Terremoto, paura per le scosse nella notte | Ecco come si è deformato il suolo - Tuttoggi.info

Terremoto, paura per le scosse nella notte | Ecco come si è deformato il suolo

Sara Fratepietro

Terremoto, paura per le scosse nella notte | Ecco come si è deformato il suolo

Il sisma più rilevante alle 1:34, poi 3 scosse oltre i 3 gradi | Il ricordo del terremoto del 1979 | Campagna fondi dei monaci di Norcia | Tavolo in Regione con parlamentare e sindacati: fondo per tutti gli immobili danneggiati
Mar, 20/09/2016 - 09:45

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Torna la paura nelle zone dell’epicentro del terremoto del 24 agosto. Questa notte, infatti, sono state diverse le scosse registrate nell’area tra Amatrice, Accumoli e Norcia. La più forte alle 1:34, nel versante laziale, a 4 km da Accumoli, di magnitudo 4.1. Poi due ore dopo, alle 3:20, sempre nella stessa zona, un’altra di 3.2. Quindi due scosse consecutive, alle 5:30, con epicentro a Norcia, di 3.1 e 3.4 gradi, nella zona di montagna che divide il capoluogo da Castelluccio. L’ultima scossa significativa alle 7:39, di magnitudo 2.8, questa volta in prossimità di Castelluccio.

Nuovo studio Ingv sulle deformazioni del suolo

Intanto il Gruppo di Lavoro INGV/IREA-CNR, costituito dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, CNR-IREA di Napoli), ha realizzato un nuovo studio sulle deformazioni del suolo utilizzando le immagini satellitari. Utilizzando una coppia di immagini radar acquisite dal satellite dalla medesima posizione, prima e dopo un evento sismico, – viene spiegato – è possibile produrre un interferogramma, cioè una mappa di spostamento espressa in termini di differenze di fase, tra le due immagini radar pre e post evento sismico, del segnale elettromagnetico emesso dal satellite, “riflesso” dalla superficie terrestre e catturato dal sensore (rappresentato con diversi cicli di colore). Ogni ciclo, o frangia, rappresenta uno spostamento della superficie terrestre lungo la linea di vista del satellite di mezza lunghezza d’onda del segnale emesso.

figura1

Esempio di interferogramma (A) ottenuto dall’elaborazione di due immagini SAR del satellite Sentinel-1. Nel pannello B si riporta la corrispondente mappa delle spostamento del suolo dovuto al terremoto del 24 agosto 2016. Le immagini utilizzate sono relative alle date 21 e 27 agosto 2016.

I risultati ottenuti mostrano un abbassamento del suolo dalla caratteristica forma a “cucchiaio” che si estende per circa 20 km in direzione NNW. Il valore massimo dello spostamento del suolo verticale è di circa 20 cm in corrispondenza dell’area di Accumoli. Si nota inoltre che la zona deformata visibile sulla componente est-ovest interessa un’area più estesa rispetto a quella verticale (circa 20 x 25 km2) ed è caratterizzata dalla presenza di quattro aree alternate di spostamento, con valori massimi di deformazione di circa 16 cm verso ovest. Dall’analisi delle mappe di deformazione lungo la linea di vista del satellite e delle componenti verticale ed est-ovest dello spostamento, è possibile ricavare informazioni più di dettaglio su alcuni effetti localizzati, probabilmente legati a fenomeni di instabilità di versante. Ad esempio si nota lo spostamento del suolo di un’area relativamente piccola che si estende per circa 800 m x 600 m sul fianco del Monte Vettore, verosimilmente legato ad un fenomeno di instabilità di versante. Quest’ultimo è probabilmente legato a frane sismo-indotte o a faglie riattivate.

Il ricordo del terremoto del 1979

E se la terra nella notte è tornata a tremare, quella di ieri per molti abitanti della Valnerina è stata una giornata di ricordi. Il pensiero è andato a quella notte di 37 anni fa, quando si registrò il sisma che danneggiò Norcia e Cascia, ma anche vari altri centri della Valnerina, distruggendo intere frazioni, come Chiavano di Cascia o San Marco di Norcia e provocando 5 morti. Il ricordo dei nursini è andato anche all’allora sindaco Alberto Novelli, al suo impegno per una ricostruzione seria i cui benefici, sommati agli interventi post 1997, si sono visti anche in questo nuovo evento sismico del 2016. Tra i ricordi più toccanti su Facebook quello dell’attuale sindaco di Vallo di Nera, Agnese Benedetti, allora studentessa in collegio a Norcia, che a corredo ha postato la foto del tempio bramantesco della Madonna della Neve, a Castel Santa Maria di Cascia. Una splendida chiesa ottagonale mai più ricostruita, il cui rudere è ancora visitabile, come un monumento a quel terremoto del 19 settembre 1979. Qualcuno, in realtà, si interroga anche sui fondi stanziati per la sua ricostruzione, che sarebbero stati utilizzati solo in parte, così come anche su che fine abbiano fatto le pietre che componevano la struttura, dopo il crollo.

madonna della neve

La chiesa della Madonna della Neve prima della sua distruzione nel 1979

La campagna fondi dei monaci di Norcia

Chi invece si è già attivato per ricostruire un’altra struttura religiosa, il monastero di San Benedetto, sono i monaci benedettini di Norcia. Alcuni di loro hanno lasciato il convento,trasferendosi più a monte, fuori le mura, dove c’è un’altra loro proprietà, l’ex convento dei frati cappuccini, che era in questo periodo oggetto di ristrutturazione. Altri, invece, hanno fatto del birrificio (i monaci di Norcia hanno da qualche anno avviato una produzione di birra artigianale la cui vendita serve al sostentamento del convento) la loro casa. Domenica, dopo tre settimane, i monaci hanno ripreso a celebrare la messa domenicale in una delle zone del monastero di San Benedetto dichiarate agibili, quella degli scavi archeologici. “La messa – raccontano gli stessi frati – è stata detta davanti ad un altare portatile posto di fronte ad un affresco di Nostra Signora, San Giovanni e San Sebastiano proveniente da una vecchia chiesa nel vicino paese di Biselli, dopo che, purtroppo, l’ultimo terremoto del 1997 aveva distrutto il resto della chiesa. Gli scavi, o vecchie rovine romaniche, che ospitano l’affresco erano colmi di amici fedeli e sostenitori, compresa la calorosa presenza di tre abati francesi venuti in pellegrinaggio dal monastero di Le Barroux, Triors e Fontgombault per portare il loro sostegno ai monaci di Norcia dopo il terremoto”.

monaci

Ma visto che è dall’America che provengono molti dei monaci che sono a Norcia, è proprio negli Usa che si stanno promuovendo le prime iniziative di raccolta fondi per ricostruire il monastero. Il primo appuntamento è a Darien, in Connecticut, il 30 settembre. L’obiettivo è raccogliere in totale 7,5 milioni di dollari: 1 servirà per la basilica di San Benedetto, 1 per il monastero, 4 milioni per il monastero di San Benedetto in monte e 1,5 milioni per il birrificio.

Incontro in Regione con parlamentari e sindacati

Nel frattempo la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, alla presenza dei membri della Giunta regionale, ha svolto ieri pomeriggio, a Perugia, presso la sala Giunta di Palazzo Donini, una dettagliata relazione relativa alle problematiche legate all’emergenza post sisma, con particolare riferimento all’assistenza alle popolazioni della Valnerina, ed alla definizione del decreto legge con il quale il Governo detterà le norme per l’avvio della ricostruzione. L’informativa è stata dapprima resa ai parlamentari umbri ed in un successivo incontro ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Cisal ed Ugl Umbria.

Per ciò che riguarda la fase dell’emergenza la presidente Marini ha informato che al momento la priorità è quella di garantire alle popolazioni una adeguata assistenza, superando nei prossimi giorni l’alloggiamento in tenda, non più compatibile con le attuali condizioni atmosferiche. A tal proposito è stato riferito che al momento sono disponibili oltre 800 posti letto in strutture alberghiere del territorio e che i cittadini possono inoltre già far ricorso alle risorse per l’autonoma sistemazione. Nel frattempo è in atto la verifica di stabilità di tutti gli edifici per i quali i cittadini hanno segnalato danneggiamenti, con priorità per quelli che, nel caso di verificata agibilità, potrebbero permettere il rientro dei cittadini attualmente in assistenza da parte della Protezione civile.

Quindi la presidente ha affrontato il tema dell’iter per la definizione del “decreto” per la ricostruzione ed il suo successivo passaggio in Parlamento. Esso dovrà innanzitutto stabilire, sulla base di parametri scientifici e legati al livello di danneggiamento, il “cratere”, ovvero i Comuni che saranno ricompresi questa area, specificando però che sicuramente il ristoro del danno subito da tutti gli immobili – e strettamente connesso all’evento sismico – sarà comunque riconosciuto ed i cittadini, anche residenti in altri comuni, potranno accedere ai contributi per la ricostruzione. Ricostruzione che, ha affermato la presidente – dovrà auspicabilmente riguardare anche le seconde abitazioni e non solo la principale: “abbiamo posto questo tema – ha detto la presidente – in quanto dobbiamo consentire una ricostruzione integrata, visto che le seconde case molto spesso hanno compromesso, per la loro contiguità, l’agibilità di immobili non danneggiati”.

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