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Terni, ‘blitz’ delle coop dal M5S, bagarre in conferenza stampa | Nevi “Gazzarra indegna”

Redazione

Terni, ‘blitz’ delle coop dal M5S, bagarre in conferenza stampa | Nevi “Gazzarra indegna”

Sandro Corsi e Antonio Sabatini interrompono la conferenza stampa dei pentastellati
Mar, 13/12/2016 - 18:49

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Un ‘blitz’ che ha creato lo scompiglio negli uffici comunali del M5S di Terni e che ha reso il clima politico che si respira in città ancora più avvelenato; questa mattina, il presidente della cooperativa Actl, Sandro Corsi, e quello della Ultras Servizi, Antonio Sabatini, hanno fatto irruzione a Palazzo Spada, mentre i pentastellati stavano illustrando in conferenza stampa, quali fossero, a loro avviso, le criticità legate ai 2milioni e 300mila euro di affidamenti diretti dei Sec (Servizi Educativi Comunali); secondo quanto riferito dai 5 Stelle, l’ultimo bando per l’affida dei servizi risalirebbe al 1999, data dalla quale sarebbero poi partiti gli affidamenti diretti ad alcune cooperative ternane che sarebbero coinvolte nelle indagini della Procura.

Mentre la conferenza stampa volgeva al termine, Corsi e Sabatini, che ricordiamo  essere due tra i dirigenti di cooperative indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Terni sfociata nell’”Operazione Spada”, sono entrati negli uffici comunali di Palazzo Spada in cui si stava tenendo l’incontro, tra l’imbarazzo e lo stupore di tutti i presenti, con al seguito alcuni lavoratori delle proprie cooperative.

Sandro Corsi si è seduto interrompendo la conferenza stampa e, puntando l’indice contro Andrea Liberati e gli altri pentastellati, ha chiesto conto su quanto accaduto nel consiglio comunale dello scorso 23 novembre, quando i lavoratori delle cooperative ritengono che dall’ala 5 Stelle si sia levato l’appellativo di “ladri” rivolto nei loro confronti e se i cinque stelle si riferiscano alla sua cooperativa quando parlano di lavoratori in nero.

L’aria si è fatta pesante e ne è scaturito un vero e proprio parapiglia verbale, che ha rischiato di sfociare anche in un contatto fisico, con reciproche accuse e uno scambio di impressioni poco edificanti, per così dire.

C’è voluto un bel po’ di tempo per riportare la situazione alla tranquillità, ma l’irruzione nel pieno di una una conferenza stampa di un gruppo politico è di indecifrabile lettura

La delicata situazione nella quale si trovano Sabatini e Corsi avrebbe forse richiesto una condotta più mite e cauta; anche dal punto di vista più prettamente ‘politico’ l’irruzione sembra non avere molte giustificazioni, se non quella di avvalorare le tesi di chi sostiene che ci sia molto nervosismo in casa Pd e negli ambienti delle cooperative ternane.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente regionale del gruppo Forza Italia Raffaele Nevi: “L’indegna gazzarra di Sandro Corsi che ha interrotto la conferenza stampa di una forza politica è la conferma dell’agitazione che regna dalle parti della sinistra ternana che sta perdendo il lume della ragione. Chi mi conosce sa quanto io sia lontano da atteggiamenti giustizialisti e forcaioli dei grillini, come ho avuto modo di dire più volte anche durante le ultime elezioni comunali. Sbagliano sempre a fare di tutta l’erba un fascio anche se di erba cattiva ce n’è tanta in giro. Noi  – continua Nevi – da sempre siamo per concorrenza e il merito che a Terni è sempre merce molto rara e chiediamo per questo da tempo che l’amministrazione tragga le conseguenze di una situazione di pesante affaticamento. Oggi mi sento di esprimere la mia solidarietà ad Andrea Liberati e al M5S che mentre teneva una conferenza stampa nei propri uffici in comune si sono visti arrivare una delegazione composta da Sandro Corsi, Antonio Sabatini e non so chi altro con l’intento di disturbare la conferenza stessa. Il mio consiglio a Corsi e Sabatini è quello di cessare questa vergognosa caccia all’oppositore e aspettare serenamente che la magistratura faccia il suo corso e di denunciare chi ritenessero stia violando la loro onorabilità. Questa barbarie mediatica non fa altro che avvantaggiare chi ha interesse a dare una pessima immagine di Terni vesto l’esterno”.

Sul caso, anche se su altri aspetti, è intervenuto il sindaco Leopoldo Di Girolamo con una nota, nella quale risponde a chi ha proposto un articolo del giornale diretto da Maurizio Belpietro “La Verità”, secondo il quale sarebbe indagato anche il primo cittadino nell’inchiesta della Procura, con tanto di atto della Squadra Mobile pubblicato sulla propria testata.

Che il sindaco possa essere stato iscritto nel registro degli indagati a sua insaputa, quanto meno d’ufficio, è del tutto plausibile, visto che 2 degli assessori della sua Giunta sono stati indagati per associazione a delinquere; così come è plausibile che possa poi essere stato tolto dalla stessa lista, visto che il documento riportato dal quotidiano è datato 24 marzo, mentre gli avvisi di garanzia sono stati notificati a novembre.

Ecco la nota del primo cittadino: “L’accusa di sistema e di disonestà – dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo – la considero una accusa infamante e gratuita, da parte di quelle opposizioni che non vogliono rispettare né il voto democratico né l’operato della magistratura. La magistratura ha avviato un’indagine per approfondire alcuni temi, ma c’è chi è arrivato già alle sentenze delle sentenze e brandisce il cappio. Il primo a non rispettare la magistratura e la legalità è chi mette in circolazione atti coperti da segreto istruttorio, atti utilizzati come clave, senza possibilità di difendersi nell’ambito delle regole della giustizia, quella vera.
E’ ormai evidente – prosegue il sindaco – che si vuole interrompere una azione di governo che ha ricevuto il mandato dagli elettori, è chiaro che si vuole creare un clima di accuse generiche e infondate, tese a demolire le istituzioni. Sul versante dell’onestà vado a testa a alta, non appartengo ad alcun sistema, non ho mai agevolato o favorito aziende, cooperative o altro. Ho sempre badato agli interessi della città,  e se una azienda, una ditta, una cooperativa, una associazione, un singolo cittadino, riesce a raggiungere un risultato, sono stato sempre felice, perché ho sempre pensato che il benessere della comunità passi anche per i successi del suo tessuto economico, sociale, culturale, professionale. Se c’è qualcuno che pensa che avere sede a Terni, sia un elemento di sospetto, lo dica chiaramente. Se l’obiettivo è demolire tutto quello che è ternano lo si dica pubblicamente. Io sono dell’idea che tutte le aziende debbano partecipare allo sviluppo di Terni, comprese quelle di Terni.
Sulla moralità personale aggiungo che dalla politica non ho tratto guadagni né costruito posizioni di privilegio. Ho vissuto sempre con la mia professione. Sono stato il primo parlamentare a dimettersi al momento dell’elezione a sindaco.
Come parlamentare sono sempre stato il primo contribuente del mio partito, perché credo in un finanziamento dei partiti chiaro e trasparente. Da cinque anni nelle mie tasche non entra un euro dell’indennità da sindaco. Da sempre sono stato attento e parsimonioso nei rimborsi, così come nell’utilizzo delle strutture  e dei mezzi che pure spettano a un sindaco per l’espletamento del suo mandato.
L’accusa di mancanza di trasparenza la trovo poi ridicola: in quali altri comuni le opposizioni hanno la password del protocollo dell’Ente, in quali altri comuni persino le bozze degli atti sono a disposizione del vaglio politico?

Sto al governo e al servizio della città – conclude Di Girolamo – non perché faccio parte di un sistema, ma  perché ho vinto due turni elettorali, l’ultimo dei quali con un’ampia scelta di candidati a sindaco, ben 13! In queste ore, in questi giorni non semplici, il mio pensiero è alla città, e alle opportunità che sta vivendo in questi mesi: dai finanziamenti di Agenda Urbana, al riconoscimento dei canoni idrici, all’area di crisi complessa che porterà benefici tangibili ad iniziare dal risanamento ambientale della più grande azienda del territorio, alle opportunità culturali e turistiche. E’ lampante che mentre ieri gran parte della città si è ritrovata unita in questa immensa prospettiva del circuito leonardesco, c’è chi oggi continua a spargere accuse e veleni, salvo poi meravigliarsi che nel mondo del lavoro – compreso quello della cooperazione – ci siano preoccupazione, angoscia, tensioni”. 
 

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