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Regione, tagli ai vitalizi degli ex consiglieri

Massimo Sbardella

Regione, tagli ai vitalizi degli ex consiglieri

Assegno ridotto per 3 anni, ma c'è l'incognita ricorsi | Ultimatum all'onorevole Nevi
Mer, 18/04/2018 - 06:36

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Sforbiciata (temporanea) ai vitalizi percepiti dagli ex consiglieri regionali. L’Assemblea legislativa ha approvato all’unanimità (e non poteva essere altrimenti) la proposta di legge per la riduzione temporanea dell’assegno che spetta a chi in passato è stato seduto sugli scranni di Palazzo Cesaroni. Un provvedimento per porterà nel triennio un risparmio di 900mila euro, ma che rappresenta soprattutto un atto simbolico, in tempi in cui si chiede anche alla politica di stringere la cinghia.

A votarlo è un’Assemblea composta da rappresentanti che, per la prima volta, non dispongono di questo “privilegio”. Fuori, i loro predecessori nicchiano a mezza bocca per l’assegno che verrà loro decurtato, e quando lo fanno apertamente, come nel caso di Maurizio Ronconi che qualche tempo fa aveva affidato il proprio commento a Facebook, parlano di “populismo” da parte di una politica che non sa dare le risposte che servono ai problemi reali del territorio.

Ma al di là delle parole dette e soprattutto non dette, occorrerà guardare ai fatti. A quanti ex consiglieri, cioè, presenteranno un ricorso amministrativo per riavere il maltolto. Per cercare preventivamente di parare i colpi di coda dei loro predecessori, anche alla luce dei ricorsi presentati da ex consiglieri in altre Regioni che avevano varato leggi simili, si è puntato sulla riduzione temporane del vitalizio, giustificandola con lo stato di crisi, destinando i soldi risparmiati a fasce deboli (in particolare, ai genitori separati che si trovano in difficoltà economica). La Corte costituzionale, ricorda Leonelli (uno di quelli che aveva salutato con più enfasi l’approvazione del testo in Commissione) si è pronunciata in precedenza sottolineando che l’intervento sui vitalizi deve essere imperniato sulla crisi contingente, incidere sulle pensioni più elevate, con prelievo sostenibile e deve essere usato come misura una tantum. Insomma, usare di più le forbici, al momento, non si può fare.

I cinquestelle (che avevano presentato un’autonoma proposta, poi integrata con il testo dell’Ufficio di presidenza a forte trazione Pd e M5s) si preparano a proporre ulteriori tagli qualora ci fosse il via libera della Suprema Corte: il divieto di cumulo degli assegni vitalizi, la sospensione del pagamento a seguito di interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’adeguamento del requisito di età anagrafica per il conseguimento dell’assegno vitalizio all’età prevista per il diritto alla pensione di vecchiaia. Misure che porterebbero ad un risparmio di circa 15 milioni di euro in tre anni.

Plaude Ricci (pur sull’Aventino e stigmatizzando la parola “privilegio”), per il quale però i veri risparmi vanno trovati negli 827miliardi di spesa pubblica dove la prima voce è rappresentata dalle pensioni (32%), 270 miliardi di cui oltre 9 sono legati a sistemi pensionistici contributivi maturati dopo pochi anni di attività.

Aspettano ora un altro taglio sostanziale da Roma i rappresentanti della Lega, mentre De Vincenzi chiede comunque più risorse per le famiglie.

Il “caso” Nevi

Ed a proposito di compensi ai politici, la seduta si è aperta con il voto unanime sull’atto con cui l’Ufficio di presidenza chiede formalmente a Raffaele Nevi, eletto in Parlamento, di scegliere se essere consigliere regionale o deputato. Una melina (pur nei termini di legge) che l’esponente di Forza Italia aveva giustificato anche con la necessità di non danneggiare i propri collaboratori a Palazzo Cesaroni.

Pesante l’affondo del concittadino Liberati (M5s): “Non dovrebbe aspettare il 29 aprile per accumulare le indennità: in due mesi percepirà circa 40mila euro. Dovrebbe restituire queste somme, dato che non ha lavorato per l’Assemblea legislativa, rendendoli ai terremotati o a chi vuole lui”.

Più eleganti, verso il collega approdato a Roma, gli interventi degli altri consiglieri, di maggioranza e di opposizione. Che però, al momento del voto, non hanno remore: Nevi non può tenere il piede in due staffe. Tanto più nel giorno in cui, appunto, si vota il taglio temporaneo dei vitalizi per gli ex consiglieri regionali. I cui compensi saranno ora pubblicati sul sito del Consiglio regionale, secondo l’emendamento bipartisan approvato.

Così i tagli ai vitalizi

La proposta di legge, illustrata dal presidente di Commissione Smacchi, prevede che gli importi lordi mensili dei 102 assegni vitalizi e di reversibilità in pagamento ad ex consiglieri regionali dell’Umbria siano ridotti per la durata di 36 mesi con i seguenti scaglioni:

  • il 5% per importi fino a mille euro,
  • l’8% per la parte oltre i mille e fino a 2mila euro,
  • il 10% da 2mila a 4mila,
  • il 12% per la parte da 4 fino a 6mila euro e
  • il 15% per la parte oltre i 6mila euro.

La riduzione è prevista anche per i soggetti che, alla data di entrata in vigore della legge, non hanno ancora conseguito i requisiti di età previsti per l’erogazione dell’assegno vitalizio e per coloro che, nonostante il possesso dei requisiti, non hanno ancora percepito l’assegno vitalizio. Inoltre è prevista l’esenzione per i redditi lordi complessivi annui fino a 18mila euro.

I risparmi di spesa derivanti da queste misure andranno a costituire un Fondo di solidarietà, che sarà a disposizione della Giunta e dell’Assemblea legislativa che concorderanno insieme le modalità ed i criteri di destinazione delle risorse che saranno comunque destinate al finanziamento di politiche a favore delle fasce di popolazione a maggior rischio di esclusione sociale. Tra queste, una proposta è appunto quella di sostenere i genitori separati che si trovano in difficoltà economica.

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