Cronaca

Terni, prof in piazza contro convocazioni ‘pazze’ e il ‘concorsone’ per docenti

La Buona Scuola sembra non funzionare e nelle scuole ternane e, a due settimane dal suono della campanella del nuovo anno scolastico, professori e alunni si ritrovano ‘vittime’ di una situazione che sta lasciando i docenti nell’incertezza più totale e gli alunni senza insegnanti.

In particolare sono le modalità di convocazione dei docenti a essere finite sotto accusa da parte degli insegnanti che non riescono a scegliere con serenità la destinazione per le procedure “poco chiare” – come sottolineato dal Dat (docenti autorganizzati Terni) – e le “contraddizioni che ha caratterizzato fin dall’inizio il concorso docenti”.

Pertanto, il prossimo giovedì 29 settembre, è stato organizzato un sit-in di protesta sotto il provveditorato, con l’obiettivo di ottenere “le convocazioni unificate per i docenti precari inseriti nelle graduatorie d’istituto, in un giorno e in una sede unitaria, sul modello delle convocazioni da GAE”.

La protesta non riguarda soltanto le criticità riscontrate nelle nomine a breve e a lungo termine, ma anche le modalità con cui è stato svolto e i risultati che il ‘concorsone’ per docenti ha prodotto.

“Il DAT – si legge in una nota – ritiene che solo in tal modo, evitando arbitrarietà e difformità nelle modalità di convocazione da parte delle singole scuole, possano essere garantite ai docenti una scelta ben ponderata della sede e agli studenti una maggiore continuità didattica, al fine di salvaguardare il miglioramento delle condizioni lavorative e insieme la qualità dell’insegnamento.
Al contempo – continuano i prof autorganizzati – saranno denunciate le svariate criticità e incongruenze emerse nel recente concorso docenti, dall’altissimo e ingiustificato numero di bocciati, alla mancata trasparenza su questioni cruciali come il numero effettivo dei posti disponibili, i metodi di valutazione delle commissioni, la tempistica e le modalità di assunzione. Senza dimenticare che ancora mancano in Umbria notizie in merito agli esiti di molte prove scritte, a oltre quattro mesi dallo svolgimento delle stesse.
Nonostante i proclami sbandierati dal ministero, che aveva promesso la fine della supplentite, il precariato non è affatto finito e i docenti intendono dimostrarlo in piazza”.