiarire la propria posizione. Ma ci auguriamo anche che la maggioranza dei folignati finalmente comprenda che il nostro impegno per una città più libera, più efficiente e più giusta non era e non è un semplice slogan elettorale. D’altro canto invitamo il Sindaco a riferire con urgenza in Consiglio Comunale quanto accaduto per consentire l’assunzione delle necessarie decisioni”.


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