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Terni, diossina nelle uova / Asl2 sotto tiro / Nasce il caso ‘dioxinleaks’

A distanza di pochi giorni dal convegno sullo stato di salute ambientale Terni, nuovi allarmanti dati vengono svelati da “Italia Nostra”, “WWF” e “Comitato No Inceneritori”, sulla presenza di diossina in campioni di alimenti. Secondo quanto riferito in una nota dalle associazioni, il 50% dei campioni sarebbe risultato positivo alle analisi dell’Asl, accusata di aver occultato questi dati ai cittadini ternani. Leggiamo insieme la nota:

“Emerge in tutta la sua crudezza un essenziale brandello di verità sulla storia delle diossine negli alimenti a Terni.
Pochi giorni or sono la ASL 2 aveva ufficialmente riferito della contaminazione di ‘soli’ quattro campioni di uova sui 22 prelevati nel 2013 fino a cinque chilometri dal ‘SIN Terni-Papigno’. Tali allevamenti erano stati poi distrutti, ma non senza polemiche per le modalità comunicative adottate.
In questa drammatica dioxinleaks spuntano ora informazioni nuove e compromettenti per numerose Istituzioni, troppo spesso dimentiche di segnalare ai cittadini ternani e umbri le reali conseguenze dell’inquinamento anche sulle più comuni abitudini alimentari.
Quella che segue è una tabella che sintetizza i veri risultati del monitoraggio eseguito nel 2013 sulle diossine nelle uova.

Matrice uova Non Conformità Superamento Livello di Azione
22 campioni di uova allev. rurali 1. campione uova PCBNDL
2. campione uova DIOSSINA E PCBDL
3. campione uova DIOSSINA E PCBDL
4. campione uova DIOSSINA E PCBDL 6 campioni di uova con valore > al limite di azione

Terni non è una città da trattare con leggerezza.
La ASL 2 ha omesso di rappresentare ai residenti della Conca informazioni cruciali, collocate nella parte destra della tabella e relative alla pesante contaminazione di altri sei campioni di uova oltre il livello di azione (limite pari a 1,75 pg/gr), ossia quella soglia dopo la quale l’Unione Europea impone di accertare le fonti inquinanti –e noi nutriamo forti sospetti al riguardo- assumendo iniziative per il loro contenimento/eliminazione dagli alimenti e procedure di risanamento.
Occorre ricordare che per la letteratura scientifica il tasso medio di diossina nelle uova è ricompreso tra 0,2 e 0,4 pg/gr: al contrario Terni si attesta su multipli assai significativi, ma ancora una volta tutto è stato deliberatamente minimizzato, con rassicuranti comparsate tv, sorvolando sul contesto ambientale in cui stiamo affondando, caricando viceversa poveri allevatori di presunte quanto offensive responsabilità, essendo stato raccomandato loro di non bruciare plastiche accanto agli stazzi e amenità consimili.
Questi dati sono invece la conferma di una contaminazione ampia e diffusa per la quale è necessaria una full disclosure da parte anzitutto della Regione Umbria, competente per le attività ASL.
Con una petizione pubblica, assieme a oltre 15.000 persone, già in marzo chiedemmo alla Regione notizie sul superamento delle soglie di azione anche in considerazione dei rischi da bioaccumulo. Non sbagliavamo, ma per mesi quelle informazioni sono state sigillate nei cassetti. Fino ad oggi”.