La Polizia di Perugia, da diversi giorni, era sulle tracce di Alis Gabriela Dumutru, ricercata in tutta Europa. La donna, infatti, secondo la ricostruzione investigativa fatta dagli agenti, aveva trovato rifugio presso suoi connazionali proprio in questa provincia, dove si spostava continuamente per evitare di essere individuata ed arrestata, ben consapevole del rilievo “internazionale” del provvedimento che l’aveva colpita. Nella notte tra mercoledì 17 e giovedì 18, è scattato il blitz: gli uomini della Sezione C.O., al comando dell’Ispettore Capo Armando Finzi, dopo ore di appostamento ed osservazione, sono riusciti ad individuare l’autoveicolo in uso alla ricercata, una Bmw di colore rosso. L’auto è stata notata in Via Birago e, dopo poco tempo, come era facilmente prevedibile, è comparsa la ricercata internazionale, la quale si è messa alla guida e si è allontanata in direzione Ellera di Corciano, dove è stata bloccata dalla Polizia e tratta in arresto. In seguito, è emerso che la sfruttatrice, qui a Perugia, si nascondeva dividendosi tra un appartamento in Via Della Pescara ed un’abitazione nella predetta Via Birago.
Innumerevoli, almeno quelli che risultano alla Polizia italiana, i precedenti penali e di polizia della rumena: già nel 2005 violò le norme sull’immigrazione a Genova, dove fù destinataria di un paio di provvedimenti di espulsione del Questore e dove si rese altresì responsabile di un tentato furto, dopodichè venne denunciata a Modena per sfruttamento della prostituzione, sotto falso nome, e fotosegnalata a Treviso, Chiusi ed Assisi. All’esito dell’operazione dell’altra notte, la donna è stata accompagnata a Capanne, dove resterà in attesa della successiva estradizione per la Svizzera dove, date le premesse investigative e probatorie ma soprattutto il suo tentativo di fuga finito male, la attende il processo.
I fatti per i quali la donna deve essere sottoposta a processo sono particolarmente gravi e supportati da pesantissimi elementi probatori; nello specifico la rumena, nell’ottobre 2010, avrebbe “reclutato” una giovane connazionale in Romania, sua vicina di casa nella terra di origine, e l’avrebbe “indotta” a seguirla prima in Italia, precisamente a Torino, e successivamente in Svizzera, con la vaga promessa di un lavoro prestigioso e di un più elevato tenore di vita. Al di là delle Alpi, la giovane sarebbe stata segregata in un appartamento di Chavornay e costretta a prostituirsi, sotto la minaccia di violenze, con la pretesa, per di più, di almeno metà dell’incasso. La vittima, che nel frattempo aveva già fatto guadagnare, alla sua aguzzina, svariate migliaia di franchi svizzeri, alla prima utile occasione era riuscita a fuggire dal suo luogo di costrizione, e si era rifugiata presso i suoi familiari in Romania. Ma non finisce qui: la donna, con il suo “socio” in affari, avrebbe continuato a perseguitare la giovane connazionale promettendole ritorsioni e addirittura minacciando i suoi familiari.
Nel corso di un’operazione della polizia svizzera sull’appartamento di Chavornay, inoltre, vennero rinvenuti circa 250 grammi di “cocaina”, nascosti nel giardino, riconducibili all’arrestata. All’esito dell’attività d’indagine svolta dalla polizia elvetica, la Dumitru è stata rinviata a processo, all’esito del quale potrebbe essere condannata alla reclusione fino a 20 anni per tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione, minacce e traffico di sostanze stupefacenti.