Terremoto

Terremoto, nuove scosse in serata | A Norcia inagibili il 30% delle case AGGIORNAMENTO

Aggiornamento alle 22.15 – Due scosse di terremoto di una certa rilevanza sono state registrate questa sera, dopo alcuni giorni di “calma”. La prima, di 3.4 gradi di magnitudo, è stata registrata alle 21:22 con epicentro nelle Marche, a pochi km dal confine umbro, tra Monte Prata e la Gola dell’Infernaccio, a 9 km di profondità.  Il secondo sisma alle 21:38, di 3.6 gradi di magnitudo, sempre nella stessa zona.

In giornata da segnalare anche una scossa di 2.5 gradi  alle 17:08 con epicentro a 4 km da Accumoli.


Circa il 30% di abitazioni inagibili nel territorio comunale di Norcia dopo il terremoto del 24 agosto. A fornire il dato è stato questa mattina il sindaco Nicola Alemanno durante il consiglio comunale che è servito a ratificare due atti,  due variazioni di bilancio relative principalmente al sisma ed all’arrivo dei moduli che ospiteranno gli studenti delle scuole elementare e materna (pratiche approvate all’unanimità dai presenti), ed a relazionare sulla situazione dopo oltre un mese dalle devastanti scosse che hanno coinvolto il Centro Italia. Sono emerse importanti novità sotto vari aspetti, ma anche qualche polemica politica.

Smontate tutte le tende, 200 richieste per il Cas

Si può dire che la prima fase dell’emergenza è completamente chiusa: da stanotte non avremo più nessuno che dormirà in tenda o nelle strutture appositamente allestite. A ieri erano in 4 a San Pellegrino, mentre questa è stata l’ultima notte per 5 persone che dormivano nel secondo centro d’accoglienza nel capoluogo; l’altro, la palestra, invece, è stata già riconsegnata alla dirigente scolastica” ha esordito il sindaco Alemanno. “Sono noti gli strumenti – ha aggiunto – che abbiamo messo a disposizione per la seconda fase di accoglienza, che è quella in cui chi non è in condizioni di rientrare in casa (per danni diretti o inagibilità indotta, cioè con edifici dentro le zone rosse): il primo strumento è la sistemazione alberghiera (che prevede di stare negli alberghi fino all’arrivo dei moduli provvisori o dei sae), il secondo strumento è il cas, contributo per l’autonoma sistemazione. Quest’ultimo prevede due tipologie: nel primo caso può essere assegnato ai cittadini ai quali è stata notificata un’ordinanza di sgombero, fino a che non arriveranno i moduli abitativi provvisori; nel secondo caso è riconosciuto ai cittadini che hanno chiesto definitivamente di collocarsi in autonoma sistemazione”. Il contributo, è stato ricordato, viene concesso in base alla composizione del nucleo familiare, fino a 600 euro, con una maggiorazione nell’eventuale presenza di over 65, o persone con una invalidità oltre il 67%.

Le istanze per il Cas hanno superato le 200 unità, più di un quarto di questi hanno già chiesto di essere collocati nella seconda fase nei moduli abitativi provvisori. Ben 2.600 le istanze di verifica di agibilità degli edifici, di cui ne sono state evase circa la metà. La prima percentuale, ha spiegato il primo cittadino, evidenziando come i dati non sono ben definiti “per via di un sistema strano della gestione, con i report sfasati”, è che le inagibilità (le cosiddette lettere E e F del modulo Aedes) sono il 25-30%.

Individuate tre aree per i moduli abitativi

La nostra strategia – ha aggiunto Alemanno – è quella di fare in modo che la quasi totalità di chi ha delle inagibilità indotte (quelle provocate da edifici vicini o strade non praticabili, ndr) possano rientrare a casa prima dell’arrivo dei moduli abitativi provvisori”.  Chi invece ha avuto una lettera “E” dopo il sopralluogo, la cui abitazione ha cioè una inagibilità totale diretta, avrà diritto ad un modulo abitativo provvisorio, che arriverà entro pochi mesi. “Noi abbiamo visto il primo prototipo alcuni giorni fa: si tratta di strutture che nulla hanno a che vedere con i moduli del 1979, ma nemmeno con le casette del 1997. Si tratta di abitazioni con categoria energetica AA+, totalmente ammobiliate, dotate di elettrodomestici, piatti, bicchieri, asciugamani e lenzuola. Avranno tutte uno spazio verde ed un portico all’esterno e saranno di 40 mq per 2 persone, 60 per 4 persone e 80 mq per più persone”. Per ogni unità abitativa servirà uno spazio grande quattro volte tanto.

Abbiamo individuato stamattina con non poche difficoltà – ha annunciato Alemanno – le aree dove verranno posizionati i moduli abitativi provvisori o situazioni abitative d’emergenza. Sono state individuate su indicazione, o meglio imposizione del dipartimento di protezione civile nazionale. Le aree che noi come Comune avevamo individuato sono risultate essere all’interno di conoidi che teoricamente presentano rischi idrogeologici”.

A San Pellegrino, dove verranno installati tra i 17 e i 20 moduli abitativi, ci sono state le difficoltà più grandi. “Non siamo riusciti a dare una risposta alle esigenze della frazione, che chiedevano un’area all’interno del paese”. Bocciate dalla protezione civile le zone accanto al centro sociale, una perché non si poteva stare dentro la zona rossa, l’altra per problemi nel deflusso delle fognature; così come l’area a disposizione dall’altro versante, alla sinistra del centro sociale, troppo a confine della conoide per il rischio frane (eventi rilevanti si verificarono un paio di anni fa). L‘unica area quindi che può andare bene è quella di fronte alla chiesa di Santa Giuliana, perché è sopraelevata. I proprietari dei terreni hanno già dato la propria disponibilità.

Su Norcia capoluogo, la prima area è in viale XX Settembre, dove erano i prefabbricati in passato. In particolare le piazzole dell’area camper ospiteranno tutti i servizi complementari al nuovo insediamento. “Avevamo chiesto di utilizzare l’area di Palmieri, vicino a Porta Romana, ma non se ne parla perché è nella conoide del fosso di Patino“. La seconda area individuata è invece a fianco del fabbricato Brunacci, in prossimità delle mura castellane nel tratto vicino al campanile della chiesa di Sant’Antonio. “A noi non piace” ha sottolineato il primo cittadino.

Offerta anomala per i moduli scuola e i danni alla futura scuola materna

Nicola Alemanno ha anche annunciato come ieri sono state aperte le offerte pervenute per i moduli scolastici. Cinque le lettere di invito ad aziende che hanno fornito questo tipo di strutture già per il terremoto dell’Emilia Romagna nel 2012, due del nord, due del sud ed una umbra. Hanno risposto in 3 ed una ha presentato un ribasso d’asta “anomalo”. Per questo prima di effettuare l’aggiudicazione sono necessarie delle verifiche ulteriori, come prevede il codice degli appalti. Una questione che rischia di far slittare di qualche giorno l’avvio dei lavori.

Il sindaco ha ricordato come le scuole sono state dichiarate nei primi giorni tutte inagibili, con la parte vecchia del “Battaglia” che però non ha subito alcun tipo di danno. “I dissuasori installati nel ’97 hanno assolto al loro compito“.  All’istituto superiore infatti i danni sono stati limitati alle tamponature nella parte nuova e la Provincia dovrebbe concludere l’intervento entro l’inizio dell’anno nuovo. “La scuola elementare ha resistito: non è caduto nemmeno 1 centimetro quadrato di intonaco“. I bambini, insomma, se fossero stati all’interno non avrebbero avuto problemi, “ma l’edificio non è idoneo a supportare questo tipo di eventi e quindi abbiamo definito che verrà demolito e ricostruito“.

Nei primissimi mesi dell’anno avremo a disposizione nuova scuola materna, con spazio per 180 bambini” ha aggiunto il primo cittadino. Che però ha rivelato, su sollecitazione del consigliere d’opposizione Lavinia D’Ottavio, come il cantiere dell’ex piscina coperta ha subito danni dal terremoto per 2/300mila euro. “Ci sono danni alle strutture, perché non erano collegate: il tetto arriverà nei prossimi giorni, l’8 ottobre” ha spiegato il sindaco, evidenziando di aver saputo la cosa soltanto dopo l’incontro pubblico di sabato. “Il danno al cantiere – ha aggiunto – non è previsto dalle normative, dovremo quindi capire se possiamo utilizzare il ribasso d’asta dell’appalto o se con lo svincolo del patto di stabilità possiamo utilizzare parte dell’avanzo di amministrazione“.

Beni culturali tra Spoleto e Norcia

Quanto al capitolo dei beni culturali, Alemanno ha cercato di fare chiarezza sul trasferimento di alcune opere a Spoleto, al centro regionale di Santo Chiodo “che è costato 7 milioni di euro ed è stato costruito dalla Regione appositamente per queste situazioni“. “Nei giorni subito dopo il sisma sono arrivate delle richieste di allontanamento delle nostre opere da parte della Soprintendeza. Noi ci siamo opposti fisicamente ed il piano  è stato completamente rivisto. Salvo alcuni beni di dimensioni particolari o che hanno bisogno di condizioni particolari, rimarrà tutto a Norcia: saranno custoditi in strutture assolutamente idonee e saranno restaurati nel nostro territorio“.

Qualche polemica, però, il sindaco l’ha fatta sulla situazione di Porta Romana, che necessita di essere riaperta al più presto. “I nostri progetti sono stati rigettati perché deve essere la Soprintendenza a farlo, che però ha 4 dipendenti impegnati tutti sul territorio tutto il giorno” ha spiegato. E nei giorni scorsi c’è stato anche il rischio di chiusura di Porta Ascolana, sventato direttamente dal sindaco.

Per la strada di Castelluccio arrivano 800mila euro

Finalmente inizieranno anche i lavori per la strada di Castelluccio, chiusa da oltre un mese. “Abbiamo affrontato il problema viabilità con il viceministro Nencini – ha detto il sindaco – è venuto il momento di prendere in considerazione il problema della viabilità a livello generale“. Anche perché al di là del sisma, Castelluccio ogni inverno deve fare i conti con la neve che isola completamente la frazione. “C’è l’ipotesi di un passaggio di gestione ad Anas della provinciale per Castelluccio. Lunedì intanto inizieranno i lavori per 800mila euro, autorizzati dalla Dicomac“.

“Il nostro patrimonio edilizio – ha osservato il primo cittadino – è molto più danneggiato di quanto avvenuto nel 1979. Noi ci siamo salvati, ma la dimensione di questo fenomeno sismico è di gran lunga superiore”.

Le polemiche con l’ex sindaco Stefanelli

Durante la seduta alcuni consiglieri di minoranza (in primis Francesco Filippi) hanno chiesto un maggiore coinvolgimento del consesso cittadino, con Nicola Alemanno che ha ricordato come le riunioni del Coc sono aperte ai consiglieri come uditori. “Alcuni sembrano non essere stati in grado di intendere e di volere in questo periodo” ha poi detto. Il riferimento, poco velato, è andato all’episodio avvenuto alcuni giorni fa, quando un diverbio tra il capogruppo di Norcia nel cuore ed ex sindaco Giampaolo Stefanelli e l’attuale vicesindaco Pietro Luigi Altavilla è finito con uno schiaffo dato dal primo al secondo. Stefanelli, nel suo lungo intervento – “non voglio essere polemico ma proposito” – non ha replicato, salvo associarsi alla richiesta di Filippi di tenere incontri informativi con i consiglieri comunali, spiegando: “io non ci vengo perché do fastidio“.

Alemanno, invece, ha fatto ancora riferimento più volte all’avversario politico: “Stefanelli aveva annunciato le sue dimissioni, speravo che lo facesse, che avesse un minuto di lucidità. Capisco che soffre perché vorrebbe darsi da fare, ma ognuno deve esercitare il ruolo che ha e basta, io stesso ho delle competenze e non altre in questa fase“. E infine, riferito all’episodio specifico dello scontro con Altavilla: “Stefanelli dovrebbe vergognarsi di essere seduto ancora su quel banco“. Alla fine, però, nonostante le singole frasi, il consiglio comunale è stato tranquillo e con toni pacati.

Sopralluogo della Commissione agricoltura del Senato

Intanto si apprende che la Comissione agricoltura del Senato si recherà in Umbria per verificare direttamente la situazione e valutare le più efficaci iniziative da mettere in atto. E’ stato il senatore della Lega Nord, Stefano Candiani, a presentare richiesta scritta e ottenere la presenza della Commissione sul suolo umbro colpito dal terremoto dello scorso agosto. “Siamo contenti che sia stata accettata la nostra proposta – dichiara Candiani – A breve la Commissione farà visita alla regione Umbria. Il nostro obiettivo è quello di far comprendere al Governo i reali problemi del settore agricolo nei luoghi colpiti dal terremoto e in particolar modo a Norcia e nella Valnerina Umbria, da sempre caratterizzata da una spiccata vocazione agro-alimentare che si intreccia con un’importante economica basata sul turismo. Nei giorni scorsi – ha riportato il senatore all’interno della richiesta del sopralluogo inviato al presidente della Commissione – effettuando ripetuti sopralluoghi nell’area terremotata, e incontrando gli agricoltori, gli amministratori e gli operatori della filiera agro-alimentare, ho appreso molto riguardo alle difficoltà in cui è cascato il settore a seguito del terremoto, molto più di quello che dalla stampa viene tradotto e pubblicato. Siamo in attesa – conclude Candiani – di conoscere il calendario dei sopralluoghi della Commissione”.