Terni Festival, "The rain will not erase it" / A Terni 'arriva' il Louvre - Tuttoggi.info

Terni Festival, “The rain will not erase it” / A Terni ‘arriva’ il Louvre

Luca Biribanti

Terni Festival, “The rain will not erase it” / A Terni ‘arriva’ il Louvre

Dal 19 al 28 settembre 2014 al Caos Centro Arti Opificio Siri avrà luogo il festival di Terni
Ven, 12/09/2014 - 14:33

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Terni Festival è un evento destinato a far parlare di sé. Nel bene o nel male, la serie di appuntamenti firmata Caos, è una delle più attese in città, sia dagli appassionati di cultura, sia dai contestatori che vedono negli eventi organizzati dal Caos uno spreco di soldi.
Immancabili saranno le polemiche, e immancabili saranno alcuni degli appuntamenti che proporrà quest’anno il Festival, primo tra tutti la performance della compagnia francese “Project in situ” che accompagnerà i cittadini bendati per la città, alla scoperta di luoghi ‘sconosciuti’. “Una delle novità di quest’anno – spiega Linda Di Pietro – è il coinvolgimento anche di casa private, circa 20, che ospiteranno gli ospiti della performance”.
“Investire nel Terni Festival è per noi fondamentale – ha specificato l’assessore alla Cultura, Giorgio Armillei, la qualità di una città a livello culturale si misura dalle iniziative che le forze del territorio riescono a mettere in campo. L’amministrazione deve limitarsi a non porre ostacoli alla creatività e alla contemporaneità, fattori garantiti da questa manifestazione”.
Per l’occasione tornerà nella sua terra d’origine l’artista ternano Alex Cecchetti che da Parigi parteciperà al Terni Festival grazie alla collaborazione del Centro Internazionale di Cultura Francese: l’artista ternano trasformerà Palazzo Primavera in un Louvre immaginario.

Dal 19 al 28 settembre 2014 torna il Terni Festival Internazionale della Creazione Contemporanea, che si impone sempre più come piattaforma, spazio di scambio e incontro, centro nevralgico capace di offrire visibilità ad artisti italiani e internazionali, rivelando il suo ruolo di attivatore dove arte, azioni, dibattiti e laboratori trovano uno spazio di sperimentazione più che un luogo di fruizione.

L’edizione 2014 “THE RAIN WILL NOT ERASE IT”, la pioggia non lo cancellerà: la 9° edizione del Terni Festival cita il progetto dell’artista bulgaro Mladen Alexiev che verrà presentato e sviluppato nel corso del festival. Come cita l’editoriale del festival, il verso “The rain will not erase it” è in sé fortemente allusivo e racchiude nell’ impersonalità dell’IT una gamma di letture possibili.

Un primo livello, più generale, intende sottolineare come la pioggia di informazioni, quell’overload di dati e di prodotti creativi con cui ci relazioniamo ogni giorno, non cancellerà il valore dell’arte e della cultura intesa come indagine, quesito e provocazione.

Un secondo livello, più politico, parla di elementi esterni, di agenti diversi ricordando come la presenza della diversità, dello straniero, del migrante, in una comunità non si cancella con la pioggia, ma lascia un segno, che va leto, integrato e capito. Il cartello stesso su cui è impressa la frase The rain will not erase it, immagine guida di questa edizione, è una citazione iconica del tipico cartello di protesta.

La dimensione politica è inevitabilmente una delle anime del festival, per una visione dell’arte come cultura che incide sul cambiamento e non semplice diversivo: la linea politica e il compito sociale implicito dell’arte sono emblematicamente narrati dal progetto HATE RADIO dell’International Institute Of Political Murder per la regia di Milo Rau. Il progetto riporta in vita le frequenze di RTLM la Radio Ruandese che incitava il genocidio in un contesto di grande fedeltà all’originale – mettendo in scena anche i sopravvissuti al genocidio. Al centro del progetto è il reenactment di una puntata del programma RTLM, gestito dai suoi ospiti – tre estremisti hutu e il bianco italiano-belga Georges Ruggiu.
Come funziona il razzismo, come gli esseri umani sono privati dell’umanità? L’installazione ricostruita dall’autore e regista Milo Rau a partire da testimoni, dichiarazioni e documenti, fornisce le risposte a queste domande in modo che le persone possono sentire e vivere questi avvenimenti sulla loro pelle.

Il cartello: l’immagine guida di Terni 2014. Il cartello che recita The rain will not erase it, sarà al centro di un progetto fotografico, realizzato in collaborazione con lo sguardo creativo di Eleonora Anzini, incluso nel catalogo dell’edizione 2014. Nel progetto, 10 persone fanno sentire la propria voce contro l’eccessivo materialismo che governa il nostro mondo semplicemente mettendoci la faccia e posando: dopo aver risposto a semplici domande su i valori che danno senso alle loro esistenze, ideali assoluti o sentimenti profondi, hanno selezionato alcuni versi di un poema appositamente scritto che riportano nei propri cartelli, messaggeri e dimostranti che vanno oltre la dimensione politica.
Come una sorta di poema urbano, condiviso e recitato coralmente da una comunità di resistenti che oppongono bellezza al consumo e allo spreco. Il festival inizia con il cartello a terra su un prato, muovendosi a sua volta in bilico tra possibili letture: si trova a terra perché è stato abbandonato in segno di resa a seguito di una marcia di protesta o si trova a terra perché deve essere ancora imbracciato da chi sta preparando la rivoluzione?

Città e cittadini, il dominio dello spazio pubblico o lo spazio del dominio pubblico. La città assume un ruolo centrale, diventando protagonista con la sua dimensione politica di aggregazione e socializzazione. Verranno usati spazi pubblici e spazi aggregativi, spazi domestici e spazi di comunità a completamento e servizio delle proposte artistiche, presentate all’ interno di un contesto urbano inteso come percorso, itinerario, mappa, piuttosto che come singolo luogo.

Altro punto importante è la ricerca di forme di fruizione non convenzionali che attribuiscano al pubblico un ruolo attivo: gli spettatori sono chiamati ad essere parte integrante dello spettacolo come veri e propri interpreti, attivando linee narrative o incidendo sullo svolgimento, un processo partecipato in cui la comprensione passa per l’esperienza vissuta. In questa prospettiva per il festival lo spettatore è importante e determinante quanto gli attori, ed è per questa premessa e vocazione che grande attenzione è rivolta a lavori di comunità o progetti interattivi in cui il ruolo del pubblico non è ridotto alla mera osservazione, ma sconfina nel coinvolgimento diretto e attivo.

Le proposte che in questa edizione vedono un contributo attivo del pubblico sono:
la performance WE ARE STILL WATCHING di Ivana Muller, in cui il pubblico sarà talmente coinvolto da colmare l’assenza del performer in scena: una prova di un copione in cui gli spettatori s’incontrano per leggere lo script e durante l’ora passata insieme formano una comunità prendendo decisioni da collettive e individuali, limitandosi semplicemente a leggere il testo che qualcun’altro ha composto per loro. In questa micro società che si forma ogni sera, ognuno lentamente si cala nel proprio ruolo, ognuno parla in prima persona, interpreta e si applica in un modo o nell’altro, nonostante nessuno abbia mai letto il testo prima né sappia cosa avverrà dopo. In questa peformance, l’idea di spettacolo prende la deriva diventando un invito a guardare oltre ciò che è scritto.

• il progetto LIVING ROOM di Willi Dorner, un lavoro sulla vita nei contesti urbani che mette in moto una riflessione e incoraggia lo scambio tra gli abitanti. Il lavoro nasce come una riflessione sullo spazio privato, sull’appartamento come luogo ma anche come condizione di rifugio e isolamento, come habitat in cui ci si circonda di cose e oggetti per noi rassicuranti o significativi. Willi Dorner attraverso il corpo dei danzatori, offre una versione alternativa di questo equilibrio e spinge il pubblico stesso alla scoperta di spazi pubblici e privati, aprendo porte e dando il via a dialoghi inconsueti

• la performance VEDI COSA VOGLIO DIRE? di Projet in Situ, che abbandona lo spazio teatrale e l’atto del vedere stesso offrendo un’intensa esperienza ad un membro del pubblico: una passeggiata bendato per le vie di Terni accompagnato da una guida sconosciuta che attraversa, in modo spiazzante, spazi noti e/o sconosciuti della citta’. E’ un viaggio nel proprio immaginario, nelle risorse delle nostre percezioni alla scoperta della città, delle relazioni con gli altri e con se stessi. Il buio e l’oscurità non sono più fonti di paure ma zone di confine, terreni fertili da esplorare, per farsi sorprendere e produrre cambiamenti.

L’interdisciplinarità della danza. Saranno tre le performance di danza in cartellone al Terni Festival 2014. Si inizia venerdì 19 settembre con BOLERO EFFECT di Cristina Rizzo un percorso coreografico che si sviluppa a partire dal famoso Bolero di Ravel. Bolero Effect sul piano musicale si articola intorno alla ricerca di sonorità bordercrossing all’interno di ritmiche da ballo pensate come una corsa archeologica a partire dalla partitura di Ravel, mentre il corpo è articolato nella dimensione di apertura totale. Il tentativo è quello di attivare un luogo di co-abitazione, un luogo utopico della scena dove figura corporea e sfondo perdono i propri limiti.
Sabato 20 e domenica 21 è la volta de L’INCONTRO di Raffaella Giordano e Maria Muñoz, un singolare e intenso quadro poetico, due anime fieramente indipendenti, entrambe autrici e creatrici di universi gestuali, curiose delle molteplici forme d’espressione artistica, fondatrici di compagnie nel grande decennio ‘80.
Mara Cassiani, giovedì 25 porterà in scena il suo UNO SU UNO, lo studio di corpo abitante 1mq, in un’epoca in cui il mq si pone come misura della nostra vita.

Il festival come luogo di residenze artistiche. Quest’anno il festival ospiterà Eli Keszler, artista americano che focalizza la sua ricerca sulla relazione tra installazioni su larga scala, contesto urbano e architettonico e la performance sonora. Usando materiali semplici ed elementari, il suo lavoro sovverte l’elettronica e sposta l’attenzione su metalli, cavi e legno attivati come strumenti e fatti risuonare da congegni meccanici. Questi suoni grezzi sono intramezzati da strumenti acustici e performance dal vivo, creando un cortocircuito tra la dimensione meccanica e l’energia fisica.
Nell’ultimo week end di festival, al termine del periodo di residenza, Keszler presenterà al pubblico la propria opera sonora che metterà in luce la contraddizione tra la stasi della scultura dotata di un tempo verticale, propria degli edifici di cemento, e la linea dinamica del suono.

Alex Cecchetti. da Terni a Parigi e ritorno. L’artista Alex Cecchetti, nato a Terni e residente da anni a Parigi, sceglie il Terni Festival per tornare nella sua città natale e presentare il suo nuovo lavoro LOUVRE I Dipartimento antichità greche e romane, una visita guidata del Louvre senza il Louvre.
“Con un approccio collaborativo, Alex Cecchetti coinvolge lo spettatore dal punto di vista fisico e intellettuale, in un’esperienza reale in cui la sua opera è percepita come qualcosa di mentale mentre il pensiero assume una forma concreta”. Alex Cecchetti ha partecipato quest’anno alla XV edizione del Prix Fondation d’entreprise Ricard, a Parigi. Ha esposto in diversi musei, centri d’arte e gallerie come Centre Pompidou, Palais de Tokyo e Fondation d’entreprise Ricard a Parigi (2014), MAXXI a Roma, e Contemporary Art Centre a Vilnius, Lituania (2012). Inoltre ha partecipato allo spettacolo danser ça vie al Centre Pompidou a Parigi, ed è stato invitato da Raimundas Malasauskas al Jeu de Paume, Parigi (2011).

Micromondi: il teatro di famiglie e bambini. Come ogni anno il Terni Festival è promotore, insieme al Comune di Terni, di MICROMONDI, la manifestazione interamente dedicata al mondo dell’infanzia.
In particolare, domenica 28 settembre sarà una giornata dedicata ai ragazzi con gli spettacoli THE TELESCOPE di Tim Spooner per bambini e adulti (in scena anche sabato 27 settembre), PRIMO di Alfredo Zinola per bambini da 2 a 5 anni e adulti e PREZZEMOLINA di Fosca per bambini dagli 8 agli 11 anni e adulti.

I PROGETTI EUROPEI:

DANCE MOVES CITIES E MOBILE ACADEMY
Il festival presenta una selezione dei lavori dei giovani coreografi che hanno partecipato al progetto Dance Moves Cities. Il progetto che vede collaborare Indisciplinarte con New Theatre Institution of Latvia e il Theatrical Reminiscences festival di Cracovia promosso e sostenuto dal programma CULTURA 2007/2013 della Commissione Europea, azione 2.1 per la cooperazione internazionale si chiuderà in autunno a Riga con una presentazione conclusiva nella cornice del programma ufficiale di Riga capitale europea della cultura 2104.

Dance Moves Cities è un progetto dedicato alla relazione tra danza e spazi urbani volto a investigare come le città possano essere potenziali fonti di ispirazione per la creazione coreografica, sperimentando una diversa spazialità e modalità di fruizione.
Obiettivi sono inoltre promuovere occasioni di professionalizzazione, supportare la visibilità internazionale degli artisti italiani e dar vita ad una comunità internazionale di professionisti in grado di cooperare e produrre.

Dalla collaborazione nata tra gli stessi soggetti promotori di Dance Moves Cities, nasce il progetto Mobile Academy, un’accademia dinamica sia per la tripla sede che per il format che coniuga profondità e agilità per promuovere sguardi taglienti e innovativi.
La Mobile Academy è divisa in 3 appuntamenti e rivolta a 15 partecipanti internazionali prevalentemente scrittori e critici, la tappa italiana si svolge nel corso del festival usato come terreno di riflessione e analisi.
Il gruppo dei partecipanti, monitorato e coordinato da docenti di rilievo internazionale, alternerà lezioni, dibattiti critici e produzioni individuali su un tema centrale di rilievo per la creazione contemporanea.
I partecipanti sono stati selezionati tramite una call aperta, per mobilitare persone e idee.

I percorsi di visione per il pubblico. Quest’anno il festival si anima di iniziative volte al coinvolgimento del pubblico come i PERCORSI DI VISIONE, secondo ciclo di appuntamenti aperti al pubblico a cura del gruppo del corso di formazione per “Mediatori Teatrali” promosso per la prima volta a Spoleto dalla Fondazione Festival dei Due Mondi, con il sostegno della Regione Umbria, curato e realizzato da Giorgio Testa. Nel corso degli incontri a Terni i mediatori proporranno l’approfondimento di alcuni spettacoli del programma come tappe di un viaggio in un’esperienza di visione che intrecci conoscenza ed emozione. Un percorso, appunto, aperto agli appassionati, ma anche agli spettatori curiosi o desiderosi di vivere in modo attivo il Festival.

Ha collaborato Federica Pucino

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