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Rifiuti, l’inchiesta “Smaltimento illecito per metà dei carichi” | Gesenu Ad indagato, “irricevibile”

Strecciare la matassa non sembra semplice. Toccherà al Prefetto De Miro. Dopo le dimissioni di Silvio Gentile, l’amministratore delegato di Gesenu e il passo indietro dei soci privati Noto La Diega (10 per cento) e Monica Cerroni (45 per cento) si profilava un passaggio del controllo di Gesenu ad un gestore svincolato dall’influenza dei privati. Insomma un trust di garanzia, “pulito” da quei collegamenti che avevano portato all’interdittiva antimafia emessa dal super Prefetto.

Nella bagarre di un pomeriggio convulso in assemblea  dei soci, i privati chiedono di rinominare tutto il cda, ma il primo dei 4 nomi che viene fuori è quello di Alessandro Forte, indagato per reati ambientali in Calabria. Apriti cielo. Indagato non significa certo condannato, ma tanto basta in un clima già teso per essere “impresentabile” agli occhi di un Prefetto che mira a sgombrare ogni nube dalla questione rifiuti. Così il Comune di Perugia si decide e blocca tutto. Ora si attende l’esito della riunione in corso da Prefetto. La via potrebbe essere quella di un commissariamento non solo dei singoli appalti in essere ma anche dello stesso board.

Ma sul fronte rifiuti c’è un altro filone che avanza. Quello dell’inchiesta dell’antimafia sulla gestione dei rifiuti. E’ il quotidiano La Nazione a riportare questa mattina stralci delle carte portate sul tavolo del pm Manuali dal commissario della Forestale Valentina Montinari. “Almeno la metà dei carichi della frazione organica dei rifiuti solidi urbani (forsu) non biostabilizzata – sarebbe riportato sulle “carte” – viene smaltita illecitamente nella discarica cosiddetta ‘tradizionale’ invece di essere inviata al preventivo trattamento, di biostabilizzazione nella parte di discarica ‘bioreattore’, vanificando anche la precedente separazione dalla frazione secca effettuata nell’impianto Gesenu di Ponte Rio”.

E mentre i legali dei 16 indagati su questo fronte, attendono da qualche settimana di conoscere “le carte” della procura attraverso il ricorso al Riesame contro il decreto di sequestro di documenti e supporti informatici l’udienza è stata fissata per il 17 novembre.  Ecco il sospetto che via via si concretizza agli occhi degli inquirenti, “polizia giudiziaria – riporta il quotidiano trascrivendo stralci degli inquirenti – ha direttamente osservato 186 scarichi di rifiuti provenienti dall’impianto di selezione di Ponte Rio, tutti indistintamente depositati presso la parte di discarica tradizionale destinata a ricevere i rifiuti speciali e la frazione secca proveniente dal predetto impianto di trattamento. Di contro i formulari acquisiti attestano, falsamente, che 68 carichi dovevano essere destinati al bireattore”.  In appena sedici giorni di osservazione da parte degli investigatori i rifiuti “illecitamente” smaltiti sarebbero “2.155.500 kg”.