Spoleto

Terremoto, oggi solo due messe in tutta la Valnerina

Saranno soltanto due le messe che verranno celebrate oggi in tutto il territorio della Valnerina, dopo il terremoto di domenica, in occasione della festività di tutti i Santi. Gran parte delle chiese del territorio (se non tutte) sono inagibili e non è consigliabile l’aggregazione di numerose persone in luoghi chiusi. Chiuso precauzionalmente il duomo di Spoleto (dove comunque non ci sono stati danni).

L’arcivescovo monsignor Renato Boccardo, che sia domenica che lunedì ha passato la giornata tra gli sfollati del territorio insieme a vari sacerdoti, oggi celebrerà la messa alle 12 tra gli sfollati a Cascia e alle 15 tra gli sfollati fuori dal centro Caritas di Preci. Purtroppo al momento a Norcia non ci sono luoghi sicuri dove poter celebrare la messa, la tensostruttura della Diocesi utilizzata come parrocchia è infatti stata adibita nelle ultime ore a dormitorio.

Per quanto riguarda le celebrazioni di domani per la solennità dei defunti a Spoleto, sarà celebrata sempre alle 15 ma all’aperto, nel parcheggio della chiesa di San Ponziano.

La Diocesi in queste ore sta cercando di dare un sostegno materiale (l’8 novembre si terrà un incontro con le delegazioni regionali della Caritas gemellate a Norcia) e morale alla popolazione. Si sta garantendo, spiegano dalla Curia, la presenza regolare di volontari e sacerdoti per ascoltare la gente e dar loro un sostegno. La gente in lacrime ha lanciato l’appello al vescovo affinché la aiuti per non farli andare via dal territorio. In particolare gli abitanti di San Pellegrino di Norcia, che sono rimasti a presidiare la frazione, si sono detti disposti a tutto purché arrivino al più presto situazioni abitative di emergenza. All’arcivescovo hanno spiegato di essere pronti a pensare loro stessi all’urbanizzazione dell’area di emergenza.

Monsignor Boccardo già nella giornata di domenica ha parlato al telefono tre volte con il premier Matteo Renzi, lanciando un appello a snellire burocrazia il più possibile, a derogare alle norme. Il vescovo ha espresso la sua preoccupazione per il rischio di uno spopolamento della montagna definitivo: “così finirebbe la storia di questi luoghi”.