Terni, Cecconi: "Di Girolamo maestro nel rigirare la frittata" - Tuttoggi.info

Terni, Cecconi: “Di Girolamo maestro nel rigirare la frittata”

Mirco Diarena

Terni, Cecconi: “Di Girolamo maestro nel rigirare la frittata”

Fdi e An precludono ogni apertura e continuano a "chiedere la testa" del primo cittadino
Lun, 24/10/2016 - 12:59

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I risultati ottenuti sull’Area di crisi complessa, sul patto di Sviluppo Comune-Regione, i fondi provenienti dal bando nazionale per le strutture sportive e le periferie, quelli ancora più rilevanti dei fondi europei, le risorse che nel 2017 consentiranno di aprire i cantieri nelle scuole, dimostrano che il centrosinistra sa centrare gli obiettivi prefissati, nell’ottica di rilanciare e sostenere le dinamiche di sviluppo economiche attive a Terni. La capacità di governo è particolarmente efficace quando si mette in campo compattezza e risolutezza della compagine politica che è stata chiamata dagli elettori alla guida della città. Un lavoro che sta dando frutti importanti, in particolare perché ha funzionato l’asse Governo del Comune, Regione, Governo nazionale.

È questa la tesi illustrata dal sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo lo scorso fine settimana sul sito amministrativo. Parole che hanno fatto letteralmente sobbalzare sulla sedia i leader dell’opposizione ternana e non solo. Tra coloro che ascoltando le frasi del primo cittadino hanno avuto un brivido lungo la schiena c’è Marco Cecconi Capoggruppo di Fdi e An: “Nell’arte di rigirare la frittata – sentenzia Cecconi – questa volta Di Girolamo si è superato e siamo costretti così a ricordare di nuovo che la gravità della situazione finanziaria e politica del Comune di Terni non si esorcizza più (se mai ci si è riusciti) cercando come al solito di occultare e mistificare la realtà cambiando il nome delle cose. Dice Di Girolamo che i soldi pubblici in arrivo da Roma o da Perugia sarebbero la prova dell’ottimo funzionamento dell’asse Governo-Regione-Comune. Peccato che, se quest’asse avesse davvero funzionato quando doveva, avrebbe potuto produrre, magari, risultati ben diversi per le acciaierie ternane: e ora, anziché rallegrarci grottescamente per essere diventati “area di crisi complessa”, potremmo più utilmente rallegrarci del contrario. Peccato che, piuttosto, la coincidenza tra l’annuncio di questi “aiutini” e la certificazione di milioni e milioni di debiti accumulati da Di Girolamo & C. – negati fino a due mesi fa – derubrica i fantomatici soldi in arrivo a quello che, universalmente e banalmente, si chiama soccorso rosso. Peccato però che i soldi non hanno colore: e quelli eventualmente elargiti per permettere a Di Girolamo di parlare d’altro, anziché del suo malgoverno, sono soldi tirati fuori di tasca propria da tutti i ternani (e non dell’assessore regionale Paparelli o chi per lui), ancorché utilizzati per compensare i buchi di qualcuno”.

Nel suo intervento sulla situazione economica-politica il primo cittadino aveva fatto anche un appello alle opposizioni, un richiamo in stile renziano, invitandole a smettere di “gufare” e cavalcare solo il malcontento di alcuni: “Dice infine Di Girolamo – prosegue Cecconi – toccando l’apice del giro di volta della frittata, che il piano di risanamento avviato (parliamo, appunto, del predissesto) non può restare – testuale – “patrimonio della maggioranza”. Ora, già il fatto di definire i debiti come un “patrimonio” si commenta da solo. Già la pretesa di condividere responsabilità che, in quanto tali, hanno un nome ed un cognome ben precisi, è del tutto irrealistica: la colpa dei buchi in bilancio è solo sua e se magari spera di trovare tra i banchi della minoranza qualche votarello a compensare le defezioni nella sua coalizione, ha sbagliato indirizzo. Ma la proposta più irricevibile di Di Girolamo è quella rivolta ancora una volta alle opposizioni, che magari potrebbero anche “dare un contributo” (dice lui), dato che il sindaco è “sempre pronto ad ascoltare”. Se lo fosse stato – conclude Cecconi – non ci ritroveremmo al punto in cui siamo: come noi gli chiediamo da sempre, le falle in bilancio sarebbero state ammesse per tempo, dall’inizio del mandato avrebbero già potuto essere ripianate e non se ne sarebbero create di nuove. Se Di Girolamo fosse davvero disponibile ad ascoltare, l’unica cosa seria da fare da parte sua – anziché continuare a negare l’evidenza – sarebbe quella di andarsene: proprio come le opposizioni compatte gli hanno già reiteratamente proposto”.

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