Le analisi sui campioni d’acqua prelevati nel pomeriggio di oggi verranno svolte da Arpa nella giornata di domani e, probabilmente, i primi risultati di laboratorio si dovrebbero avere nel pomeriggio.
C’è apprensione tra i cittadini per lo stato di salute dell’acqua che proviene dal pozzo di Fontana di Polo che serve tutta la parte nord della città, una delle più popolose con i suoi 30mila abitanti.
L’allarme è arrivato da una scuola elementare della zona interessata da quello che il Comune ha definito “problema ai filtri nel centro idrico di Fontana di Polo gestito da Asm per conto del Servizio idrico integrato”. Le maestre si sarebbero accorte dell’insolito colore dell’acqua e della puzza che questa emanava, e hanno chiamato i tecnici Asm che, giunti nella scuola, già a occhio nudo e ‘a naso’ hanno subito capito che l’acqua non poteva essere utilizzata.
Informati del fatto, il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo e quello di San Gemini, Leonardo Grimani, hanno emanato un’ordinanza che vieta l’utilizzo di acqua in tutto il distretto di Terni Nord e nella parte basse del paese di San Gemini, predisponendo un servizio di autobotti per consentire ai cittadini di avere l’acqua in casa per i bisogni indispensabili. Le autobotti sono presenti in via del Centenario (Parcheggio dello Stadio e area della Protezione Civile), parcheggio Centro Commerciale Le Fontane, Parcheggio via delle Madonnine a Cesi, parcheggio viale Regina Elena Cesi, parcheggio area industriale a Gabelletta.
Molti sono stati i disagi dei cittadini che, oltre ad aver preso d’assalto i supermercati per fare scorta, hanno appreso soltanto dopo molte ore della notizia del divieto di utilizzare l’acqua. L’ordinanza è infatti apparsa online sul sito istituzionale del Comune di Terni e gli organi di stampa hanno subito diffuso la notizia, ma non tutti i cittadini hanno avuto la possibilità di essere informati. È partito così un tam tam di telefonate da parte di chi invece aveva appreso quanto disposto dai sindaci per informare amici, parenti o semplici conoscenti del divieto di utilizzo dell’acqua.
Forse, in una circostanza di emergenza, sarebbe stato più opportuno chiudere l’erogazione dell’acqua da parte del pozzo di Fontana di Polo, per evitare che i cittadini non informati continuassero ad utilizzare l’acqua ‘inquinata’. Non è ancora chiaro quali siano le cause del fenomeno che si è registrato nel pomeriggio di oggi e non è chiaro quali siano le sostanze che l’acqua, allo stato attuale, contenga. Saranno le analisi di laboratorio di domattina a dare risposte più certe e a sciogliere ogni dubbio.
La questione, intanto, ha avuto anche un inevitabile risvolto politico. In particolare il Movimento 5 Stelle,
che ha chiesto un accesso urgente agli atti per avere chiarimenti su quanto successo, così come Enrico Melasecche (ILT) che afferma “nel prossimo consiglio comunale il sindaco riferisca immediatamente ma che soprattutto che monitori personalmente questa situazione da Burundi. Pensavamo che le autobotti per erogare acqua potabile fossero un lontano ricordo dell’ultima guerra, ripetuto negli anni ’80 a causa degli idrocarburi presenti nelle falde della città”.
Intanto l’associazione Codici (Centro per i diritti del cittadino) ha inviato un esposto alla Procura della Repubblica per tutelare i cittadini che abbiano subito eventuali danni.