Cassa integrazione “soft” per i lavoratori della Tecnokar trailers. Stamattina a Perugia, nella sede di Confindustria, i vertici dell'azienda di Santo Chiodo hanno incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per illustrare il piano anticrisi elaborato dall'azienda per prepararsi ad affrontare un anno che si preannuncia difficile.
I VERTICI AZIENDALI – “Abbiamo messo a punto – spiega Graziano Luzzi, uno dei quattro soci dell'azienda – una serie di interventi indispensabili per attenuare l'impatto della crisi e salvaguardare l'integrità di Tecnokar. Solo in questo modo saremo in grado di attraversare un anno che si prospetta faticoso ed essere pronti a ripartire a pieno regime non appena la crisi sarà superata”. E' lo stesso Luzzi, in una nota a spiegare – senza però entrare nei dettagli – il ricorso alla Cassa integrazione. “Non si tratta però – evidenzia – di una Cassa integrazione a zero ore. Né intendiamo ricorrere a questo provvedimento per molti mesi. Seppur il 2008 si chiuderà con un incremento della produzione, del fatturato e delle esportazioni in linea con il trend di crescita degli ultimi anni, non possiamo negare che stiamo assistendo a una riduzione degli ordinativi. E, prima che questa flessione possa minare la solidità economica e finanziaria dell'azienda, vogliamo assumere alcune iniziative che, come questa, ci consentano di essere preparati alla crisi, di tornare competitivi nel più breve tempo possibile e di salvaguardare i nostri collaboratori, i clienti, i fornitori e il rapporto con il mondo finanziario. Ciò non significa che i nostri progetti di sviluppo si interromperanno. Continueremo a investire nella ricerca, ad attuare più incisive azioni commerciali, a lavorare per conquistare nuovi spazi sui mercati esteri e a rafforzare la patrimonializzazione della nostra azienda”.
I SINDACATI – A spiegare invece nel dettaglio cosa accadrà ai lavoratori Tecnokar e quanti di loro sono coinvolti sono le organizzazioni sindacali coinvolte, Fim, Fiom e Uilm. “L'incontro si è concentrato sulla difficoltà dei volumi produttivi” evidenzia Pierotti della Fim. Il piazzale pieno di veicoli industriali fermi è infatti dovuto all'annullamento di alcune commesse ed al rallentamento di altre. “Il primo obiettivo dell'azienda è di smaltire quelli – dice Pierotti – ma la minore capacità produttiva ha portato alla richiesta di cassa integrazione ordinaria”. Che durerà soltanto 13 settimane, dal 1 dicembre al 4 aprile e coinvolgerà tutti i lavoratori a rotazione, per non più di 2 settimane al mese ciascuno. Questo per evitare di penalizzare alcuni lavoratori rispetto ad altri. Quelli che sarebbero direttamente coinvolti dalla crisi, infatti, sarebbero circa una cinquantina, ma le organizzazioni sindacali hanno voluto la rotazione comprendente tutti per fare in modo che le fermate collettive che si potrebbero verificare diminuiscano la sofferenza di ognuno. Timori però per i lavoratori interinali. “Abbiamo sottoscritto un accordo – sottolinea Pierotti – che li porta tutti a fine contratto, vale a dire a fine dicembre, però per loro c'è un rischio molto alto, visto che non hanno ammortizzatori sociali.
INDUSTRIE MINERVA – Novità anche sul fronte della Minerva. A gennaio verrà infatti pubblicato il nuovo bando, mentre le istituzioni si stanno adoperando affinché possa essere anticipata la cassa integrazione slittata per la mancata presentazione di tutti i documenti da parte del curatore fallimentare. Intanto il presidente della Bps Giovanni Antonini ha confermato ai sindacati la sua disponibilità, qualora i tempi della Minerva slittino, a studiare ipotesi per sostenere economicamente i lavoratori.
(sa.fra.)
