Era diventato un incubo, ormai da anni, il rapporto professionale avviato da un 48enne geometra di Arezzo (M.A le sue iniziali) con un 57enne giostraio di Città di Castello (C.M). Era il lontano 2008 quando il tifernate commissionò al geometra progetti per la realizzazione di lavori edilizi privi di autorizzazione da parte del Comune toscano.
A seguito del procedimento penale, originatosi nel 2009 e conclusosi con la sentenza di condanna per “abusi edilizi”, il giostraio comincia a contattare telefonicamente il 48enne progettista dei lavori, chiedendo soldi per presunti “oneri di urbanizzazione”, pagati per il lavoro commissionato, e le “spese legali” sostenute nel procedimento, per un cifra complessiva pari a 10.000 euro circa.
Il geometra, che nel frattempo era stato radiato dall’albo, condannato e dunque senza lavoro, acconsente a versare le prime somme di danaro, che avvengono in vari luoghi, tra Arezzo e Perugia. Nel momento in cui il geometra comincia a rallentare i pagamenti, il giostraio lo costringe, con minacce, a firmargli delle cambiali. Intanto gli “interessi” maturati dal 2009 al 2013 fanno arrivare la prima cifra richiesta a circa 15.000 euro. Parte di queste somme venivano versate mensilmente su una carta Postepay di una complice del tifernate, anch’essa indagata.
Il creditore era arrivato a tempestare di telefonate l’ex geometra sia di giorno che di notte, arrivando a minacciare anche lui e la sua famiglia di gravi ritorsioni fisiche qualora non avesse provveduto a pagare con regolarità. Negli ultimi periodi il giostraio si faceva aiutare anche da un altro complice, sia nella fase delle minacce che in quella della riscossione. A questo punto, però, scatta la denuncia e la trappola: all’ennesima consegna di denaro, infatti, i carabinieri di Arezzo che hanno condotto le indagini, fermano il 57enne tifernate arrestandolo per estorsione e associandolo al carcere di Arezzo.
Le successive perquisizioni eseguite nella roulotte dell’arrestato hanno consentito il rinvenimento delle cambiali sottoscritte dal geometra aretino. Rimangono ancora da valutare le posizioni dei complici, attualmente indagati, in concorso, per il medesimo reato.