Città di Castello

Rimpasto, Locchi fermo sulle sue posizioni | Pd annuncia dimissioni di 7 consiglieri comunali

L’annunciato rimpasto di giunta e la revoca delle deleghe agli assessori Montanucci e Violini da parte del sindaco Locchi scuotono ancora l’intera Umbertide. Dopo una prima “apparente” distensione degli animi, in casa Pd, è infatti tornata alta la tensione . Al cauto ottimismo del segretario regionale Giacomo Leonelli e di quello provinciale Leonardo Miccioni, manifestato dopo il primo incontro “interlocutorio” con il sindaco, si è quasi sostituito, ad oggi, una inevitabile rassegnazione.

Il tentativo dei due segretari di farsi promotori di un percorso condiviso di risoluzione della crisi politico-istituzionale, “è da ritenersi ormai – come detto da loro stessi – infruttuoso”. Il sindaco Marco Locchi, infatti, ha posto un deciso diniego alla proposta di reintegro degli assessori Montanucci e Violini e ad un eventuale allargamento dell’assemblea comunale alle minoranze.

Su sollecitazione delle segreterie regionali e provinciali – ha aggiunto il Pd umbertideseavremmo anche accettato un totale cambiamento della giunta per lavorare con maggior forza agli obiettivi di fine legislatura ma abbiamo trovato una chiusura totale da parte del sindaco”.

Avendo motivato il sindaco le revoche dei due assessori come un fatto politico ritorsivo verso il Pd (che in giunta e in consiglio lo ha sostenuto su tutto anche quando c’erano posizioni divergenti) è evidente che, essendoci solo mere motivazioni politiche, non si può accettare una semplice sostituzione delle stesse

Il Pd di Umbertide – sottolineano dalla segreteria – non può di certo sfiduciare il sindaco ma la cosa più pulita e trasparente verso la città è quella di prendere le distanze dal suo comportamento attraverso le dimissioni, già sottoscritte, dei suoi 7 consiglieri comunali”.

Auspichiamo sempre che la ragione possa prevalere – concludono Leonelli e Miccioni – e che chi ha maggiori responsabilità le eserciti, tenuto conto dell’effetto nefasto che avrebbe la mancata ricomposizione della vicenda, che verrebbe percepita come figlia di tensioni tutte interne che nulla hanno a che vedere con le aspettative dei nostri elettori”.