Ben 435 chiese danneggiate dalle scosse di terremoto del 2016 nell’Archidiocesi di Spoleto – Norcia, 228 completamente inagibili di cui numerose crollate. Ha senso ricostruirle tutte? Secondo l’arcivescovo Renato Boccardo, appena nominato presidente della Ceu (Conferenza episcopale umbra), no. Perché “non c’è la quantità di fondi disponibili che c’era nel 1997” e “la priorità deve essere l’attenzione alla vita della gente”. Insomma, prima di tutto occorre pensare alle casette, a dare un tetto alla gente che ad un anno dalla scossa più forte, quella del 30 ottobre, ancora non la ha.
Proprio in vista del primo anniversario dalla tremenda scossa di Norcia, che miracolosamente non ha provocato vittime, dopo il terremoto di intensità più bassa, ma più drammatico, del 24 agosto, l’arcivescovo Boccardo fa il punto della situazione (nel giorno in cui ricorrono 8 anni dalla sua presenza in Diocesi) e annuncia una serie di iniziative che riguarderanno i tre comuni della Valnerina più coinvolti.
Il primo elenco (ordinanza 23 del 5 maggio 2017 di Vasco Errani) prevede per la diocesi spoletana – nursina 1.731.200 euro. Sono interessate le chiese:
Il secondo piano (ordinanza 31 del 21 giugno 2017) riguarda:
C’è poi un piano di recupero attuato direttamente dal Ministero per i beni e le attività culturali (Mibact), come previsto dall’ordinanza 38 dell’8 settembre 2017 del commissario straordinario per la ricostruzione. L’intervento è del MiBACT e non prevede alcun intervento diretto dell’Archidiocesi. Entro 120 giorni dall’ordinanza dovrebbero essere pronti i progetti. Il totale dell’importo assegnato alla Regione Umbria è di 19.500.000 euro. Andrà suddiviso per 15 chiese che hanno subito gravi danni: 14 nell’archidiocesi di Spoleto-Norcia e una nella diocesi di Foligno (Cattedrale di S. Feliciano). Elenco chiese dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia:
Chiesa di S. Spes Abate a Saccovescio di Preci;
Sempre in merito alla stessa ordinanza, successivamente sono stati stanziati 33 milioni di euro da ripartire tra 4 chiese: complesso “Don Minozzi” di Amatrice, Castello Pallotta a Caldarola, Cattedrale di Teramo e Basilica di San Benedetto a Norcia. Per quest’ultimo – ha spiegato l’arcivescovo – in attesa che i fondi Ue vengano confermati in toto, sono già a disposizione 10 milioni di euro, tra quelli già stanziati dall’Unione europea e quelli previsti dall’ordinanza in questione. Il costo di quanto servirà per ricostruire la basilica, però, non è stato ancora definito. Soltanto dopo la rimozione completa delle macerie, l’analisi della situazione della cripta e dell’intero complesso, si potrà capire l’importo necessario.
Altri 3 interventi sulle chiese dell’Archidiocesi sono finanziati invece dalla Cei (Conferenza episcopale italiana), tutti di importo inferiore a 300mila euro. Si tratta della chiesa parrocchiale di S. Maria a Campello sul Clitunno, per la quale è stato consegnato il progetto; si è in attesa dell’approvazione degli Enti preposti per poi iniziare i lavori. Poi la chiesa di S. Filippo Neri a Spoleto: lavori ultimati, è di nuovo officiata dal 7 ottobre 2017 anche se con degli imprevisti. I sopralluoghi approfonditi infatti hanno fatto emergere che la lanterna era tagliata alla base e non c’era solo un problema di stucchi come si pensava inizialmente. E’ servito quindi un intervento più importante, che si è avvalso anche di un’impalcatura esterna a 50 metri d’altezza. Infine la chiesa parrocchiale di S. Nicolò a Spoleto, dove i lavori sono ultimati da tempo ed è di nuovo officiata dal 28 maggio 2017.
Infine la Diocesi ha effettuato dei pronti interventi per evitare il crollo dei beni, con fondi della protezione civile. Uno ha riguardato la chiesa di Sant’Egidio a Poggio di Croce di Preci, con lavori eseguiti inferiori a 40mila euro, mentre si sta progettando un intervento per la chiesa di San Giorgio nell’omonima frazione di Cascia. L’intervento più importante riguarda l’abbazia di Sant’Eutizio a Piedivalle di Preci. Si tratta di un pronto intervento complesso, limitatamente alla porzione absidale e di ingresso dell’Abbazia, propedeutico a garantire l’incolumità e l’accesso in sicurezza del personale preposto allo sgombero e ripristino della porzione crollata del versante roccioso e del relativo campanile/cimitero. Importo lavori: 295.601,23 euro. Si stanno eseguendo in questo periodo. Progettista: Ing. Giampaolo Capaldini di Bastardo di Giano dell’Umbria. Ditta esecutrice (vincitrice gara d’appalto a 15): Edilizia F.lli De Angelis snc – Bovara di Trevi.
L’arcivescovo Renato Boccardo ha colto anche l’occasione per ribadire concetti già espressi più volte e idee delle quali resta convinto. Come quelle sulla ricostruzione della basilica di San Benedetto. “Il ministero – ha spiegato – sta costituendo una commissione, composta anche da Comune e Archidiocesi per una riflessione sulla sua ricostruzione. Io rimango fermamente convinto della mia idea: ricostruire tutto come prima vorrebbe dire fare un vero falso, e la basilica già lo era, ne vale la pena? Il terremoto lascia un segno, non solo nelle persone, ma anche nei monumenti, negli edifici. Perché allora non collegare i pezzi rimasti della basilica con qualcosa di oggi? Si lascerebbe un segno nella storia, mostrando anche la capacità dell’uomo di oggi di ricostruire qualcosa di bello. Potrebbe diventare anche un’attrazione turistica. Bisogna portare avanti una riflessione aperta a tutte le idee”.
Un’altra delle proposte che monsignor Boccardo rilancia è quella di fare una sorta di museo a San Salvatore di Campi di Norcia, facendo diventare la struttura, ora completamente crollata, uno scrigno per conservare tutte le opere salvate dal terremoto in attesa che possano tornare nella loro ‘casa’ d’origine (“ogni cosa tornerà al suo posto” ribadisce, in merito ad un tema molto caro agli abitanti della Valnerina). Ed il presule rivela anche che la Diocesi stava pensando di realizzare una sede distaccata del museo diocesano nella chiesa di San Giovanni, a Norcia, “ci avrebbe permesso di creare anche un paio di posti di lavoro“. Ora, però, dopo il terremoto è tutto da rivedere.
Di certo, non è pensabile che tutte le chiese crollate (in un territorio in cui “ci sono più chiese che cristiani”) possano essere ricostruite. Soldi, secondo l’arcivescovo, non ce ne sono per tutto e la priorità va alle persone, alle case, alle aziende. “Occorre riflettere bene con gli enti preposti cosa vale la pena ricostruire“. A chi lo sollecita sulle criticità ancora evidenti ad un anno dal terremoto, l’arcivescovo di Spoleto – Norcia evidenzia una cosa: “la lentezza“. Un problema che effettivamente è sotto gli occhi di tutti, con tanti sfollati ancora senza una casa, “tante famiglie trasferite in altre parti dell’Umbria che non pensano di tornare in Valnerina, territorio già a rischio spopolamento“. “Bisogna facilitare al massimo – osserva mons. Boccardo – tutte le procedure, saltare i passaggi che possono essere saltati, anche se capisco la questione della legalità. Delle cose sono state fatte, ma ad un anno dal terremoto ancora c’è la questione delle casette non concluse, grandi passi non sono stati fatti, mentre la priorità deve essere l’attenzione alla vita della gente”.