Rogo Thyssen, Cassazione rinvia a nuovo appello per ricalcolo pene | Parenti vittime "Uno schifo" - Tuttoggi.info

Rogo Thyssen, Cassazione rinvia a nuovo appello per ricalcolo pene | Parenti vittime “Uno schifo”

Luca Biribanti

Rogo Thyssen, Cassazione rinvia a nuovo appello per ricalcolo pene | Parenti vittime “Uno schifo”

Moroni "Sentenza infamante" | Si valuta possibilità di ricorso alla Corte Europea per i Diritti Dell'Uomo
Gio, 28/05/2015 - 20:44

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“Uno schifo”, così i parenti della vittime dei 7 operai rimasti vittima del rogo della Thyssen di Torino (Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi), il 6 dicembre 2007, esprimono il loro sdegno dopo la decisione della Suprema Corte di Roma di rimandare tutti gli atti a un nuovo appello per la rideterminazione delle pene degli imputati.

Si tratta di 6 dirigenti, allora manager ai vertici della multinazionale tedesca, per i quali il Procuratore di Torino, Carlo Destro, aveva chiesto nell’appello del 2013, 10 anni per l’ex amministratore delegato Herald Espenhahn, 9 per Daniele Moroni, 8 per Cosimo Cauferi e Raffaele Salerno, 7 per Gerald Priegnitz e Marco Pucci, ex ad di Ast Terni prima dell’arrivo di Lucia Morselli.

Il procuratore generale Destro ha chiesto oggi che resti immutata la pena a Espenhahn, Priegnitz e Pucci, mentre ha chiesto una riduzione di un anno per Moroni, 6 mesi per Salerno e Cauferi.

In aula era presente anche Moroni, dirigente della sede centrale di Terni che, nell’ultima autodifesa, secondo quanto battuto dall’Ansa avrebbe spiegato “Mi si accusa di non avere disposto l’installazione di un particolare impianto di spegnimento degli incendi, ma il processo ha dimostrato che non ci sarebbe stato il tempo. E poi non avevo il ruolo, non avevo il potere, non avevo nemmeno le informazioni per poter conoscere la situazione dello stabilimento di Torino, che era in procinto di chiudere. Non era mio compito ingerire con la sua attività.
Eppure, nonostante mi sia sempre sentito un cittadino rispettoso delle regole, mi trovo condannato a una pena infamante che, in ogni caso, sarà soprattutto tanto lunga”.
Non è escluso che gli avvocati degli imputati possano ricorrere alla Corte Europea per i Diritti Dell’Uomo, circostanza alla quale hanno commentato i parenti delle vittime “andremo anche a Strasburgo, forse lì ci spiegheranno come mai per Espenhahn è caduta l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale”.

 Nella foto Marco Pucci, ex ad di Ast Terni

© Riproduzione riservata

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