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Struttura lager ad Assisi, cresce numero indagati

Sara Minciaroni

Struttura lager ad Assisi, cresce numero indagati

Inchiesta su presunte violenze ai pazienti e "farmaci al posto del cibo"
Lun, 26/12/2016 - 19:36

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Sono stati notificati nei giorni scorsi gli avvisi di conclusione delle indagini per l’inchiesta sulla struttura L’Alveare di Assisi. Il provvedimento da parte del pubblico ministero Michele Adragna sono andati sia al titolare che a tutti il gruppo del personale per ipotesi di reato pesantissime.

Il responsabile legale della struttura socio-riabilitativa, secondo la procura, avrebbe in una circostanza fatto da “istigatore” durante un’aggressione fisica e psicologica da parte dell’operatore che “più di tutti faceva paura ai malati”. Quello che veniva chiamato “Bulldog”, e che, secondo quanto riportato nelle carte delle indagini “procurava in concorso la frattura del polso di una paziente mediante una violenta torsione dello stesso, come atto dimostrativo a fronte di un atto di disobbedienza”. E poi le “bastonate, le umiliazioni, gli spintonamenti, le punizioni esemplari”. Fino a quei farmaci “spesso – viene rimarcato – somministrati allo scopo di far dormire il paziente, evitando così di servire la cena”.

Sonniferi per risparmiare sul cibo, dunque, per far dormire piuttosto che mangiare, racconta una ex operatrice. Non solo, “in tutto il periodo in cui aveva lavorato lì (dal giugno 2015, ndr) mai aveva riscontrato la presenza di medici a colloquio o in visita ai pazienti”. Ma per contenere le spese c’erano anche altri metodi, da far venire la pelle d’oca i racconti che li descrivono, “per esempio – è scritto ancora nell’atto – agli ospiti era prescritto di lavarsi i denti alla fontana esterna, tranne che nei giorni di pioggia, per non sporcare i bagni”.

E sempre per spendere il meno possibile a discapito dei malati il responsabile – è riportato nell’ordinanza come ricostruzione di una delle testimoni – “aveva negato un’assistenza particolare ad una paziente che aveva gravi difficoltà nella deambulazione, nonostante gli operatori gli avevano più volte fatto presente le difficoltà della situazione in cui versava la donna”. La stessa donna che “qualche tempo dopo, era caduta dalle scale ed era stata in seguito trovata morta nella sua camera senza essere mai stata ricoverata in ospedale”.

Nel frattempo, l’avvocato Luca Gentili (Legale del presidente e responsabile della comunità di Torchiagina di Assisi) ha presentato l’istanza di revoca del sequestro preventivo al pubblico ministero Michele Adragna. A partire da un nuovo organigramma della casa protetta che non include nessuno degli indagati.

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