RINVENIMENTO DI UNA NECROPOLI DEL VII-VI SECOLO A.C. NEI PRESSI DI PIAZZA D'ARMI (Foto - Guarda i reperti) - Tuttoggi.info

RINVENIMENTO DI UNA NECROPOLI DEL VII-VI SECOLO A.C. NEI PRESSI DI PIAZZA D'ARMI (Foto – Guarda i reperti)

Redazione

RINVENIMENTO DI UNA NECROPOLI DEL VII-VI SECOLO A.C. NEI PRESSI DI PIAZZA D'ARMI (Foto – Guarda i reperti)

Lun, 06/04/2009 - 18:22

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Durante la realizzazione a Spoleto, presso Piazza D'Armi, di un progetto per la costruzione di 18 alloggi popolari, sono state condotte delle indagini archeologiche preventive in tutta la superficie destinata alla realizzazione dell'edificio. Lo scavo preventivo, effettuato su una superficie di 2000 mq, si trova a ridosso dell'antico tracciato della via Flaminia, dove nel 1982 – come anche nel 1957 e in anni più recenti – lavorando ad una condotta idrica, fu rinvenuta una tomba femminile del VII secolo a.c. con un ricco corredo di vasellame. Si sostiene, infatti, che la zona in questione, poco adatta per sua natura all'agricoltura, fosse utilizzata da un insediamento umbro come un settore della necropoli.

L'ultimo scavo – di cui non è stata notizia per evitare azioni di privati – ha riportato alla luce undici tombe presumibilmente del VII-VI secolo a.c. e in quattro di queste sono stati ritrovati resti scheletrici, due dei quali relativamente ben conservati, mentre per le altre due è stato possibile rinvenire solo dei reperti di denti per ragioni di cattiva conservazione. La ragione dello stato si pensava potesse essere imputata all'acidità del terreno ma, a seguito di alcune analisi, non si è giunti ad un positivo riscontro, per cui si stanno supponendo ragioni diverse, tra cui il crollo dei tavolati lignei posti a chiusura delle fosse e la frantumazione degli stessi prevista dal rito funebre.

Particolare interesse, sia dal punto di vista storico che archeologico, hanno destato i vari vasellami in ceramiche e i corredi in bronzo. Questi ultimi sono stati trovati adagiati su i due scheletri femminili. Si tratta di dischi in bronzo, leggermente decorati, il cui stato di conservazione è piuttosto drammatico per via del sedimento con breccia compatta e argillosa che ha esercitato pressioni notevoli sia sui corredi sia, in misura maggiore, sui vasellami. Il prestigio di questi ritrovamento è assoluto. Fino ad oggi, questo genere di corredi erano sempre stati trovati fuori contesto e per tanto la loro collocazione era sempre stata oggetto di valutazioni. Oggi, trovandoli in un contesto ben preciso, appare corretto affermare che si tratti di corredi femminili con cui le donne venivano sepolte. Oltre ai corredi in bronzo, le deposizioni femminili hanno pettorali in cuoio e oggetti ornamentali in osso, ambra e pasta vitrea.

Altrettanto particolare è il rinvenimento di un settore di grande fossato anulare con al centro una delle due grandi fosse. Si ritiene che tale contesto sia da interpretare alla luce di quanto si conosce della necropoli Matelica (Marche), che ha dato negli ultimi anni rinvenimenti eccezionali. Individui di rango principesco, probabilmente guerrieri che venivano sepolti in tumoli dal grande diametro, ed accanto ai quali si trovano fosse di deposito. La connotazione di guerrieri deriva dai rinvenimenti che hanno portato alla luce, lance, asce, teste di mazze, spade e del corredo per il banchetto.

Tra i ritrovamenti vanno segnalati anche, un bacile di bronzo, una collana con pendenti in bronzo, ambra e pasta vitrea, numerosi vasi a ciambella, olle decorate e morsi equini.

“I rinvenimenti di Matelica erano stati inseriti in un contesto adriatico-piceno perché costituivano un unicum – spiega Liliana Costamagna della Soprintendenza per i beni archeologici umbri. Ora, grazie a questi ritrovamenti, si aprirà un ampio dibattito scientifico che propenderà per inserire Matelica nel contesto del popolo umbro (VII-VI a.c.) che fu molto florido anche se attualmente poco documentato e dai dati archeologici. Ciò nonostante è da sottolineare che nel 2008 nella stessa zona emerse – conclude la Costamagna – la presenza di un'area insediativa, una sorta di piccola fattoria pressoché unica, che dimostra che la destinazione di quest'area a necropoli durò solo per breve tempo”.

Presente alla conferenza stampa anche l'Ingegnere Furio Ferruccio Benigni – Presidente Ater Perugia – il quale spiega come “in numerose zone dell'Umbria, tra cui Bevagna, Foligno, Caste Del Piano, negli ultimi tempi sono stati effettuati rinvenimenti di grande importanza. Un fatto piacevole dal punto di vista archeologico che arricchisce i Musei cittadini e la conoscenza del nostro passato. Il costo dell'operazione è stato piuttosto ingente – 100 mila euro circa – senza considerare il ritardo, dovuto anche al maltempo di quei giorni, ma la speranza principale è che il Ministero disponga dei mezzi adeguati e del sostegno necessario affinché questi ritrovamenti non rimangano confinati in spazi di deposito”.

Anche il Sindaco Massimo Brunini conferma la volontà di valorizzare questi rinvenimenti “che non sono un fatto isolato. Abbiamo l'esigenza di aprire una pagina nuova per il patrimonio archeologico che non si basi sull'occasionalità e casualità degli interventi ma che definisca con maggiore attenzione il nostro passato. Stiamo valutando -conclude il Sindaco Brunini – la possibilità di creare una pista ciclabile che possa percorrere tutta la zona archeologica, Cercheremo anche l'impegno delle scuole, degli anziani e dei cittadini tutti affinché si crei la consapevolezza adeguata del patrimonio e della storia della nostra città”

La Dottoressa Costamagna conclude sottolineando la necessità di reperire sia risorse finanziarie sia umane per poter continuare a far fronte a restauri importanti. “Negli ultimi 4 anni abbiamo subito – sottolinea la Costamagna – un taglio delle risorse pari all'80%. Il rischio è che la nostra attività si riduca al solo Museo o all'attività d'ufficio.”

C.F.


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