A ormai pià di un anno dalla vicenda che ha visto al centro della cronaca locale l’altrimenti definito “steccone” a San Bevignate, lo studentato che ADiSU (l’Agenzia per il diritto allo studio universitario della Regione Umbria) avrebbe dovuto realizzare nella zona di Monteluce a Perugia su commissione di Regione, Comune e Università, è arrivata la sentenza della sesta sezione del Consiglio di Stato: i giudici hanno così rigettato il ricorso presentato da ADiSU dopo la sentenza del Tar dell’Umbria, a proposito dell’autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di lavori relativi alla residenza universitaria, della cui realizzazione si parlò per la primavolta nel 2005. Il Consiglio di Statio ha inoltre dichiarato inammissibile il ricorso in appello proposto da TLM Costruzioni s.r.l. in proprio e quale capogruppo di associazione temporanea d’imprese, incaricate di attivare i lavori di costruzione dello studentato “steccone” a San Bevignate. Così come viene definito “inammissibile” l’appello incidentale proposto dalla Regione Umbria.
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A difendere ADiSU c’è l’attuale assessore regionale Antonio Bartolini. I giudici Griffi, Meschino, Giovagnoli, De Michele e Pannone hanno così deciso che lo studentato a San Bevignate non può farsi: il punto più importante della questione resta nell’autorizzazione concessa dalla Soprintendenza. Quest’ultima, si legge nella sentenza, “essendo a conoscenza della volontà dell’A.DI.S.U. di procedere alla realizzazione di una residenza universitaria in località “Monteluce” via E. Dal Pozzo, le comunicava che i lavori non potevano avere inizio e ne inibiva la realizzazione, e avvisava che il progetto avrebbe dovuto essere ripresentato per la valutazione di compatibilità paesaggistica secondo le procedure previste dall’art. 146 del d.lgs. n. 42 del 2004, risultando il progetto ormai privo della necessaria autorizzazione paesaggistica dalla data del 5 settembre 2013. L’autorizzazione paesaggistica era stata rilasciata dalla Regione in data 4 settembre 2008, era perciò scaduta in data 4 settembre 2013“, dato che “l’autorizzazione è valida per un periodo di cinque anni, scaduto il quale l’esecuzione dei progettati lavori deve essere sottoposta a nuova autorizzazione”. ADiSU si era già difesa parlando di una possibile proroga di tre anni, affermando di fronte al Tar che “è altresì prorogato di tre anni il termine delle autorizzazioni paesaggistiche in corso di efficacia alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”. Ma la Soprintendenza aveva comunque ribadito l’avvenuta scadenza della concessione, comunicando all’A.DI.S.U. l’impossibilità di iniziare i lavori di realizzazione del complesso universitario perché il progetto era privo della necessaria autorizzazione e avrebbe dovuto essere ripresentato per la valutazione di compatibilità paesaggistica. Ora il Consiglio di Stato, dopo già il Tar, arriva alla medesima considerazione: di fronte alle autorizzazioni scadute, non si può procedere alla costruzione del plesso.
Dal canto suo, l’attuale vice sindaco di Perugia, Urbano Barelli, all’epoca dello scoppio del caso presidente umbro di Italia Nostra, ha voluto dichiarare che “il Consiglio di Stato ha confermato quanto ho sostenuto sin dall’inizio e stabilito poi dal Tar Umbria, cioè che i lavori di costruzione dello studentato davanti a San Bevignate non potevano essere iniziati perché l’autorizzazione paesaggistica era scaduta”.
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