“La recente decisione di candidare Foligno come Capitale italiana della cultura 2020 è stata lungimirante, considerando anche il fatto che siamo stati l’unica città in Umbria ad aver fatto richiesta. Ma sorge spontanea una domanda: come mai ci accingiamo a dare un indirizzo politico sulla futura gestione museale, che prevede tagli nei giorni e negli orari di apertura?”
Questo il pensiero di Lorenzo Schiarea, capogruppo del Movimento per Foligno, che in un comunicato stampa sottolinea l’inopportunità dell’atto.
“La scelta è un forte controsenso – si legge nella nota – in quanto, non è possibile candidarsi ad essere eccellenza nella cultura ed allo stesso tempo, per motivi di budget, ridimensionare le nostre importanti potenzialità artistiche e culturali. Da sottolineare anche l’iter per diventare capitale del 2020, il comitato infatti – fa notare – per analizzare le candidature, in primis valuterà la sostenibilità economica della città nell’affrontare una sfida così importante per il futuro”.
Una sorta di passo indietro quindi, e per di più nella direzione sbagliata, secondo il capogruppo Schiarea.
“Anche la volontà di non rendere omogenei i periodi di fruibilità tra Palazzo Trinci e le altre realtà museali, come l’Oratorio della Nunziatella, l’Oratorio del Crocifisso ed il Museo della Stampa – rileva l’esponente di maggioranza – non è sintomo di indirizzo politico e decisionale chiaro e determinato, anzi, va a peggiorare la possibilità di accesso, che nel corso degli anni è stata già ridotta drasticamente agli orari 10-13 e 16-19, ben lontana dalla media italiana”.
L’intervento del Movimento per Foligno non finisce qui.
“Tenuto conto che si sceglie di mettere a pagamento gli Oratori rispetto all’odierna gratuità, non prevede nemmeno, di conseguenza, un’idea di circuito museale coordinato con Palazzo Trinci, ecco che la decisione riguardante il libero accesso di alcuni siti, avrebbe ad ogni modo invogliato ed incentivato ad incrementare quel turismo che – incalza Schiarea – anche a causa del terremoto, ha avuto un forte calo, come nel resto dell’Umbria”.
“Questa linea politica è in forte controtendenza rispetto a quella nazionale di promozione della cultura che verte sulla scelta del ‘museo aperto’. Oggi più che mai – conclude la nota – dobbiamo lavorare come istituzioni affinché la cultura riprenda la sua centralità”.